Intervista di Luca Garrò a Raffaella Rolla, traduttrice per Tsunami Edizioni del libro La Red Special di Brian May



Introduzione di @Last_Horizon.

Provate ad immaginare se un giorno gli oggetti che vi circondano iniziassero a parlare e a raccontarvi le loro storie, come sono stati costruiti, quali segreti si celano al loro interno e quali emozioni hanno solcato la loro superficie mentre chi li realizzava amava, soffriva, esultava. Tutto il mondo materiale non è altro che la rappresentazione dell'essere umano e soprattutto l'arte ha il potere di parlarci per davvero. Un quadro, dopotutto, non è altro che una sorta di microfono collegato direttamente con le emozioni più profonde dell'artista che lo ha realizzato e altrettanto può dirsi delle statue o magari di un romanzo.


Per i fans dei Queen c'è un oggetto in particolare che di storie da raccontare ne ha davvero tante. In origine era un pezzo di legno che adornava un antico camino. Ma oggi è conosciuto come Red Special, la chitarra auto-costruita da Brian May. A differenza di quanto accade per tanti altri musicisti, la Red Special è quella che si avvicina di più a leggende come i violini di Stradivari e non solo perché si tratta di un pezzo unico, irripetibile (anche se oggi lo stesso Brian usa varie repliche sia sul palco che in studio). Il fatto è che la Red Special è la voce dei Queen, almeno quanto lo è quella di Freddie Mercury. Il suo timbro è riconoscibile tra centinaia e un accordo suonato da Brian sul suo strumento equivale ad un vero e proprio marchio di fabbrica, che negli anni ha contribuito a creare quel suono unico e leggendario inciso su dischi di enorme successo.

Non può quindi che trovare apprezzamento tra i fans l'iniziativa della Tsunami Edizioni di pubblicare in Italia (e in italiano!) il libro sulla Red Special già uscito in Inghilterra. Un volume prezioso e fondamentale perché racconta i segreti di uno strumento che ha fatto la storia del rock. Ascoltarne la voce significa approfondire la leggenda dei Queen e carpire (se possibile) i segreti della tecnica sopraffina di Brian May, ancora oggi considerato uno dei chitarristi più influenti di sempre.

Per la realizzazione dell'edizione italiana, in uscita a Novembre (ma le prevendite partiranno già ad ottobre) la Tsunami Edizioni, in accordo con lo stesso Brian May, ha scelto di affidarsi a Raffaella Rolla, autrice della traduzione dell'intero libro (coadivata per le parti più tecniche esperto in chitarre). In attesa dell'uscita del volume, il giornalista Luca Garrò (una delle firme più autorevoli in campo musicale) ha incontrato Raffaella Rolla e il risultato è l'intervista che segue, una sorta di presentazione della stessa Raffaella, ma anche un racconto della sua amicizia con Brian May. Un bel modo di approfondire ciò che c'è dietro il libro La Red Special di Brian May, prima di poterne gustare la lettura, ormai tra pochissimo tempo.

Sono felice di ospitare sul mio Blog questa intervista, realizzata da Luca Garrò per il Corriere Valbormida e che anche Raffaella mi ha concesso di pubblicare: siamo amici ormai da un po' di tempo e credo non cia nulla di più gratificante che mostrare a chi c'è là fuori quanto la passione per i Queen sia capace di regalare momenti positivi e gratificazioni, anche attraverso la semplice condivisione del proprio lavoro. Il mio grazie va quindi a Luca e Raffaella, ma anche alla Tsunami che ha deciso di credere in questo libro: a noi fans il compito di rispondere in massa. Buona lettura.

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Una traduttrice, da qualche anno trapiantata in Valbormida, conosce e lavora a stretto contatto con la band di Freddie Mercury. L’ultimo libro del chitarrista dei Queen, Brian May, che è in uscita ad ottobre, è stato proprio tradotto da lei: Raffaella Rolla (nella foto in alto la vedete accanto a Brian e Roger Taylor durante le audizioni per il cast di We Will Rock You Italia). Ma questo è solo uno, l’ultimo in ordine di tempo, degli esempi di collaborazione tra i Queen e Raffaella, tra l’altro redattrice della rubrica “Retrovisore” all’interno del nostro settimanale.

Pur non essendo originaria della Valbormida, ormai è un po' come se ci fossi nata. Quanto ti ha dato questa zona e cosa ti sei portata con te di Milano?
Abito a Dego da alcuni anni e, pur restando fedele alle mie origini lombarde, mi sento parte di questa splendida valle, tanto da considerarmi valbormidese a tutti gli effetti. D'altronde, è stato amore a prima vista: ho sempre amato la natura incontaminata, selvaggia e i luoghi un po' misteriosi. Il tempo qui sembra essersi fermato e, in un mondo dove si vive freneticamente, questo è sicuramente un vantaggio. Inoltre, questi sono luoghi ricchi di storia ma c'è ancora tanto da scoprire, bisogna solo farli conoscere al mondo intero. Credo questo sia il mio retaggio milanese: il desiderio di ricerca unito allo spirito di iniziativa e di intraprendenza che mi porto da Milano.

Il tuo nome è appena salito alla ribalta grazie alla splendida traduzione del libro sulla Red Special di Brian May, edito da Tsunami.
Non sono una persona dalle mezze misure, sono molto esigente e chiedo sempre il mas simo da me stessa. In questo caso, essendo l'autore una famosa rockstar nonché un amico di vecchia data, mi sono sentita una doppia responsabilità: da un lato l’approccio è stato reverenziale, ma dall'altro è stato professionale e amichevole al tempo stesso. Il fatto di conoscere così bene Brian, il suo lavoro e il suo modo di essere mi è stato di grande aiuto. Mi ha detto: "Le mie parole sono in ottime mani, non sono mai state più sicure. Tu mi conosci, conosci l'argomento, sai come la penso e cosa intendo. Per me tutto questo è importante.

Non è la prima volta che lavori con Brian e i Queen. Ci vuoi raccontare come è nato il vostro rapporto?
Da ragazza non ero una fan esal tata di un cantante o di un gruppo specifico, ascoltavo di tutto. Tuttavia, i Queen avevano su di me un fascino particolare e devo ammettere che oltre all’incredibile voce di Freddie Mercury, ero molto intrigata da quel chitarrista capellone, un po' filosofo, dall'aria dolce e sensibile. La loro musica mi ha accompagnato nella mia adolescenza in Italia e, in seguito, nei miei studi universitari in Inghilterra. Quando, nel 1991, Freddie morì fu una notizia sconvolgente per me, ma fu anche il giorno in cui decisi di impegnarmi attivamente nel volontariato nella lotta all'Aids.

Fu lì che iniziasti a frequentare ambienti impegnati su quel fronte, vero?
Esatto. Insieme ad un'associazione e spinta da uno spirito idealista e donchisciottesco, dal 1992 al 1994 al Teatro Smeraldo di Milano organizzai lo spettacolo di beneficenza e Show Must Go On ! Omaggio a Freddie Mercury. Il manager dei Queen Jim Beach, contattato per avere i permessi necessari e dimostrare che si trattasse di un evento benefico, rimase impressionato dai risultati ottenuti, tanto da conquistare la sua fiducia e quella della band. Col tempo diventai il loro punto di riferimento italiano, traducendo e adattando il copione del musical We Will Rock You, portato in Italia da Barley Arts. Nel corso degli anni, nacque poi lo splendido rapporto di amicizia con Brian.

Vi accomuna anche un amore viscerale per la natura e i suoi abitanti. Non è un caso che tu sia giunta qui. Brian Che dice di questi luoghi?
A Brian dico sempre che condividiamo la sindrome di San Francesco! La sua associazione Save Me Trust da anni è schierata contro il ripristino della caccia alla volpe e lo sterminio dei tassi, voluto dall'attuale governo inglese, e in difesa di chi, come dice egli stesso, è indifeso e non ha voce. Il suo impegno non conosce confini e recentemente è intervenuto addirittura in appoggio del Corpo Forestale Italiano. Brian è rimasto letteralmente affascinato dai nostri paesaggi, dalla natura e dalle foto di volpi e caprioli che gli ho mandato, definendoli un piccolo paradiso e aggiungendo di volerci fare visita. Mi auguro che qualche amministrazione comunale o qualche sponsor possa invitarlo.

Cosa significa poter condividere da anni emozioni con una persona sensibile come Brian May?
È una sensazione indescrivibile: è come parlare ad un vecchio amico con cui ti puoi confidare e confrontare apertamente suo ogni tema. Non racconterò mai aneddoti o storie particolari, ma posso dire che è una persona umanamente splendida, dotato di una sensibilità e una capacità di comprendere l'animo umano non comuni. Insomma è quell'amico che, anche se non lo senti ogni giorno, sai che c'è e che su di lui puoi sempre contare. Proprio come dice il testo di Back to the light:"Io ci sarò, non importa quello che stai passando…"

Luca Garrò