Si è conclusa pochi istanti fa
l'esibizione e mentre il pubblico applaude la più grande band di
tutti i tempi, ecco la setlist della serata:
Bohemian Rhapsody
Another One Bites
The Dust
Crazy Little Thing Called Love
Who Wants To Live
Forever
Somebody To Love (with Fun)
Fat Bottomed
Girls (with Fun)
Dragon Attack
Bohemian Rhapsody (reprise)
We Will Rock
You
We Are The Champions
Ebbene si: dovete sapere che esiste una
schiera di “fans” (capirete che l'uso delle virgolette è davvero
necessario) convinta di essere in qualche modo nelle grazie di Brian
May, magari solo perché hanno ricevuto qualche mail, una stretta di
mano o magari perché possono sfoggiare in rete una foto con il
chitarrista. Il risultato è un costante precipitare nel delirio che
credo induca molti di questi personaggi da operetta (così, ne sono
certo, li definirebbe il buon Freddie) a scorrere ogni mattina i
booklet dei cd (rigorosamente solo i Greatest Hits, non sapendo che i
Queen di album ne hanno fatti ben 15!) nella speranza di scorgevi il
proprio nome nei ringraziamenti. Che dire a chi considera i Queen
morti a vantaggio di una chitarra acustica suonata (splendidamente,
per carità ) nelle notti d'estate in attesa del ritorno della Fenice?
Una volta qualcuno ha detto “una risata vi seppellirà ”. Allora
faccio mio questo antico e saggio adagio e vi rispondo così: AH AH
AH!!!
***
Raccontare un'esibizione dei Queen è
sempre un piacere e a scriverla non è mai l'adulto ma il tredicenne
che tutte le volte riemerge dal profondo con tutto il carico di
entusiasmo che si porta dietro da quando ha acquistato il suo primo
disco. Ed è proprio con quello spirito che stamattina ho acceso il
pc in cerca di un live streaming con cui gustare in diretta lo show
dell' iHeart Radio Festival, unito ancora una volta a tantissimi fans
e non pochi amici, gli stessi che adesso stanno leggendo queste
parole, nelle quali mi auguro possano ritrovarsi.
Diciamolo subito: sono un'amante degli
intro, ovvero di quei momenti in cui l'attesa sale fino ad esplodere
con la prima onda sonora che segna l'ingresso della band sul palco.
Credo sia impossibile restare indifferenti ai classici tuoni che
hanno accompagnato tanti concerti dei Queen, o a cose come One Vision
e Flash. Stavolta però è mancato questo primo passo, sostituito dal
semplice annuncio del presentatore e alcuni (troppi) secondi di
attesa prima dell'inizio, un po' a sorpresa, di Bohemian Rhapsody.
Avrei preferito qualcosa di diverso, ma ciò nonostante sono pronto a
farmi abbracciare dal capolavoro, mescolata in un medley con Another
One Bites The Dust e Crazy Little Thing Called Love. Un terzetto di
successi planetari, in cui Adam Lambert rivela una presenza scenica e
una qualità vocale davvero eccezionale, in perfetta sintonia con ciò
che ti aspetteresti da un concerto dei Queen. Rispetto ad altre
occasioni, Adam è elegante (anche nell'abbigliamento, e questa è
una notizia nella notizia!), preciso e misurato e per certi versi ha
rubato la scena ai Queen, cosa non facile, anzi impossibile. Qualcuno
mi ha anche detto che si è dimostrato “troppo” a suo agio per
non andare avanti. E chissà che non succeda davvero.
Come vi avevo raccontato nei giorni
scorsi, gli ospiti della serata sono stati i Fun, saliti sul palco
per eseguire Somebody To Love e Fat Bottomed Girls. Credo fosse una
collaborazione evitabile, anche se perfetta nell'ottica di voler
raggiungere un pubblico più giovane. Ma Matt, il cantante del gruppo
americano, non credo abbia saputo dosare l'inevitabile dose di
emozione e qualche stonatura di troppo è arrivata. Del resto ha
dovuto sostenere un doppio confronto micidiale: quello con Adam e
soprattutto con Freddie, che in Somebody To Love ha sempre dato il
meglio di sé. Su questo brano voglio poi ribadire che adoro
assolutamente la nuova versione del finale, in stile Spread Your
Wings BBC Session. Credo sia stata una invenzione di Roger per i
QueenExtravaganza e funziona maledettamente bene.
Una bella sorpresa è stata la scelta
di inserire in scaletta due brani un po' meno tipici di uno show
destinato ad un pubblico eterogeneo: Who Wants To Live Forever e
Dragon Attack. Entrambe sono state efficaci ed hanno avuto il merito
di far apparire l'esibizione come un vero e proprio mini concerto dei
Queen destinato ai fans della band. Il finale, ovviamente, è stato
dei più classici con la solita accoppiata We Will Rock You/We Are
The Champions, sulle quali è davvero impossibile dire più alcunché.
Brian mi è parso davvero in gran forma
e ha sfoggiato un sound eccezionale, oltre che ben tre chitarre
differenti: oltre alla Red Special, ha imbracciato anche una versione
all black per Fat Bottomed Girls e l'acustica su Crazy. Come sempre
potente il buon Roger, coadiuvato dal figlio Rufus ormai membro
stabile della band in formato live. Ammirare Roger dietro il suo
strumento è sempre qualcosa che mi emoziona fino a farmi saltare
sulla sedia.
Non amo fare classifiche né dare voti,
ma se proprio devo esprimermi credo che questa esibizione possa
meritare un 8/10, cui va aggiunta la speranza che possa essere solo
il primo passo. Non so voi ma io mi aspetto qualcos'altro, sia in
America che qui in Europa. Troppo bravi e convincenti perché possano
fermarsi e perdere l'occasione di portare in giro uno show che
funziona così bene e che ha il merito di riportare alla ribalta i
Queen anni '70. Il fatto è che con Paul Rodgers (tanto per citare la
collaborazione più importante fatta negli ultimi anni), la band era
stata costretta a snaturare parecchio il proprio stile, tanto da
lasciare in primo piano più lo stile dell'ex Free che non i tratti
caratteristici dei Queen. È qualcosa che è stato evidente non solo
nei due tour ma anche in The Cosmos Rocks. Con Adam, al contrario,
Brian e Roger hanno l'opportunità di essere se stessi, di fare cioè
i Queen in modo più pieno e convincente. Il risultato è un gran
divertimento per tutti, anche per loro che manifestano l'autentica
gioia di stare su quel palco.
A ben pensarci, ciò che forse manca
davvero a questo punto è una manciata di canzoni nuove. E non mi
riferisco solo a quelle che non suonano da tempo o che non hanno mai
eseguito dal vivo. Intendo qualcosa di mai sentito prima. Esagero? E
quale fan riesce a trattenersi?
Voglio concludere proprio parlando dei
fans: tra il generale entusiasmo che ho potuto percepire in rete,
sono emersi anche alcuni giudizi poco lusinghieri nei confronti dei
Queen. Ho letto di “band ormai morta” e di presunti appassionati
che preferiscono il Brian acustico dell'estate appena passata
rispetto al rock visto stamattina a Las Vegas. Lungi da me voler
imporre il mio pensiero, tuttavia non posso davvero esimermi dal dire
la mia. Ritengo che chi ha il coraggio, direi l'impudenza, di
pubblicare simili commenti non è un vero fan dei Queen e ha capito
davvero poco sia della loro musica che di ciò che Brian e Roger
vogliono fare. Mettere a confronto il Born Free Tour con le
esibizioni dei Queen è profondamente scorretto e irrispettoso nei
confronti dello stesso Brian May, che mai ha voluto mettere assieme
due progetti così diversi e lontani tra loro. L'aspetto più grave
di simili affermazioni non è tanto il contenuto in sé
(condivisibile o meno a seconda delle proprie sensibilità e gusti),
quanto il fatto che tradiscono – per l'ennesima volta – il becero
tentativo in atto ormai da qualche tempo di ingraziarsi il Doc!
@Last_Horizon