Dopo la pubblicazione del volume A Village Lost and Found, Brian
May è diventato uno dei collezionisti più rispettati e importanti
nel campo della fotografia stereoscopica. Una passione davvero
inarrestabile che ha portato il chitarrista a lavorare ad un nuovo
progetto, il secondo libro dedicato alle immagini 3D. In questa
seconda fatica l'argomento è di interesse più ampio è certamente
controverso. Si tratta delle Diableries, traducibile
approssimativamente come “diavolerie”, una raccolta di
straordinarie carte stereo di origine francese, pubblicate per la
prima volta a partire nel 1860 e fino al 1900 circa. In esse è
raffigurato un mondo sotterraneo immaginario assai complesso,
popolato da diavoli, satiri e scheletri che ballano e si divertono
tra le fiamme dell'inferno.
Le carte sono vere e proprie opere
d'arte, realizzate su tessuti francesi e costruite in modo speciale,
per consentire loro di essere viste in 3 dimensioni, con la
particolarità che se vengono osservate con una luce frontale
appariranno scene di giorno, altrimenti con una retro-illuminazione
le scene risulteranno in versione notturna.
Le scene rappresentate in Diableries sono state prima realizzate
in argilla con sorprendente abilità da un piccolo gruppo di
scultori, e poi fotografate con una macchina stereoscopica. Dopodiché
gli occhi di ciascun scheletro sono stati forati e ricoperti con una
sostanza rossa per farne risaltare i contorni. Le stampe su tessuto
sono state poi montate insieme in modo tale da creare le tipiche
cards doppie e inserite tra due telai di cartone, ognuno dotato delle
tipiche “finestre” per la visione stereoscopica. Proprio il fatto
di essere stampate su tessuto le rende estremamente fragili, tanto
che i necessari interventi di restauro non sono possibili senza
correre il rischio di danneggiarle irrimediabilmente. Per questa
ragione il libro è stato realizzato procedendo con la
digitalizzazione di tutte le cards. Brian stesso ha lavorato per anni
su ogni singola immagine in modo da correggerne i difetti e i danni
prodotti dal tempo, fino ad ottenere una nuova serie di cards
identiche a come apparivano nel 1860.
Brian ha recentemente promosso il libro sia in Inghilterra che
negli Stati Uniti con una serie di interviste e veri e propri simposi
presso le librerie più prestigiose, eventi durante i quali ha
raccontato la storia che c'è dietro le Diableries e il motivi per i
quali si è appassionato così tanto a questa forma d'arte. Molte
delle sue interviste sono già tradotte e pubblicate sul blog e vi
invito a leggerle per scoprire, direttamente dalle parole di Brian,
questo fantastico mondo.
Oltre alle bellissime immagini che compongono il set completo di
oltre 70 carte stereo, visibili in 3D grazie al visore inventato da
Brian e allegato al volume, assieme ai co-autori Denis Pellerin e
Paula Fleming, Brian May ha anche realizzato delle didascalie
esplicative per ogni carta in modo da svelarne il significato e
sottolinearne la natura satirica, peraltro facilmente adattabile
anche all'attuale situazione politica inglese. In Francia, infatti,
le Diableries venivano utilizzate come forma di sberleffo nei
confronti di Napoleone III° e dei nobili dell'epoca.
Scheda libro
Formato: 235 millimetri x 310 millimetri
Numero pagine: 280
Illustrazioni: 500 fotografie tutte a colori
Testo : circa 70.000 parole
Rilegatura: cartonato
Cofanetto: con il visore OWL
I co-autori di Diableries:
Denis Pellerin, esperto internazionale di storia della fotografia,
è un insegnante che per oltre 30 anni si è interessato
all'argomento, del quale è un appassionato dall'età di dieci anni.
Ha pubblicato numerosi libri e articoli sulla stereofotografia del
19° secolo, collaborando con riviste, istituzioni e musei. Si è
laureato come un Master in Storia dell'Arte alla Sorbona nel 1999 e
da allora è specializzato nella storia della stereografia vittoriana
francese e inglese.
Paula Richardson Fleming è una storica della fotografica con un
particolare interesse per la fotografia stereo. E' archivista presso
lo Smithsonian Institution National Archives, nonché membro del
prestigioso Fellow ed ex membro del Consiglio di Amministrazione
della Associazione Nazionale Stereoscopica. Il suo curriculum
comprende pubblicazioni sulla fotografia del 19° secolo, ma è anche
stata curatrice di numerose mostre fotografiche.
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