Brian May ha collaborato
con la società di animazione e produzione Unanico per la creazione
di un film d'animazione dal titolo One Night In Hell. Il corto, la
cui anteprima andrà in onda nel Regno Unito su Sky 3D e Sky Arts
nella notte di Halloween, si basa sulla collezione personale di May
delle famose Diableries, un set di carte stereoscopiche pubblicate in
Francia nel 1860 che mostrano una serie d visioni del mondo degli
inferi. Insieme con gli storici del settore Paula Fleming e Denis
Pellerin,
May ha pubblicato nel 2013 un libro dal titolo Diableries: Stereoscopic Adventures in Hell, e One Night in Hell rappresenta il tentativo del chitarrista di portare in vita sullo schermo i diavoli, gli scheletri e i demoni raffigurati nelle cards stereoscopiche. Classic Rock ha parlato con May in occasione della prima mondiale del film a Londra per saperne di più su questo progetto diabolico. Le Diableries sono chiaramente molto vicine al tuo cuore: ti andrebbe di spiegarci qualcosa del fascino che questa collezione esercita su di te?
May ha pubblicato nel 2013 un libro dal titolo Diableries: Stereoscopic Adventures in Hell, e One Night in Hell rappresenta il tentativo del chitarrista di portare in vita sullo schermo i diavoli, gli scheletri e i demoni raffigurati nelle cards stereoscopiche. Classic Rock ha parlato con May in occasione della prima mondiale del film a Londra per saperne di più su questo progetto diabolico. Le Diableries sono chiaramente molto vicine al tuo cuore: ti andrebbe di spiegarci qualcosa del fascino che questa collezione esercita su di te?
"Beh, le Diableries
hanno fatto parte della mia vita per quasi 50 anni, da quando ne ho
trovaeo alcune su una bancarella del mercato di Portobello Road, e da
allora ho continuato a cercarle ovunque in giro nel mondo. Quando
abbiamo messo insieme il libro Diableries l'anno scorso siamo
riusciti a rintracciare 181 carte su un totale conosciuto di 182, e
che ci hanno dato modo di presentare questa meravigliosa visione
satirica del regno di Napoleone III a cui le Diableries facevano
diretto riferimento.”
Sei stato tu a contattare
la Unanico Group per realizzare il cortometraggio?
"No, il libro ha
fatto il suo corso, nel senso che ha la gente è rimasta davvero
affascinata da questo mondo, e Paul Laikin della Unanico si è messo
in contatto con me all'inizio perché aveva visto il libro e trovava
le immagini stimolanti. Ci siamo subito resi conto che entrambi
parlavamo la stessa lingua e che condividevamo la stessa passione per
queste cose, e così tutto è successo molto rapidamente.”
Ci puoi dare un breve
riassunto della trama di One Night In Hell?
"Non voglio rivelare
troppo, ma è fondamentalmente un giorno della vita di Satana
all'inferno. E' molto ironico, perché è questo lo spirito delle
Diableries, che sono nate come una rappresentazione piuttosto severa
degli insegnamenti religiosi del tempo, ma si sono poi evolute in una
parodia di quegli insegnamenti, e in una satira piuttosto feroce
contro il regime del di quel periodo. E' incredibile ciò che hanno
realizzato. Nel film ci siamo principalmente concentrati sulle
personalità dei personaggi delle carte, e il filo conduttore dell
film è rappresentato da un piccolo ragazzo che arriva all'inferno
con una strana valigetta sotto il braccio, ed è il suo viaggio
attraverso le varie stanze dell'inferno ciò che si vedrà nel film."
Hai aiutato nella
realizzazione dello storyboard del film?
"Beh, abbiamo
trascorso un bel po' di tempo solo a guardare le carte originali e a
discutere su come si potessero rappresentare, e su queste abbiamo poi
impostato lo storyboard del cortometraggio (lo storyboard è una
sorta di rappresentazione “a fumetti” di un film che serve per
mettere su carta ciò che poi dovrà essere filmato, ndt). Abbiamo
lavorato assieme per un lungo periodo, ed è stata una bella
interazione. Guardare come le cose si sviluppano e si evolvono è
stato piuttosto incredibile. La musica poi si è sviluppata insieme
alle immagini. Ho avuto l'idea di combinare We Will Rock You con una
sezione dell'Overture 1812 di Tchaikovsky, un pezzo che sembrava
incredibilmente appropriato già da quando è stato composto per il
primo Napoleone, e dal momento che le Diableries andavano contro il
regime di Napoleone III, questo brano non sarebbe stato possibile
suonarlo nella Parigi dell'epoca, quindi mi è sembrato tutto molto
appropriato. Nel pezzo ho aggiunto un po' della mia chitarra, così
mi sono trovato a Praga per eseguire la 1812 con la Czech National
Symphony Orchestra in un modo leggermente diverso di quanto sia mai
stato fatto prima. Sono davvero contento del risultato finale."
Pensi che ci sia la
possibilità che One Night in Hell diventi un vero e proprio film?
"Sì, penso che
siamo tutti entusiasto all'idea di fare un film, e abbiamo già un
po' di idee. Questo film è molto legato alla visione vittoriana che
si aveva all'epoca delle Diableries, fino a quando verso la fine del
corto la storia non si spinge verso un universo più ampio, quindi
ovviamente se ne faremo un lungometraggio, saremo in grado di
espandere la trama in uno spazio virtuale più grande, e questa
possibilità è molto eccitante.”
Sono le sfide di questo
genere le collaborazioni importanti per te come musicista e artista?
“Assolutamente. Mi
piace affrontare sfide in diversi campi. Ovviamente abbiamo percorso
una lunga strada con i Queen e sia io che Roger Taylor abbiamo
passato un periodo in cui non volevamo davvero più essere legati ai
Queen, perché semplicemente non mi sembrava giusto esserlo senza
Freddie. Ma è sempre interessante estendere noi stessi al di là del
nostro universo musicale. Ho realizzato un sacco di progetti al di
fuori dei Queen nel corso degli anni e quando la gente mi lancia una
sfida questo per me è sempre stimolante. Ho chiesto di fare ogni
genere di cose, di solito per beneficenza, ultima in ordine di tempo
la cover per la BBC del brano dei Beach Boys, Beach Only Knows. Tutti
pensano di conoscere le canzoni della propria infanzia,, ma in realtÃ
non le si comprende davvero fino a quando non le suoni in prima
persona, e allora ti rendi conto di che pezzo meraviglioso sia. Per
tutta la mia carriera ho amato entrare in nuove situazioni, sia
suonando con band come i Black Sabbath, come ho fatto anni fa, sia
collaborando più recentemente con il rapper Dappy.”
Pensi che a volte questo
tipo di apertura mentale ti si ritorca contro? I critici musicali che
venerano Sheer Heart Attack, potrebbero contestarti collaborazioni
molto diverse, come quella che hai fatto con Hale e Pace per il brano
The Stonk.
"Sì, è vero,
potrebbero criticarmi. Ma una sfida è una sfida, e la musica è
musica. Non nutro dello snobismo nei confronti di qualche genere
musicale, che si tratti dei Bad News o del cantante soul Jeffrey
Osborne. Non faccio le cose per avere un singolo al primo posto in
classifica, sebbene il pezzo The Stonk ha raccolto un sacco di soldi
per l'ente benefico Comic Relief. Non ho mai rimpianto le cose che ho
fatto. Semmai rimpiango le cose non ho potuto fare. Quindi, voglio
dire, che i critici si fottano se non riescono a capirlo (ride)!"
(e ai critici aggiungerei anche certi fans, ndt).
(Fonte: www.teamrock.com | www.brianmay.com)
@Last_Horizon