I Queen a Sanremo nel 1984 e il mito della ribellione al playback




Siamo entrati nella settimana del Festival di Sanremo. L'evento canoro nazional-popolare che più di tutti è entrato nell'immaginario collettivo. Quest'anno sarà la 70esima volta che il Festival prova a raccontare la musica italiana contemporanea, ma per noi fan dei Queen è soprattutto l'occasione per ricordare una delle più famigerate esibizioni della band, un episodio attorno al quale è stata costruita nel tempo una narrazione spesso inesatta.


Era il 1984 e i Queen, dopo aver attraverso una fase particolarmente critica con l'album Hot Space, si preparavano a tornare sul mercato con un nuovo disco, The Works, che sarebbe stato capace di ridare al gruppo il primo posto in classifica praticamente ovunque nel mondo, un risultato ancora più straordinario se si considera che quasi tutte le band nate negli anni '60 e '70 erano state rapidamente soppiantate negli anni '80 dalle nuove leve del pop, del punk e della new wave. Ma i Queen erano ancora lì, nel posto che più gli spettava, in vetta alle classifiche, compresa quella italiana dove, con Radio Ga Ga, primo singolo che anticipava l'album, erano finalmente arrivati al vertice anche nel nostro paese.

Il successo della canzone aveva quindi aperto nuovi mercati per la band, sempre alla ricerca di esperienze nuove e stimolanti. Inevitabile quindi aggiungere anche l'Italia nei piani previsti per il 1984, con una doppia data a Settembre in quel di Milano. Prima ancora, un po' di sana e facile promozione in qualità di ospiti al Festival di Sanremo.

La doppia performance la conosciamo bene per averla vista più volte grazie a Youtube. Sul palco, contornati dai classici fiori sanremesi, Freddie Mercury e soci, introdotti da Pippo Baudo e Beppe Grillo, si offrono all'ingessatissimo pubblico con una versione mimata di Radio Ga Ga, in ossequio al playback che all'epoca andava per la maggiore e a cui erano sottoposti tutti gli artisti stranieri, oltre a quelli italiani in gara. Lo fanno per due sere consecutive. 

I video delle due serate sono fin troppo eloquenti e il termine forse più adeguato da utilizzare è: imbarazzante. Per i Queen, costretti ad esibirsi su un palco che gli sta fin troppo stretto, a mimare ciò che invece avrebbero gradito suonare dal vivo; e per il pubblico, notoriamente gelido anche di fronte ad una colata di lava appena eruttata a un metro di distanza. L'aspetto più evidente, perché volutamente esagerato, è Freddie impegnato a non nascondere in alcun modo l'uso del playback.

I QUEEN A SANREMO NEL 1984





È da qui che nasce quello che può essere considerato un mito e che ritroverete nella maggior parte degli articoli dedicati ai Queen a Sanremo. Ovvero l'idea che la band, per niente felice di essere costretta ad esibirsi in playback, sceglie di palesare il proprio disagio con Freddie che finge di cantare senza microfono e gli altri componenti del gruppo che si limitano più o meno a tempo a fare la loro parte per poi fuggire via.

Sull'episodio occorre fare però fare un po' di chiarezza. Non siamo nell'ambito delle fake news, ma certamente si tratta di una storia passata agli annali con troppa superficialità

Intendiamoci: esibirsi in playback ai Queen non è mai piaciuto. Può sembrare una pratica piuttosto comoda, perché non sei obbligato a fare un soundcheck e puoi addirittura permetterti di sbagliare, tanto a suonare è un nastro. Ma i musicisti, quelli veri, amano tenere la spina attaccata e vivere l'adrenalina che solo la musica realmente suonata è in grado di regalare.

I QUEEN INTERVISTATI A SANREMO DALLA RAI 



Tuttavia dobbiamo considerare che a Sanremo non fu la prima e nemmeno l'ultima volta in cui i Queen accettarono di esibizione in playback. Lo aveva già fatto a Top Of The Pops, ad esempio, e in qualche misura, anche per la BBC con le famose Sessions pubblicate nel cofanetto Queen On Air dove per alcuni brani Freddie aveva cantato su basi pre-registrate. In tutto a TOTP i Queen hanno suonato in playback Seven Seas Of Rhye, Killer Queen, Good-Old Fashioned Lover Me e Las Palabras De Amor.

I QUEEN A TOP OF THE POPS, 1974



Anche dopo Sanremo i Queen non si sono sottratti all'onere della performance a microfoni spenti, nel 1984 e poi ancora nel 1986 con un mini concerto a Montreux (in entrambe le occasioni Freddie userà il microfono esattamente come a Sanremo e questo ci fa capire che, quando aveva a che fare con il playback, non si preoccupava troppo di mimare) e più volte come solisti per promuovere i rispettivi lavori. Insomma, il playback fa parte del mestiere e i Queen hanno accettato di farlo in più occasioni.

I QUEEN AL GOLDEN ROSE, MONTREUX, 1984



FREDDIE CANTA "THE GREAT PRETENDER" IN PLAYBACK IN TV



In quest'ottica dunque Sanremo non deve sorprendere, soprattutto perché i Queen non subirono un'imboscata, né furono obbligati a farlo. La loro esibizione era concordata secondo quelle modalità, tanto che la band salì sul palco per due sere consecutive. Se qualcosa fosse andato davvero storto la prima volta, avrebbero mai accettato di ripetere l'esperienza dopo appena 24 ore?

Ma c'è di più. Non possiamo infatti trascurare qualche buona fonte che del passaggio italiano dei Queen in Italia ci ha raccontato una versione che va ben oltre la presunta onta del playback.

Nel suo bellissimo libro Queen Unseen (edizione Arcana), l'ex roadie e fotografo della band, Peter Hince, racconta il viaggio italiano del gruppo specificando che “a partire per questa gita in Italia  furono 18 persone, band compresa, forse un po' troppo per un'esibizione televisiva in playback”. Il tipo di performance, dunque, era noto fin dalla partenza da Londra, tanto ai Queen quanto alla staff. Nessuna spiacevole sorpresa, tanto che Hince, incaricato di lavorare al palco, si limitò a far aggiungere qualche luce e a montare la pedana per la batteria. Di amplificazione nemmeno l'ombra, semplicemente perché non era prevista fin dall'inizio.

La polemica sul playback sanremese inizia quindi a scricchiolare.

Ma andiamo avanti. Peter Freestone nella sua Biografia Intima (anche questo libro è edito da Arcana) non fa alcun cenno al disappunto dei Queen, o di Freddie nello specifico, per come andarono le cose sul palco. Anche nell'Enciclopedia Definitiva di Georg Purvis (altra imprescindibile pubblicazione Arcana) manca qualsiasi indicazioni sui presunti problemi legati al playback del Festival. E anche Peter specifica che “sarebbe stata una passeggiata perché gli artisti si esibivano in playback”. Addirittura spiega nel suo libro di ricordi che Sanremo avrebbe fatto da “banco di prova prima del Golden Rose di Montreux”, dove la band suonò sempre in playback quattro brani tratti da The Works.

Eppure i giornali e, in tempi più moderni la rete, sono pieni di articoli sull'argomento, comprese anche delle interviste a chi dice di aver incontrato un Freddie “incazzato” in quei giorni. Ma sulle ragioni di quel disappunto è stato detto poco o nulla di veramente chiaro, salvo l'ormai consolidata teoria del playback.

Da dove arriva il mito dei Queen che si ribellano all'oltraggioso playback? E cosa c'è di vero?

È probabile che, non avendo una spiegazione altrettanto convincente, la stampa abbia puntato sulla soluzione più facile e romanzesca, quella dei grandi musicisti stranieri che mettono in scena una protesta per i microfoni spenti. Non dobbiamo sottovalutare infatti come in quegli anni furono molte le critiche verso una scelta, quella del playback, che di fatto snaturava completamente la kermesse sanremese.

La verità, molto più prosaica e che nulla o quasi ha a che vedere con l'esibizione in sé (salvo il disappunto per la fredda reazione del Teatro Ariston) è che in quei giorni ciò che andò davvero storto, almeno per gli standard dei Queen (e in particolare per Freddie), fu l'organizzazione offerta alla band nel suo soggiorno italiano. Volendo usare una metafora, è come se fosse stato ospitato un transatlantico in un piccolo porticciolo turistico, con tutte le conseguenze del caso in termini di fondale basso e mancanza di strutture adeguate.

L'organizzazione del Festival e della EMI, che all'epoca era la casa discografica dei Queen, non fu in grado di offrire a Freddie e soci tutto quanto desideravano secondo le modalità cui erano abituati. È un aspetto questo che emerge chiaramente dal libro di Peter Hince, che non disdegna di sottolineare come il transito in Italia non fu dei più semplici. Allo stesso modo Peter Freestone fa riferimento ad una certa “euforia” nella suite del cantante, trasformata in un punto di “ristoro” anche per lo staff di Boy George. Insomma, le giornate italiane dei Queen furono parecchio movimentate, tanto per usare un eufemismo.

Cosa andò realmente storto?

Forse qualcosa nella sistemazione in albergo o magari un'errata gestione degli impegni con la stampa o un certo tipo di atteggiamento che gli sprovveduti italiani riservarono a degli artisti di cui, probabilmente, non avevano ben compreso la grandezza e quindi ne avevano sottostimato le reali necessità. Non che i Queen siano mai stati degli artisti particolarmente bizzosi ma, si sa, le star sono tali anche perché pretendono determinati standard, in assenza dei quali la situazione si può fare davvero incandescente.

Cosa non funzionò forse non lo sapremo mai, del resto di tempo ne è passato davvero tanto e pur essendo stato il primo passaggio dei Queen in Italia, resta un episodio non paragonabile ad altri eventi nella carriera della band. Di certo la reazione vista poi sul palco per due sere consecutive ci racconta di un Freddie che usò il fastidio per il playback (già concordato tempo prima) per manifestare tutto il proprio disappunto, regalando così una performance magari non perfetta dal punto di vista estetico ma oltraggiosa quanto basta per meritarsi un posto d'onore tra i momenti più memorabili della storia della band e del nostro paese.

E, per una ricostruzione più aderente alla realtà, non dovrebbe essere sottovalutata anche la freddezza del pubblico del Festival, una cosa che soprattutto Freddie non deve aver gradito particolarmente e che può averlo spinto ad esagerare la propria performance.

Per fortuna Sanremo non è rimasto l'unico incontro tra i Queen e l'Italia. Pochi mesi dopo, stavolta con un'organizzazione più imponente e meglio pianificata, Freddie e soci tornarono per due concerti milanesi a metà Settembre. Anche in quel caso forse non tutto andò per il verso giusto a causa degli enormi problemi soprattutto di natura burocratica che affliggevano il nostro paese, ancora oggi scarsamente dotato in termini di norme e strutture capaci di ospitare simili eventi.

E, volendo scorrere ancora più in avanti il grande libro della storia dei Queen, nel 2012 è stata fatta simbolicamente pace tra la musica della band e il palco di Sanremo grazie alla strepitosa esibizione di Brian May e Kerry Ellis, per l'occasione accompagnati da Irene Fornaciari.

BRIAN & KERRY CON IRENE FORNACIARI