L'appuntamento con Brian May è fissato
in una bella giornata di sole, che mi accompagna mentre in treno
attraverso la campagna inglese, diretto alla sua tenuta. Ad
accogliermi sul prato ci sono i telescopi e, ovviamente, tutta la
strumentazione del suo studio di registrazione. Oggi dobbiamo
incidere le parti di chitarra per una nuova canzone dei Queen. Ma a
farmi battere davvero il cuore non è la vista di tutte le
attrezzature classiche, ma il suono degli amplificatori che si spande
per la sala. Mentre Brian inizia a suonare il suo assolo, io mi trovo
nella sala di controllo e lo osservo attraverso il monitor a circuito
chiuso. Osservarlo genera l'istinto irresistibile di raggiungerlo per
godersi la scena da vicino: Brian che suona impassibile e muoversi
sono solamente le dita lungo la sua Red Special e io che lo
accompagno sfidandolo in un “air-guitar”.
Una volta che abbiamo impostato gli
accordi essenziali da eseguire, io e Brian ragioniamo su come
lavorare sulle voci di Freddie e Michael, in modo da arrangiarle nel
modo migliore possibile. I Queen sono dotati di un'abilitÃ
fenomenale: Roger, ad esempio, è un musicista dal talento
straordinario e vario e io lo seguo e ammiro da anni. Le parti di
basso originali suonate da John Deacon sono perfette perché suonate
con una tale fluidità ed espressività che mi guidano facilmente nei
vari interventi che devo fare sul pezzo. E poi c'è il piano suonato
da Freddie, che è il cuore della canzone e che mi fa capire quanto
sul piano tecnico questa band sia una delle migliori al mondo.
Sono arrivato a collaborare a questo
progetto con i Queen attraverso Roger Taylor, al quale mi lega
un'amicizia che dura ormai da anni e che ci ha visti andare insieme
in vacanza e fare gite in barca. Un giorno mi ha telefonato e mi ha
chiesto se volessi essere coinvolto in questa avventura musicale.
Inutile dire che non me lo sono fatto ripetere due volte. Quando ho
suonato il brano per la prima volta nel mio studio di registrazione
ho provato la stessa sensazione che si avverte quando si schiude uno
scrigno pieno di gioielli. Sentire la voce di Michael mi ha
emozionato davvero: è così viva e commovente e ascoltarla è stato
come averlo di persona in studio. Tutti abbiamo percepito realmente
la sua presenza e quando alla sua voce ho aggiunto quella di Freddie
l'emozione ha raggiunto un livello indescrivibile.
Questa musica è piena dell'anima di
questi due grandi artisti. E' qualcosa che puoi percepire nello
spazio tra una nota e l'altra, nelle sfumature dei suoni, persino
attraverso la corrente che scorre nei cavi elettrici. Qui lo spirito
di Michael e quello di Freddie sono reali e tangibili, una presenza
che per tutto il tempo mi ha fatto scorrere brividi di emozione lungo
la schiena.
(Fonte:
www.huffingtonpost.co.uk)
@Last_Horizon