Intervista a Brian May su Classic Rock del 29 Ottobre 2014


Brian May ha collaborato con la società di animazione e produzione Unanico per la creazione di un film d'animazione dal titolo One Night In Hell. Il corto, la cui anteprima andrà in onda nel Regno Unito su Sky 3D e Sky Arts nella notte di Halloween, si basa sulla collezione personale di May delle famose Diableries, un set di carte stereoscopiche pubblicate in Francia nel 1860 che mostrano una serie d visioni del mondo degli inferi. Insieme con gli storici del settore Paula Fleming e Denis Pellerin,



May ha pubblicato nel 2013 un libro dal titolo Diableries: Stereoscopic Adventures in Hell, e One Night in Hell rappresenta il tentativo del chitarrista di portare in vita sullo schermo i diavoli, gli scheletri e i demoni raffigurati nelle cards stereoscopiche. Classic Rock ha parlato con May in occasione della prima mondiale del film a Londra per saperne di più su questo progetto diabolico. Le Diableries sono chiaramente molto vicine al tuo cuore: ti andrebbe di spiegarci qualcosa del fascino che questa collezione esercita su di te?
"Beh, le Diableries hanno fatto parte della mia vita per quasi 50 anni, da quando ne ho trovaeo alcune su una bancarella del mercato di Portobello Road, e da allora ho continuato a cercarle ovunque in giro nel mondo. Quando abbiamo messo insieme il libro Diableries l'anno scorso siamo riusciti a rintracciare 181 carte su un totale conosciuto di 182, e che ci hanno dato modo di presentare questa meravigliosa visione satirica del regno di Napoleone III a cui le Diableries facevano diretto riferimento.”

Sei stato tu a contattare la Unanico Group per realizzare il cortometraggio?
"No, il libro ha fatto il suo corso, nel senso che ha la gente è rimasta davvero affascinata da questo mondo, e Paul Laikin della Unanico si è messo in contatto con me all'inizio perché aveva visto il libro e trovava le immagini stimolanti. Ci siamo subito resi conto che entrambi parlavamo la stessa lingua e che condividevamo la stessa passione per queste cose, e così tutto è successo molto rapidamente.”

Ci puoi dare un breve riassunto della trama di One Night In Hell?
"Non voglio rivelare troppo, ma è fondamentalmente un giorno della vita di Satana all'inferno. E' molto ironico, perché è questo lo spirito delle Diableries, che sono nate come una rappresentazione piuttosto severa degli insegnamenti religiosi del tempo, ma si sono poi evolute in una parodia di quegli insegnamenti, e in una satira piuttosto feroce contro il regime del di quel periodo. E' incredibile ciò che hanno realizzato. Nel film ci siamo principalmente concentrati sulle personalità dei personaggi delle carte, e il filo conduttore dell film è rappresentato da un piccolo ragazzo che arriva all'inferno con una strana valigetta sotto il braccio, ed è il suo viaggio attraverso le varie stanze dell'inferno ciò che si vedrà nel film."

Hai aiutato nella realizzazione dello storyboard del film?
"Beh, abbiamo trascorso un bel po' di tempo solo a guardare le carte originali e a discutere su come si potessero rappresentare, e su queste abbiamo poi impostato lo storyboard del cortometraggio (lo storyboard è una sorta di rappresentazione “a fumetti” di un film che serve per mettere su carta ciò che poi dovrà essere filmato, ndt). Abbiamo lavorato assieme per un lungo periodo, ed è stata una bella interazione. Guardare come le cose si sviluppano e si evolvono è stato piuttosto incredibile. La musica poi si è sviluppata insieme alle immagini. Ho avuto l'idea di combinare We Will Rock You con una sezione dell'Overture 1812 di Tchaikovsky, un pezzo che sembrava incredibilmente appropriato già da quando è stato composto per il primo Napoleone, e dal momento che le Diableries andavano contro il regime di Napoleone III, questo brano non sarebbe stato possibile suonarlo nella Parigi dell'epoca, quindi mi è sembrato tutto molto appropriato. Nel pezzo ho aggiunto un po' della mia chitarra, così mi sono trovato a Praga per eseguire la 1812 con la Czech National Symphony Orchestra in un modo leggermente diverso di quanto sia mai stato fatto prima. Sono davvero contento del risultato finale."

Pensi che ci sia la possibilità che One Night in Hell diventi un vero e proprio film?
"Sì, penso che siamo tutti entusiasto all'idea di fare un film, e abbiamo già un po' di idee. Questo film è molto legato alla visione vittoriana che si aveva all'epoca delle Diableries, fino a quando verso la fine del corto la storia non si spinge verso un universo più ampio, quindi ovviamente se ne faremo un lungometraggio, saremo in grado di espandere la trama in uno spazio virtuale più grande, e questa possibilità è molto eccitante.”

Sono le sfide di questo genere le collaborazioni importanti per te come musicista e artista?
“Assolutamente. Mi piace affrontare sfide in diversi campi. Ovviamente abbiamo percorso una lunga strada con i Queen e sia io che Roger Taylor abbiamo passato un periodo in cui non volevamo davvero più essere legati ai Queen, perché semplicemente non mi sembrava giusto esserlo senza Freddie. Ma è sempre interessante estendere noi stessi al di là del nostro universo musicale. Ho realizzato un sacco di progetti al di fuori dei Queen nel corso degli anni e quando la gente mi lancia una sfida questo per me è sempre stimolante. Ho chiesto di fare ogni genere di cose, di solito per beneficenza, ultima in ordine di tempo la cover per la BBC del brano dei Beach Boys, Beach Only Knows. Tutti pensano di conoscere le canzoni della propria infanzia,, ma in realtà non le si comprende davvero fino a quando non le suoni in prima persona, e allora ti rendi conto di che pezzo meraviglioso sia. Per tutta la mia carriera ho amato entrare in nuove situazioni, sia suonando con band come i Black Sabbath, come ho fatto anni fa, sia collaborando più recentemente con il rapper Dappy.”

Pensi che a volte questo tipo di apertura mentale ti si ritorca contro? I critici musicali che venerano Sheer Heart Attack, potrebbero contestarti collaborazioni molto diverse, come quella che hai fatto con Hale e Pace per il brano The Stonk.
"Sì, è vero, potrebbero criticarmi. Ma una sfida è una sfida, e la musica è musica. Non nutro dello snobismo nei confronti di qualche genere musicale, che si tratti dei Bad News o del cantante soul Jeffrey Osborne. Non faccio le cose per avere un singolo al primo posto in classifica, sebbene il pezzo The Stonk ha raccolto un sacco di soldi per l'ente benefico Comic Relief. Non ho mai rimpianto le cose che ho fatto. Semmai rimpiango le cose non ho potuto fare. Quindi, voglio dire, che i critici si fottano se non riescono a capirlo (ride)!" (e ai critici aggiungerei anche certi fans, ndt).

(Fonte: www.teamrock.com | www.brianmay.com)


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