Introduzione di
@Last_Horizon.
Provate ad immaginare se
un giorno gli oggetti che vi circondano iniziassero a parlare e a
raccontarvi le loro storie, come sono stati costruiti, quali segreti
si celano al loro interno e quali emozioni hanno solcato la loro
superficie mentre chi li realizzava amava, soffriva, esultava. Tutto
il mondo materiale non è altro che la rappresentazione dell'essere
umano e soprattutto l'arte ha il potere di parlarci per davvero. Un
quadro, dopotutto, non è altro che una sorta di microfono collegato
direttamente con le emozioni più profonde dell'artista che lo ha
realizzato e altrettanto può dirsi delle statue o magari di un
romanzo.
Per i fans dei Queen
c'è un oggetto in particolare che di storie da raccontare ne ha
davvero tante. In origine era un pezzo di legno che adornava un
antico camino. Ma oggi è conosciuto come Red Special, la chitarra
auto-costruita da Brian May. A differenza di quanto accade per
tanti altri musicisti, la Red Special è quella che si avvicina di
più a leggende come i violini di Stradivari e non solo perché si
tratta di un pezzo unico, irripetibile (anche se oggi lo stesso Brian
usa varie repliche sia sul palco che in studio). Il fatto è che la
Red Special è la voce dei Queen, almeno quanto lo è quella di
Freddie Mercury. Il suo timbro è riconoscibile tra centinaia e un
accordo suonato da Brian sul suo strumento equivale ad un vero e
proprio marchio di fabbrica, che negli anni ha contribuito a creare
quel suono unico e leggendario inciso su dischi di enorme successo.
Non può quindi che
trovare apprezzamento tra i fans l'iniziativa della Tsunami
Edizioni di pubblicare in Italia (e in italiano!) il libro sulla
Red Special già uscito in Inghilterra. Un volume prezioso e
fondamentale perché racconta i segreti di uno strumento che ha fatto
la storia del rock. Ascoltarne la voce significa approfondire la
leggenda dei Queen e carpire (se possibile) i segreti della tecnica
sopraffina di Brian May, ancora oggi considerato uno dei chitarristi
più influenti di sempre.
Per la realizzazione
dell'edizione italiana, in uscita a Novembre (ma le prevendite
partiranno già ad ottobre) la Tsunami Edizioni, in accordo
con lo stesso Brian May, ha scelto di affidarsi a Raffaella Rolla,
autrice della traduzione dell'intero libro (coadivata per le parti
più tecniche esperto in chitarre). In attesa dell'uscita del volume,
il giornalista Luca Garrò (una delle firme più autorevoli in campo
musicale) ha incontrato Raffaella Rolla e il risultato è
l'intervista che segue, una sorta di presentazione della stessa
Raffaella, ma anche un racconto della sua amicizia con Brian May. Un
bel modo di approfondire ciò che c'è dietro il libro La Red Special
di Brian May, prima di poterne gustare la lettura, ormai tra
pochissimo tempo.
Sono felice di ospitare
sul mio Blog questa intervista, realizzata da Luca Garrò per il
Corriere Valbormida e che anche Raffaella mi ha concesso di
pubblicare: siamo amici ormai da un po' di tempo e credo non cia
nulla di più gratificante che mostrare a chi c'è là fuori quanto
la passione per i Queen sia capace di regalare momenti positivi e
gratificazioni, anche attraverso la semplice condivisione del proprio
lavoro. Il mio grazie va quindi a Luca e Raffaella, ma anche alla
Tsunami che ha deciso di credere in questo libro: a noi fans il
compito di rispondere in massa. Buona lettura.
****
Una traduttrice, da
qualche anno trapiantata in Valbormida, conosce e lavora a stretto
contatto con la band di Freddie Mercury.
L’ultimo libro del chitarrista dei Queen, Brian May, che è in
uscita ad ottobre, è stato proprio tradotto da lei: Raffaella Rolla (nella foto in alto la vedete accanto a Brian e Roger Taylor durante le audizioni per il cast di We Will Rock You Italia).
Ma questo è solo uno, l’ultimo in ordine di tempo, degli esempi di
collaborazione tra i Queen e Raffaella, tra l’altro redattrice
della rubrica “Retrovisore” all’interno del nostro settimanale.
Pur non essendo
originaria della Valbormida, ormai è un po' come se ci fossi nata.
Quanto ti ha dato questa zona e cosa ti sei portata con te di Milano?
Abito a Dego da alcuni
anni e, pur restando fedele alle mie origini lombarde, mi sento
parte di questa splendida valle, tanto da considerarmi valbormidese a
tutti gli effetti. D'altronde, è stato amore a prima vista: ho
sempre amato la natura incontaminata, selvaggia e i luoghi un po'
misteriosi. Il tempo qui sembra essersi fermato e, in un mondo dove
si vive freneticamente, questo è sicuramente un vantaggio. Inoltre,
questi sono luoghi ricchi di storia ma c'è ancora tanto da scoprire,
bisogna solo farli conoscere al mondo intero. Credo questo sia il mio
retaggio milanese: il desiderio di ricerca unito allo spirito di
iniziativa e di intraprendenza che mi porto da Milano.
Il tuo nome è appena
salito alla ribalta grazie alla splendida traduzione del libro sulla
Red Special di Brian May, edito da Tsunami.
Non sono una persona
dalle mezze misure, sono molto esigente e chiedo sempre il mas simo
da me stessa. In questo caso, essendo l'autore una famosa rockstar
nonché un amico di vecchia data, mi sono sentita una doppia
responsabilità: da un lato l’approccio è stato reverenziale, ma
dall'altro è stato professionale e amichevole al tempo stesso. Il
fatto di conoscere così bene Brian, il suo lavoro e il suo modo di
essere mi è stato di grande aiuto. Mi ha detto: "Le mie parole
sono in ottime mani, non sono mai state più sicure. Tu mi conosci,
conosci l'argomento, sai come la penso e cosa intendo. Per me tutto
questo è importante.
Non è la prima volta
che lavori con Brian e i Queen. Ci vuoi raccontare come è nato il
vostro rapporto?
Da ragazza non ero una
fan esal tata di un cantante o di un gruppo specifico, ascoltavo di
tutto. Tuttavia, i Queen avevano su di me un fascino particolare e
devo ammettere che oltre all’incredibile voce di Freddie Mercury,
ero molto intrigata da quel chitarrista capellone, un po' filosofo,
dall'aria dolce e sensibile. La loro musica mi ha accompagnato nella
mia adolescenza in Italia e, in seguito, nei miei studi universitari
in Inghilterra. Quando, nel 1991, Freddie morì fu una notizia
sconvolgente per me, ma fu anche il giorno in cui decisi di
impegnarmi attivamente nel volontariato nella lotta all'Aids.
Fu lì che iniziasti a
frequentare ambienti impegnati su quel fronte, vero?
Esatto. Insieme ad
un'associazione e spinta da uno spirito idealista e donchisciottesco,
dal 1992 al 1994 al Teatro Smeraldo di Milano organizzai lo
spettacolo di beneficenza e Show Must Go On ! Omaggio a Freddie
Mercury. Il manager dei Queen Jim Beach, contattato per avere i
permessi necessari e dimostrare che si trattasse di un evento
benefico, rimase impressionato dai risultati ottenuti, tanto da
conquistare la sua fiducia e quella della band. Col tempo diventai il
loro punto di riferimento italiano, traducendo e adattando il copione
del musical We Will Rock You, portato in Italia da Barley Arts. Nel
corso degli anni, nacque poi lo splendido rapporto di amicizia con
Brian.
Vi accomuna anche un
amore viscerale per la natura e i suoi abitanti. Non è un caso che
tu sia giunta qui. Brian Che dice di questi luoghi?
A Brian dico sempre che
condividiamo la sindrome di San Francesco! La sua associazione Save
Me Trust da anni è schierata contro il ripristino della caccia alla
volpe e lo sterminio dei tassi, voluto dall'attuale governo inglese,
e in difesa di chi, come dice egli stesso, è indifeso e non ha voce.
Il suo impegno non conosce confini e recentemente è intervenuto
addirittura in appoggio del Corpo Forestale Italiano. Brian è
rimasto letteralmente affascinato dai nostri paesaggi, dalla natura e
dalle foto di volpi e caprioli che gli ho mandato, definendoli un
piccolo paradiso e aggiungendo di volerci fare visita. Mi auguro che
qualche amministrazione comunale o qualche sponsor possa invitarlo.
Cosa significa poter
condividere da anni emozioni con una persona sensibile come Brian
May?
È una sensazione
indescrivibile: è come parlare ad un vecchio amico con cui ti puoi
confidare e confrontare apertamente suo ogni tema. Non racconterò
mai aneddoti o storie particolari, ma posso dire che è una persona
umanamente splendida, dotato di una sensibilità e una capacità di
comprendere l'animo umano non comuni. Insomma è quell'amico che,
anche se non lo senti ogni giorno, sai che c'è e che su di lui puoi
sempre contare. Proprio come dice il testo di Back to the light:"Io
ci sarò, non importa quello che stai passando…"
Luca Garrò