Alcuni artisti, soprattutto negli anni ’80, hanno
attraversato il panorama musicale mondiale come delle autentiche meteore,
mettendo a segno colpi formidabili in classifica per poi scomparire senza
essere più ricordati, se non per quell’estemporaneo successo che ne aveva
portato il nome alla ribalta.
Si tratta di destini crudeli, che hanno infranto i sogni
di gloria di chi sperava di restare sulla breccia per molto più tempo, magari
fino a diventare delle vere leggende. Ma si sa, il cammino verso la gloria è
irto di ostacoli e a volte si tratta di un percorso lungo poche centinaia di
metri.
Il caso degli Wham!
da questo punto di vista è decisamente singolare. Fin dall’inizio, nelle
intenzioni di George Michael (al
secolo Georgios
Kyriacos Panayiotou) e Andrew Ridgeley c’era sì la volontà di
diventare i più grandi, ma anche la consapevolezza che il loro tempo sarebbe
stato limitato ad una manciata di anni e ancora meno dischi. Soprattutto Ridgeley
sapeva che gli Wham! (nati come band studentesca di più elementi e poi
ridottasi ad un semplice duo) dovevano essere niente altro che il trampolino di
lancio per la carriera solista di quel ragazzo timido e un po’ goffo che
sarebbe poi passato alla storia con il nome di George Michael.
La storia degli Wham! è dunque soprattutto il racconto di una grande amicizia, nata
tra i banchi di scuola e proseguita col successo clamoroso ottenuto con
pochissime canzoni e una serie di concerti giganteschi in giro per il mondo. Ma
è anche una straordinaria avventura artistica, caratterizzata dalla
determinazione di Ridgeley e tal talento smisurato di Michael, o Yog come
l’amico ha sempre continuato a chiamarlo.
GEORGE & IO è il
memoriale autobiografico pubblicato da EPC
EDITORE con il quale Andrew Ridgeley
ha deciso di raccontare la storia degli Wham!
che è, inevitabilmente, anche e soprattutto la storia di George Michael, attraverso i passaggi epocali della
loro brevissima avventura musicale, iniziata nel 1982 e terminata quattro anni
dopo sul palco leggendario di Wembley.
Nel mezzo ci sono singoli di successo,
diventati parte integrante dell’immaginario collettivo, ed esibizioni
indimenticabili, come quella al Live Aid
assieme ad Elton John e soprattutto con i Queen in occasione del Freddie Mercury Tribute Concert del
1992.
Proprio quello dei Queen è un nome ricorrente nel libro. Ridgeley racconta di come la
passione per la loro musica lo abbia avvicinato a George quando, ancora
entrambi studenti delle superiori, si barcamenavano tra compiti in classe e l’ascolto
ossessivo di vinili come Sheer Heart
Attack e A Day At The Races. È proprio
su canzoni come Killer Queen e Somebody To Love che entrambi hanno
costruito il proprio sogno di diventare un giorno dei musicisti di successo.
La storia raccontata da Ridgeley non è
poi così diversa da quella che molti cercano di nutrire ancora oggi con le
proprie ambizioni più sfrenate. Appena si inizia strimpellare qualcosa su una
vecchia chitarra, ecco che inizia quella lenta fase di apprendimento delle
proprie potenzialità e della direzione che sarà possibile intraprendere, con
quel pizzico di fortuna che ovviamente non guasta mai. Nel caso degli Wham! la fortuna combaciava
perfettamente con il talento di George
Michael, prima ancora come autore di canzoni che come cantante.
Nel libro emerge chiaramente il percorso
di auto-scoperta fatto da George anche grazie al suo sodalizio con Ridgeley.
Finché sono rimasti assieme, l’uno ha rappresentato uno stimolo per l’altro,
sebbene alla lunga Andrew abbia consapevolmente fatto un passo indietro dal
punto di vista artistico per lasciare ampio spazio a quello che chiama
continuamente “il mio migliore amico”. Perché era George Michael la stella
destinata a risplendere e Ridgeley si è assunto il compito di dare il proprio
contributo semplicemente riconoscendo il talento dell’amico e facendo sì che
nessun egoismo e nessuna invidia personale potessero danneggiare tanto la loro
amicizia quanto il percorso artistico intrapreso, prima come Wham! e poi in
solitaria.
Ma quello di Wham! George & Io è anche il racconto del mondo musicale tipico
degli anni ’80, fatto di abiti improbabili, capelli cotonati, feste a bordo
piscina e una stampa scandalistica che non dava tregua. Un’epoca nella quale la
musica doveva essere fresca e leggera, per catturare il pubblico che acquistava
più dischi, quello degli adolescenti. Per questo su George Michael venne
costruita l’immagine del sex-symbol, un “abito” che al cantante andrà stretto
fin da subito e che lo porterà più avanti ad uno scontro giudiziario con la sua
etichetta, la Sony (una battaglia legale dalla quale però uscirà sconfitto).
Perché George Michael ha sempre puntato
a fare musica di qualità , provando a sfuggire ai meccanismi tipici di quel
business capace di fagocitare e stritolare anche i propri campioni, un tema che
ricorre anche nell’autobiografia di uno dei manager degli Wham!, Bryan Morrison, anche questa pubblicata
da EPC Editore.
Il memoriale di Ridgeley, pur
raccontando anche la propria storia (fermatasi dal punto di vista artistico
alla fine degli Wham! o poco oltre con uno sporadico tentativo solista), è
soprattutto un enorme tributo nel confronti dell’amico scomparso, al quale
riconosce tutti i meriti della comune avventura musicale.
Per il lettore è una splendida immersione nel dietro le quinte di un periodo musicale che oggi può apparire eccessivamente
disimpegnato e sopra le righe. Ed è anche il racconto infinitamente pulito della
vita e della carriera di un artista unico, che tanto ha saputo dare alla musica e
che tanto ancora avrebbe potuto dare.
Ma WHAM!
GEORGE & IO è anche un libro da leggere col sorriso, perché negli anni
’80 la regola era divertirsi, divertirsi sempre e gli Wham! in questo sono
stati degli anfitrioni straordinari.
E, per rivivere i colori e le atmosfere
tipiche degli Wham!, in esclusiva sul
sito della EPC EDITORE è possibile acquistare il libro anche in EDIZIONE DELUXE, un cofanetto che include una t-shirt e altri imperdibili
gadget.
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