Diciamolo chiaro, se
suoni la chitarra è molto facile copiare i riff o gli assoli di
qualcuno, ciò che serve è solo conoscere la tecnica corretta. Ma il
vero trucco sta nello sviluppare il proprio stile, fino al punto di
rendere il suono della tua chitarra riconoscibile fra tanti altri. In
questo senso, Brian May è uno di quei rari casi in cui il suo
strumento suona come nessun altro, come dimostra la su spettacolare
carriera sia con i Queen che da artista solista, che gli ha
giustamente fatto guadagnare il titolo di guitar hero o, se
preferite, di leggenda delle sei corde. Con la moneta da sei pence
nella mano che utilizza come un plettro, Brian May suona la Red
Special, chitarra amorevolmente costruita assieme al padre ricavando
il corpo centrale da un pezzo di legna originariamente montato sul
camino della loro abitazione. Raffinato e fluido, ha creato uno stile
orchestrale travolgente, perfettamente armonizzato con le influenze
classiche e rock, un connubio che ricorda la fusione tra un violino e
la chitarra. I suoi assoli su brani come Killer Queen, Bicycle Race e
Tie Your Mother Down sono solo alcuni esempi del suo lavoro
incomparabile. Per il suo ultimo progetto, riassunto nel dvd Live at
Montreux, Brian ha collaborato con la cantante Kerry Ellis,
apprezzata nel mondo teatrale e dei musical per il suo lavoro a
Broadway e nel Westend inglese. Registrato nel mese di luglio dello
scorso anno presso l'Auditorium Stravinski della città svizzera, lo
spettacolo presenta il duo (occasionalmente accompagnato dal
tastierista Jeff Leach) affrontare una variegata setlist che
comprende i classici Dust in the Wind dei Kansas a Somothing dei
Beatles, passando per alcuni standard come The Way We Were e Born
Free e, ovviamente, senza dimenticare i gioielli dei Queen, tra cui
Somebody to Love, We Will rock You, Love of My Life, '39, Crazy
Little Thing Called Love, intervallate da alcune chicche meno
conosciute come Life Is Real, una canzone scritta Freddie Mercury nel
1982 per omaggiare John Lennon e No-One But You, il primo pezzo
pubblicato dai Queen senza la voce del cantante e originariamente
inserito nella collection Queen Rocks. Da segnalare poi la presenza
di Last Horizon, una composizione strumentale che mette in mostra un
abbagliante assolo scritto da Brian per il suo primo album solista,
Back To The Light. La voce straordinaria di Kerry Ellis si dimostra
all'altezza della sfida, conferendo allo show una intimitÃ
cristallina che finisce col caratterizzare l'intero set. Da parte sua
Brian contribuisce anche con la voce cantando alcune delle canzoni
presenti sul dvd. A giudicare dal riscontro del pubblico, davvero
strepitoso i fans deciso che l'esperiemento funziona. Sia che si
tratti di una delle immense esibizioni allo stadio di Wembley, sia
che si tratti di un evento più intimo, questo nuovo dvd+cd dimostra
la qualità senza tempo di questa collezione di canzoni.
Rock Cellar Magazine ha
incontrato Brian May e Kerry Ellis per parlare della genesi di questo
progetto e molto altro ancora. La prima domanda è dunque: com'è
nato questo progetto?
Brian
May: “Beh, questo progetto si è evoluto nel corso di un
periodo abbastanza lungo. Kerry ed io abbiamo lavorato insieme per 12
anni, anche se a fasi alterne. Abbiamo aggiunto le candele così da
avere un'atmosfera intima e la cosa ha funzionato. Stiamo facendo
alcuni spettacoli in Inghilterra adesso e ci stiamo divertendo molto
(l'intervista risale a prima che il Candlelight Tour si concludesse,
ndt).”
Kerry, cosa ha
significato per te interpretare queste canzoni nate in origine per
voci maschili?
Kerry Ellis: “È
stato molto divertente. Molte delle nostre scelte musicali vengono
dal semplice fatto che queste canzoni ci piace suonarle. Non c'è
molto di calcolato. Sono solo belle canzoni e godiamo
nell'eseguirle. A me personalmente offrono la possibilità di cantare
alcuni classici e questa è stata una tale gioia! Non si arriva a
eseguire canzoni come queste così spesso, quindi è stato molto
divertente. Cantare Dust in the Wind dei Kansas è uno dei miei
momenti preferiti dello show perché è una canzone così semplice.
Come cantante si è soliti spingere se stessi oltre i limiti o
cercare sempre di fare qualcosa di passionale. Ma è un vero piacere
interpretare questi brani in modo così semplice, perché non capita
spesso.”
In un certo senso si
potrebbe dire che proponete queste canzoni nella loro veste più
essenziale.
KE: “Sì, parliamo
anche molto durante lo spettacolo. spieghiamo di una buona canzone
possa essere tale anche se suonata in modi diversi, perché resta
comunque una buona canzone. Le belle canzoni sono così, funzionano
sia che le arrangi con un'orchestra, sia se le suoni con voce e
chitarra. Hanno sempre lo stesso impatto e la medesima potenza in
qualsiasi modo vengono eseguite.”
Quando un live show è un
successo travolgente, nasce una sorta di comunione tra l'artista e il
pubblico. Potete spiegarci qualcosa di questa connessione?
BM: “La ragione per
cui ho scritto We Will Rock You e Freddie la sua We Are the Champions
è proprio perché ci piaceva l'interazione a due vie col pubblico,
una cosa che a quei tempi era abbastanza nuovo. Adesso coinvolgere il
pubblico nello show è diventato normale. Ma negli anni '70, se si
guarda a quel dato contesto storico, la maggior parte dei gruppi rock
andava a suonare di fronte ad un pubblico che si limitava ad
ascoltare ma non anche a reagisce. La gente non ti rimandava indietro
grandi sensazioni. Ma quando riesci a creare quella connessione con
il pubblico durante una performance, il concerto diventa una cosa a
due vie piuttosto che a senso unico. Con Kerry è quasi come se
stessimo facendo un ulteriore passo avanti in questa direzione.
Kerry giustamente dice che una buona canzone funzione comunque la si
suoni. Aggiungo che se si guarda ad una canzone questa è fatta
essenzialmente di parole e di una melodia portante, di una struttura
di accordi, ed è da lì che scaturiscono le emozioni. Proporre
queste canzoni con un arrangiamento per sola voce e chitarra è una
grande sfida. In questo modo si è in grado di catturare l'essenza di
una canzone. Non c'è disordine e non c'è niente che intralci
l'ascolto e non c'è nessun ornamento inutile. Una delle cose che amo
di Kerry è che lei non fa ornamenti per se stessa. Canta dal cuore.
Canta una canzone per come è stata scritta e questo è quello che
cerco di fare anche io. Ci piace e il pubblico si connette con noi,
senza dubbio. Si può sentire la voce cristallina e si può sentire
la mia chitarra in modo trasparente. Ho anche una teoria a riguardo:
le persone non possono ascoltare due cose in una volta (ride), si può
ascoltare solo una cosa alla volta. Nel periodo vissuto con i Quen
avevamo la paranoia su come mantenere le cose semplici. Nel corso del
tempo abbiamo pensato che ci servivano le tastiere per rimpolpare il
nostro sound. E poi quando sono andato per conto mio ho pensato 'Devo
avere una chitarra ritmica!', perché se mi fermo a suonare un assolo
allora il ritmo si perde. Ma in realtà non è vero. Andremo in tour
con i Queen questa estate e sarà una cosa molto essenziale dal punto
di vista del sound. Ci saranno solo chitarra, basso e batteria e un
po' di tastiere. Ecco dove Kerry ed io siamo giunti. Non abbiamo la
batteria in modo da non doverci preoccupare del fatto che la voce
possa esserne soffocata.”
Brian, nel dvd la tua esecuzioni di Last Horizon è piuttosto impressionante. Come chitarrista sei davvero originale. Nessuno suona come te o ha un suono come il tuo. Puoi spiegare qualcosa dell'ispirazione e dell'influenza che stanno dietro il tuo modo di approcciare la chitarra, in particolare dell modo in cui riesci ad amalgamare parti orchestrali e assoli?
BM: “Mi piace che la
mia chitarra abbia una voce e possa cantare. La gente dice che il mio
modo di suonare ricorda un'orchestra, ma è una cosa vecchia ed è il
modo in cui posso bluffare (ride). La gente dice 'Come si fa a fare
tutto in multi-traccia?' e io non lo so davvero! Utilizzo l'effetto
delay (ritardo) e ci lavoro su. Kerry ha la sua laringe e io ho solo
i miei pochi millimetri di dita sulla corda ed è questa la mia
voce.”
Tanti chitarristi suonano
come l'imitazione di qualcun altro. Quando hai capito che avevi
trovato la tua voce, il tuo stile alla chitarra?
BM: “Ho sempre
sperato di avere un mio stile personale. Andando molto indietro nel
tempo, non ricordo un momento preciso in cui ho pensato che forse
avevo trovato una nuova direzione giusta per me. A volte devi solo
continuare a fare le cose per farti notare. Stessa cosa vale per
Kerry e me, la gente sta cominciando a capire cosa possiamo fare.”
Per entrambi: quando vi
siete resi conto che la musica poteva essere una carriera a tempo
pieno e che nessun altro lavoro sarebbe mai stato necessario?
KE: “Io non sono una
che a un certo punto si siede e dice 'Ok ce l'ho fatta', oppure 'sto
bene così e non voglio altro'. Come performer e artista sono sempre
in cerca della sfida successiva. Amo quello che Brian e io stiamo
facendo in questo momento e sto sempre a pensare 'Ok, e adesso? Cosa
faremo questa volta?', oppure penso 'Qual è il livello successivo a
questo?'. Ciò che rende un artista anche un buon artista è
continuare a cercare di migliorare e andare sempre avanti”.
BM: “Agli inizi
della mia carriera con i Queen andavamo in tour con i Mott the
Hoople. Ian Hunter era una persona saggia come un vecchio savio anche
in quei giorni in cui era giovane. Un giorno ci siamo seduti insieme
e mi ha chiesto 'Brian, come stai? Questo tour sta andando bene per
te?', e io ho detto 'Sto facendo bene ma trovo molto difficile essere
lontano da casa mia'. Era la prima volta che ero lontano da casa per
così tanto tempo. Ricordo che lui mi guardò e, dopo aver incrociato
le dita sotto il mento disse: 'Brian, se senti la mancanza di casa
allora non sei tagliato per fare questo'.
A quel punto ho
pensato, bene va bene, forse ha ragione. Ma dentro di me sentivo che
valeva la pena fare quello che facevo con i Queen perché era
semplicemente magico. Ed è sempre stato così per me, quindi grazie,
Ian (ride). In quel momento ho capito che eravamo sulla nostra strada
e che non avevo bisogno di trovare un lavoro come tutti gli altri
miei amici. Ho amato la mia vita a casa, ma ho dovuto seguire il mio
sogno. E' stata una straordinaria opportunità per fare qualcosa di
straordinario ed è stato quello il momento in cui si è diventato
chiaro per me.”
Il mondo di Kerry di
Broadway e il mondo dei Queen non sono poi molto distanti.
BM: “Sì, i nostri
stili vanno molto bene insieme e questo è il motivo per cui questo
funziona così bene. Per inciso, abbiamo un paio di nuove canzoni nel
set adesso (qui Brian si riferisce sempre al tour oggi concluso,
ndt). Ancora una volta stiamo facendo canzoni semplici ma belle.
Abbiamo aggiunto la canzone So Sad degli Everly Brothers, una canzone
simbolo per me ed è una grande parte della mia infanzia e anche
Kerry la ama molto. Ci dà la possibilità di cantare insieme, il che
è divertente E' una canzone molto semplice, ci sono solamente una
strofa, un ritornello, ancora una strofa seguita dal ritornello il
gioco è fatto. Ma èbella, parla dal cuore e va su molto bene. Ne
abbiamo un'altra che stiamo facendo nel set, che non è anche sul
dvd. Si tratta di If I Loved You dei Carousel. Non è rock'n'roll, ma
funziona proprio come un sogno per noi. Una bella canzone è sempre
una bella canzone.”
Born Free funziona
sorprendentemente bene per un pubblico rock.
BM:
“Esattamente. Mi sento molto orgoglioso di questo. Penso che
molte persone non avrebbero immaginato che una canzone come Born Free
avrebbe funzionato per un pubblico rock. Era una canzone registrata
da Matt Monro e l'atteggiamento e l'atmosfera erano tutte piene di
sorrisi. Il modo in cui lo facciamo è pieno di angoscia, perché la
fauna selvatica oggi versa in uno stato preoccupante in tutto il
mondo. Born Free non significa più 'Evviva, non è tutto grandiso?'.
C'è un accenno allo spirito originale del pezzo, ma ora è
completamente diversa. Su mia richiesta fatta direttamente a Don
Black, che ha scritto le parole originali, ho aggiunto poche righe,
giusto per andare un po' oltre Quindi mi sento molto felice della
nostra versione di questa canzone.”
Kerry, qual è la canzone
che preferisci del vostro set acustico?
KE:
“Oddio, in realtà dipende. Non credo che ci sia qualcosa nel
nostro set che mi piace più di altre. Sono tutte leggermente
diverse. I Loved You è molto passionale e piuttosto scarna ma mi
piace farla. Ma poi mi piace anche cantare Dust in the Wind, perché
è così semplice e rilassata per me e Brian ha un assolo nel mezzo
che magari potrebbe non trovare troppo rilassante (ride), ma mi piace
il flusso del set e di come riesco attraverso di esso a mettere in
campo i miei vari modi di essere. Ci sono diversi estremi all'interno
della scaletta. E' difficile sceglierne una che mi piace più di
altre perché mi piacciono molto tutte quante (ride).”
Quali sono state le sfide
più grandi che si sono presentate a voi lavorare per questo
progetto? C'era qualche preoccupazione su come sarebbe stato accolto
da un pubblico rock?
BM:
“No, per niente . Non sono mai stato preoccupato di come
sarebbe andato col pubblico. Onestamente non c'erano timori da parte
mia. Avevamo delle aspettative. La gente aveva visto Kerry fare tutti
i grandi musical per un lungo periodo e altri che mi hanno visto nei
Queen fare tutti quei grandi spettacoli. Al principio, quando abbiamo
iniziato a fare spettacoli insieme sono sicuro che il pubblico avrÃ
pensato 'Chissà che cosa stanno facendo?'. Abbiamo solo pensato che
se ci divertiamo e se riteniamo di poter comunicare qualcosa con
queste canzoni, allora quanto più ci divertiamo, tanto più il
pubblico se la gode.”
La versione acustica di
Tie Your Mother Down presente nel dvd è piuttosto sorprendente e
diverss. È una canzone originariamente scritta alla chitarra
acustica?
BM: “Tie Your Mother
Down e' stata scritta con la chitarra acustica. Ero a Tenerife dove
avevo appena acquistato una chitarra. A quei tempi non c'erano i
telefoni cellulari e quindi ero molto solo, a miglia di distanza
dalla città più vicina. Stavo suonando la chitarra e arrivò questo
riff e non sapevo cosa farmene. Penso che sia un riff ispirato da
Rory Gallagher e l'ho trovato suonando la chitarra acustica come
fosse stata elettrica. La versione che faccio con Kerry la chiamiamo
'country' e ci suonarla. Tutte le canzoni che facciamo vengono fuori
in modo diverso e questo è uno delle gioie del lavorare insieme. Non
abbiamo vincoli ed è una cosa veramente bella, sciolta e felice.”
Quali canzoni vi hanno
aiutato a superare un brutto periodo?
KE: “Al momento,
essendo in tour e quindi molto coinvolti con lo spettacolo e con
tutto quello che stiamo facendo insieme, eseguire Tie Your Mother
alla fine dello spettacolo è molto edificante per me personalmente,
perché riassume lo show al momento. E' molto divertente.”
BM:
“Ho bisogno di fare musica per aiutare me stesso. Amo la canzone
Back on My Feet Again dei The Babys. Dice 'Non ho ancora perso, io
sto qui in piedi, continuerò nel futuro e non voglio cadere. Un
altro brano che mi solleva quando sono depresso è la canzone dei
Foreigner, I Want to Know What Is Love. Lou Gramm è stato uno dei
più grandi cantanti della nostra generazione.”
@Last_Horizon