Intervista a Brian May sul Baltimore Magazine del 15 Ottobre 2013

DOMANDA: We Will Rock You, il musical dei Queen divenuto ormai un successo internazionale, sta per affrontare una nuova sfida: l'edizione americana che dopo l'esibizione di Las Vegas del 2005 torna con un vero e proprio tour. Prima tappa il 15 Ottobre a Baltimora, con la presenza di Brian May ad inaugurare l'evento. Cosa ti ha spinto ad intraprendere questo nuovo progetto?

BRIAN MAY: Beh , We Will Rock You è un musical, si sa, e siamo arrivati a crearlo senza conoscere esattamente quel particolare mondo. Non volevamo mettere su qualcosa come My Fair Lady . Questo è rock'n'roll e doveva essere qualcosa di molto diverso dai soliti musical. Così, abbiamo iniziato a studiare il meccanismo che sta alla base di questi show e stiamo ancora imparando tante cose. Siamo partiti con una certa dose di umiltà, ovviamente, ma vogliamo cambiare il mondo. Quindi abbiamo messo insieme una squadra fatta in parte di gente legata al rock and roll e in parte al mondo del teatro, ed è diventato questo grande sorta di mélange. Abbiamo qualche difficoltà a definirlo propriamente un musical, perché un musical significa che è una cosa vecchia, così preferiamo la definizione di rock teatrale. E' qualcosa molto rock'n'roll, molto organico, ma allo stesso tempo ha in sé valori tipici del teatro musicale, che è quello anzitutto di incapsulare tutta la storia, il mondo intero direi in quel paio d'ore durante le quali ti esibisci sul palco.

D: A volte lo spettacolo cambia o aggiunge dei riferimenti collegati al pubblico locale. C'è qualcosa del genere anche per Baltimora e in generale per la realtà degli Stati Uniti?



BM: Ben Elton è uno scrittore e un produttore miracoloso perché riesce a fare sempre di meglio tutte le volte. Lui osserva i vari personaggi e decide che si può fare di più, che si possono migliorare delle cose . E tutta la produzione inizia così ad evolversi in qualcosa che è radicato nella città dove si svolgerà lo show.

D: Le canzoni dei Queen sono conosciute e amtae. E' stato necessario cambiarle in qualche modo per adattarle alla forma dello spettacolo teatrale?

BM: Stranamente non è stato così difficile mettere le canzoni all'interno dello show. Un sacco di roba dei Queen racconta della ricerca di se stessi e della libertà, staccandoti da dove ti trovi, rompendo col mondo che ti circonda. Sai, We Are The Champions, I Want to Break Free, sono canzoni che parlano proprio di questo. Quindi sì , la maggior parte delle canzoni sono proposte intatte e senza nemmeno delle modifiche nei testi. Ma ce ne sono un paio che abbiamo adattato per raccontare la storia di We Will Rock You. Uao è l'introduzione, Radio Gaga, che nel musical diventa una canzone su quello che succede in futuro, soprattutto nella realtà di internet e nella pubblicità e spiega come i bambini non abbiano più la libertà di pensare con la propria testa. La gente è in catene, non fisicamente ma mentalmente, perché sono stati nutriti con internet, con la pubblicità e il marketing e tutto è diventato fonte di commercio.

D: Freddie Mercury era un frontman iconico con una voce straordinaria. Quanto è stato difficile trovare cantanti capaci di interpretarne le canzoni?

BM: E' una grande cosa We Will Rock You proprio perché non è diventato qualcosa di statico. La maggior parte dei musical vengono spostati da una città all'altra, ma restano sempre identici a se stessi, con lo stesso modo di cantare e lo stesso modo di agire. We Will Rock You non è mai stato così, e noi incoraggiamo gli attori a portare il proprio talento e quindi la propria personalità all'interno dello show. Insomma c'è una sceneggiatura, ovviamente , e ci sono alcune cose che devono accadere ma, all'interno del musical c'è un sacco di libertà per le persone affinché possano essere se stesse sul palco. Ma è stato molto difficile all'inizio trovare persone che compresendessero davvero ciò che stavamo cercando di fare perché, ovviamente, si presentavano soprattutto artisti provenienti dal mondo dei musical e quindi legati a quel tipo di impostazione, specie dal punto di vista del canto. Ma noi volevamo che gli attori fossero istintivi sul palco e, in un certo senso, dovessero diventare delle rock star. E per farlo devono essere in grado di muoversi e cantare come rock star. In più molti di loro dovevano essere in grado anche di ballare. Siamo stati molto fortunati perché siamo riusciti a trovare alcuni grandi artisti che assieme formano un team originale e davvero brillante. Chi viene a vedere We Will Rock You sa cosa aspettarsi e la cosa difficile è cambiare le cose per farle come ci si sente dentro in quel momento, in modo da mantenere questo spettacolo fresco. E' capitato che alcuni si siano presentati alle audizioni e abbiano cantato esattamente come si sente nell'album del cast originale. Ma questo non era ciò che volevamo. Così a chi proponeva questa sorta di fotocopia dell'originale chiedevamo di fare un passo indietro, di tornare e cantare in modo spontaneo, con la stessa emozione che si prova quando si perde il proprio migliore amico. Quindi lo spettacolo è una costante riaffermazione del fatto che We Will Rock You è un inno alla libertà, non rinchiuso in una scatola.

D: E' strano assistere ad uno spettacolo in cui altri interpretano le vostre canzoni o è un disagio dal quale ormai vi siete affrancati?

BM: La maggior parte delle volte è una grande esperienza. E 'stato strano all'inizio e ho avuto quella certa voglia di salire sul palco. La cosa divertente è che ho ancora quel prurito e, occasionalmente, posso farlo. E' una cosa molto bella, il cast e la band fanno questo lavoro incredibile sul palco e poi posso andare avanti e ricevere tutti gli applausi. Quindi è fantastico per me. Ma mi piace essere un produttore soprattutto, mi piace stare dietro le quinte e cambiare le piccole cose e poi guardare lo spettacolo crescere.



@Last_Horizon