DOMANDA: We Will Rock You, il musical dei Queen divenuto ormai un
successo internazionale, sta per affrontare una nuova sfida:
l'edizione americana che dopo l'esibizione di Las Vegas del 2005
torna con un vero e proprio tour. Prima tappa il 15 Ottobre a
Baltimora, con la presenza di Brian May ad inaugurare l'evento. Cosa
ti ha spinto ad intraprendere questo nuovo progetto?
BRIAN MAY: Beh , We Will Rock You è un musical, si sa, e siamo
arrivati a crearlo senza conoscere esattamente quel particolare
mondo. Non volevamo mettere su qualcosa come My Fair Lady . Questo è
rock'n'roll e doveva essere qualcosa di molto diverso dai soliti
musical. Così, abbiamo iniziato a studiare il meccanismo che sta
alla base di questi show e stiamo ancora imparando tante cose. Siamo
partiti con una certa dose di umiltà , ovviamente, ma vogliamo
cambiare il mondo. Quindi abbiamo messo insieme una squadra fatta in
parte di gente legata al rock and roll e in parte al mondo del
teatro, ed è diventato questo grande sorta di mélange. Abbiamo
qualche difficoltà a definirlo propriamente un musical, perché un
musical significa che è una cosa vecchia, così preferiamo la
definizione di rock teatrale. E' qualcosa molto rock'n'roll, molto
organico, ma allo stesso tempo ha in sé valori tipici del teatro
musicale, che è quello anzitutto di incapsulare tutta la storia, il
mondo intero direi in quel paio d'ore durante le quali ti esibisci
sul palco.
D: A volte lo spettacolo cambia o aggiunge dei riferimenti collegati al pubblico locale. C'è qualcosa del genere anche per Baltimora e in generale per la realtà degli Stati Uniti?
BM: Ben Elton è uno scrittore e un produttore miracoloso perché
riesce a fare sempre di meglio tutte le volte. Lui osserva i vari
personaggi e decide che si può fare di più, che si possono
migliorare delle cose . E tutta la produzione inizia così ad
evolversi in qualcosa che è radicato nella città dove si svolgerÃ
lo show.
D: Le canzoni dei Queen sono conosciute e amtae. E' stato
necessario cambiarle in qualche modo per adattarle alla forma dello
spettacolo teatrale?
BM: Stranamente non è stato così difficile mettere le canzoni
all'interno dello show. Un sacco di roba dei Queen racconta della
ricerca di se stessi e della libertà , staccandoti da dove ti trovi,
rompendo col mondo che ti circonda. Sai, We Are The Champions, I Want
to Break Free, sono canzoni che parlano proprio di questo. Quindi sì
, la maggior parte delle canzoni sono proposte intatte e senza
nemmeno delle modifiche nei testi. Ma ce ne sono un paio che abbiamo
adattato per raccontare la storia di We Will Rock You. Uao è
l'introduzione, Radio Gaga, che nel musical diventa una canzone su
quello che succede in futuro, soprattutto nella realtà di internet e
nella pubblicità e spiega come i bambini non abbiano più la libertÃ
di pensare con la propria testa. La gente è in catene, non
fisicamente ma mentalmente, perché sono stati nutriti con internet,
con la pubblicità e il marketing e tutto è diventato fonte di
commercio.
D: Freddie Mercury era un frontman iconico con una voce
straordinaria. Quanto è stato difficile trovare cantanti capaci di
interpretarne le canzoni?
BM: E' una grande cosa We Will Rock You proprio perché non è
diventato qualcosa di statico. La maggior parte dei musical vengono
spostati da una città all'altra, ma restano sempre identici a se
stessi, con lo stesso modo di cantare e lo stesso modo di agire. We
Will Rock You non è mai stato così, e noi incoraggiamo gli attori a
portare il proprio talento e quindi la propria personalitÃ
all'interno dello show. Insomma c'è una sceneggiatura, ovviamente ,
e ci sono alcune cose che devono accadere ma, all'interno del musical
c'è un sacco di libertà per le persone affinché possano essere se
stesse sul palco. Ma è stato molto difficile all'inizio trovare
persone che compresendessero davvero ciò che stavamo cercando di
fare perché, ovviamente, si presentavano soprattutto artisti
provenienti dal mondo dei musical e quindi legati a quel tipo di
impostazione, specie dal punto di vista del canto. Ma noi volevamo
che gli attori fossero istintivi sul palco e, in un certo senso,
dovessero diventare delle rock star. E per farlo devono essere in
grado di muoversi e cantare come rock star. In più molti di loro
dovevano essere in grado anche di ballare. Siamo stati molto
fortunati perché siamo riusciti a trovare alcuni grandi artisti che
assieme formano un team originale e davvero brillante. Chi viene a
vedere We Will Rock You sa cosa aspettarsi e la cosa difficile è
cambiare le cose per farle come ci si sente dentro in quel momento,
in modo da mantenere questo spettacolo fresco. E' capitato che alcuni
si siano presentati alle audizioni e abbiano cantato esattamente come
si sente nell'album del cast originale. Ma questo non era ciò che
volevamo. Così a chi proponeva questa sorta di fotocopia
dell'originale chiedevamo di fare un passo indietro, di tornare e
cantare in modo spontaneo, con la stessa emozione che si prova quando
si perde il proprio migliore amico. Quindi lo spettacolo è una
costante riaffermazione del fatto che We Will Rock You è un inno
alla libertà , non rinchiuso in una scatola.
D: E' strano assistere ad uno spettacolo in cui altri interpretano
le vostre canzoni o è un disagio dal quale ormai vi siete
affrancati?
BM: La maggior parte delle volte è una grande esperienza. E
'stato strano all'inizio e ho avuto quella certa voglia di salire sul
palco. La cosa divertente è che ho ancora quel prurito e,
occasionalmente, posso farlo. E' una cosa molto bella, il cast e la
band fanno questo lavoro incredibile sul palco e poi posso andare
avanti e ricevere tutti gli applausi. Quindi è fantastico per me. Ma
mi piace essere un produttore soprattutto, mi piace stare dietro le
quinte e cambiare le piccole cose e poi guardare lo spettacolo
crescere.
(Fonte:
http://www.baltimoremagazine.net/arts/2013/10/cameo-brian-may
& http://brianmay.com/brian/briannews/briannewsoct13b.html#39)
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