Da
dove nasce la tua passione per gli asteroidi?
Sono innamorato di astronomia e cosmologia. Trovo
bello che in tanti ora abbiano le risposte alle domande sull'universo! La mia
passione per gli asteroidi è legata al fatto che per lungo tempo abbiamo
sottovalutato il rischio che rappresentano per la Terra. Più cose scopriamo e più
ci rendiamo conto che ci sono un sacco di cose che non conosciamo in termini di
oggetti nel cosmo che potrebbero colpirci. Forse conosciamo gli oggetti più
grandi, ma sappiamo molto poco di quelli di medie dimensioni che potrebbero spazzare
via un'intera città , e penso che sarebbe una tragedia se ci svegliassimo di
colpo con la notizia che, per esempio, entro poche settimane Buenos Aires verrÃ
completamente distrutta senza che si possa fare nulla. Questo è il significato
dell’Asteroid Day: cercare di stimare il pericolo e vedere se siamo in grado di
intervenire qualora una tale tragedia fosse imminente.
Cosa
facevi prima di occuparti professionalmente di astrofisica?
Naturalmente me ne occupavo come un dilettante e
sono in realtà ancora un dilettante. Nessuno mi ha mai pagato per essere un
astronomo, e forse è una buona cosa. Ma mi ha sempre affascinato fin da quando
ero piccolo. Ho sempre avuto una grande sete di conoscenza, volevo sapere tutto
sulle stelle e sulle cose che si possono vedere in cielo. Quando ero un
ragazzino potevo osservare la Via Lattea perché il cielo era buio. Oggi invece molti
bambini crescono senza vedere le stelle se vivono in città !
Per
la maggior parte di noi, la scienza è un argomento troppo complesso sa capire.
Come possiamo rendere certi argomenti più semplici e più attraenti per i
giovani?
Questa è una domanda che mi interessa molto. Ci sono
molte nozioni di astronomia molto facili da capire e penso che le immagini
siano qualcosa che attraggono molto. Sapete il detto "un'immagine vale più
di mille parole"?. Ebbene, in astronomia è proprio così. Possiamo scrivere
le equazioni alla lavagna, ma se presentiamo l'immagine di una galassia a
spirale, improvvisamente le persone sono in grado di vedere e capire meglio di
cosa parliamo. L’astronomia non è un argomento molto difficile, per molti aspetti.
Credo che sia questa la nostra grande sfida: rendere la scienza più accessibile
al grande pubblico, per dimostrare quanto sia interessante ed emozionante.
Quali
sono le differenze tra il mondo della musica rock e la scienza degli asteroidi?
La cosa divertente è che io non ho visto alcuna
differenza tra i due e più tardi ho appreso che in epoca vittoriana la
pensavano allo stesso modo. La maggior parte degli scienziati erano anche
musicisti e molti musicisti erano appassionati di astronomia. Quindi,
personalmente, ho avuto una sorta di sensibilità vittoriana fin da quando era
un bambino. Volevo semplicemente tutto! Volevo essere vicino a tutto, sapere
tutto e comunicare con le persone intorno a me attraverso la musica. Ma a un
certo punto ho dovuto fare una scelta: ho studiato astronomia per quattro anni
e ho insegnato matematica in una scuola media. La musica è rimasta un po' sullo
sfondo, ma ho sempre sentito il suo richiamo. E poi veniamo al momento in cui i
Queen erano pronti a iniziare e così ho pensato che se non avessi fatto quel
salto attraverso quella "finestra", avrei perso l’occasione. Adesso
però ho avuto l'immensa fortuna di poter tornare alla scienza dopo circa 30
anni. Ho finito la mia tesi e sono strettamente connesso con la comunitÃ
scientifica. Ad esempio, Matt Taylor, che è coinvolto nel progetto Rosetta, è
un fan della musica metal come lo sono io. Molte delle persone con cui parlo la
pensano come me, cioè che siamo esseri umani, abbiamo solo una vita e abbiamo
il diritto di connetterci con tutti i tipi di conoscenze e idee, il che
significa che l'arte e la scienza vanno affrontate allo stesso modo. Inoltre,
in un certo senso, sarebbe bello non essere più costretti a fare certe
distinzioni. Non occorre dividere scienza e arte in categorie.
Hai
mai pensato di investire il tuo denaro per raggiungere lo spazio?
Ci ho pensato un sacco. Suppongo di essere po' vecchio
ormai, il mio corpo non è in grande forma. Ma mi piacerebbe andare sulla
Stazione Spaziale Internazionale per un po' e da lì contemplare la Terra. Ho avuto
una conversazione privata con Tim Peake pochi giorni fa, quando era ancora
lassù, ed è stato assolutamente meraviglioso perché mi fatto fare un giro della
stazione, mi ha portato praticamente sulla cupola da cui è è possibile guardare
la Terra e i raggi del Sole che illuminavano la parte orientale del pianeta
erano uno spettacolo incredibile. Ero affascinato dal fatto che gli astronauti
non hanno la possibilità di guardare nello spazio. Non so se qualcuno lo sa. Ci
sono diversi portelli di soccorso, credo, ma la stazione spaziale non è
progettata per consentire alle persone di sedersi e guardare il buio, che è
proprio la cosa che vorrei fare di più.
Cosa
pensi delle probabilità che l’umanità sopravviva nel prossimo secolo?
Non so che possibilità di sopravvivenza abbiamo.
Credo che rischi connessi al sovrappopolato
siano molto elevati. Ho un certo rispetto per la specie umana e una sorta di
orgoglio. Ma ci sono anche molte caratteristiche della nostra specie che
detesto, come l’egoismo e la distruttività . Non mi piace la prospettiva di avere
il doppio della popolazione attuale con il conseguente sterminio di tutte le
altre creature del pianeta. E' qualcosa di davvero osceno, così come la quantitÃ
di cemento che abbiamo messo sul pianeta, l’inquinamento, la distruzione
dell'ambiente. Abbiamo parlato proprio di questi temi durante la prima
conferenza Starmus, ed ero molto emozionato, perché tra il pubblico c’era anche
Armstrong, il primo uomo ad essere stato sulla Luna. In quell’occasione dissi
di non essere sicuro che l’uomo abbia meritato di andare nello spazio. Ma non
mi riferivo agli astronauti, ma all’uomo come specie che un giorno potrebbe
andare su altri pianeti e distruggerli. Dopo la conferenza, Neil Armstrong è
venuto da me e mi ha detto che avevo ragione e, quando ha pronunciato il suo
discorso, ha detto qualcosa come: "Abbiamo trascorso gli ultimi 50 anni a
inviare persone nello spazio, ma vorrei che per i prossimi 50 trascorressimo il
tempo a migliorare ciò che siamo."
Dato
che nello spazio ci sono più di un milione di piccoli oggetti, ce ne sarà mai
uno intitolato a Freddie Mercury?
Sì! In realtà è già stato fatto un passo in questa
direzione e credo che presto avremo delle notizie a riguardo. Probabilmente non
dovrei dirlo, perché ora si tratta di un progetto segreto, credo. Ma sì, c'è
davvero un progetto nel quale sono coinvolto con il quale si vuole dare il nome
di Freddie a un asteroide.
(Fonte: www.sciencefriction.ro)