Bohemian Rhapsody: intervista a Teresa Montesarchio, curatrice per EPC Editore del libro ufficiale del film




Da un paio di settimane il libro ufficiale di Bohemian Rhapsody è arrivato in tutte le librerie. Uscito con largo anticipo rispetto ai tempi previsti, racconta attraverso immagini e parole il percorso realizzativo di un film entrato di diritto nella storia del cinema. L’edizione italiana del Dietro le Quinte del biopic è stata realizzata dalla EPC Editore e curata da Teresa Montesarchio.


Ho conosciuto Teresa grazie alla musica, a quella dei Queen naturalmente ma non solo. Perché lei, oltre ad essere una psicologa di professione e una giornalista, è anche una batterista floydiana, gestisce su Facebook una pagina dedicata a Nick Mason, ama i Queen almeno quanto io la band di Gilmour e soci ed era quindi inevitabile che tra noi nascesse una sincera amicizia.

L’edizione inglese del libro (edito da Carlton Books), è firmata dal giornalista Owen Williams che ha raccolto sul set le dichiarazioni di attori e tecnici durante le riprese. Un racconto che prende le mosse dalla storia dei Queen per descrivere come si è giunti alla realizzazione del film.

L’idea di intervistare Teresa Montesarchio nasce dalla curiosità di voler approfondire un aspetto troppo spesso sottovalutato, ovvero come nasce un libro del genere. In più avere l’opportunità di conoscere un punto di vista privilegiato sia sul libro che sul film da chi ha vissuto entrambi non solo da fan ma anche di addetta ai lavori.

Teresa, sei la curatrice di Bohemian Rhapsody Dietro le Quinte. Cosa significa “curare” l’edizione italiana di un libro straniero?

Per quanto mi riguarda, vuol dire soprattutto avere l’opportunità di entrare in contatto con tante persone belle e interessanti, poiché si tratta di entrare a far parte di un circuito che vede coinvolti diversi soggetti a livello internazionale. Su di un piano più tecnico, l’idea di curare un titolo o un altro emerge da un flusso continuo di notizie che viaggia quotidianamente in maniera del tutto naturale. Per me che sono appassionata di musica è normale condividere ogni giorno con amici e follower le ultime news su un artista o una band, seguire le notizie, girarle ai miei contatti e ricevere altrettante informazioni da più fonti. È come una grande “chiacchierata” che coinvolge più persone. Spesso sono gli stessi follower dei miei canali a chiedermi di favorire “l’importazione” di un certo titolo. 

La decisione di prendere in carico un libro estero e curarne l’edizione italiana spetta alla casa editrice. Nel caso specifico, la EPC valuta tantissimi fattori (promozione, pubblicazione, interesse del pubblico, solo per citarne alcuni). Collaborando con loro per questo ed altri progetti, ho avuto modo di conoscere il loro preparatissimo team, dalla direzione, al reparto grafico all’area marketing e comunicazione: è un lavoro che richiede molto impegno da parte di tutti, soprattutto perché, una volta preso in carico un libro, bisogna rispettare delle scadenze che spesso sono a breve termine. 

È comunque tutto molto divertente e stimolante per me, perché imparo tantissime cose. Un altro aspetto di questo lavoro che mi colpisce è quello che riguarda l’umanità dei personaggi raccontati. Questo, da psicologa, è qualcosa che mi tocca sempre profondamente e mi commuove. Non vorrò mai essere un curatore o un biografo cinico. Desidero che l’umanità dei personaggi risuoni in me, allo stesso modo in cui lo fanno le storie delle persone che incrocio nella mia vita privata e professionale. Da questo punto di vista, per me, non c’è differenza: sebbene si tratti di persone che hanno segnato la storia, approccio alla loro vita con lo stesso tatto e la delicatezza che applico a quella di ogni altra persona.  

So che hai visto il film diverse volte, anche per prepararti al meglio nel lavoro di traduzione.  Cosa ne pensi della pellicola e in particolare dell’interpretazione di Rami Malek?

È buffo, perché le prime due volte che ho visto il film al cinema non c’era nulla che facesse presagire un mio coinvolgimento in Bohemian Rhapsody. Quindi le prime impressioni - che rammento benissimo - sono state totalmente non condizionate da ciò che avrei fatto successivamente. Ricordo di essermi emozionata: da amante della musica e batterista (per passione!), adoro la sensazione della musica nel corpo, tipica dei live. 

L’ambiente del cinema permette in parte la stessa risposta del corpo alla musica: i bassi nella pancia, le vibrazioni dell’intero corpo che si sintonizza con la band che suona… Tutto questo contribuisce enormemente al coinvolgimento emotivo dello spettatore. 

Scene come quella del Live Aid e altre in cui sono stati riprodotti i concerti dei Queen sono particolarmente emozionanti da questo punto di vista. Ho molto apprezzato Rami Malek, sebbene forse sia l’attore meno fedele esteticamente dei quattro! Ma confesso di avere un debole soprattutto per Joseph Mazzello (John Deacon nel film): mi fa morire dal ridere.

Pensi che questo libro aiuti a comprendere meglio il film?

Assolutamente. Ho molto apprezzato la sezione sugli effetti visivi impiegati in Bohemian Rhapsody… una delle prime curiosità che mi è venuta in mente guardando il film è stata “Ma come hanno fatto a ricreare quel pubblico così vasto!?”

“Dietro le Quinte” è anche una raccolta di splendide immagini di alta qualità tratte dal set e ci sono anche fotografie dei Queen originali. Cosa ti ha colpito di più del vederle assieme?

Rami Malek in “I Want to break free”: a dir poco impressionante! Ma soprattutto per i costumi: Julian Day è stato strepitoso. Decisamente la prima cosa che mi salta all’occhio è la fedeltà dei costumi riprodotti.

Una delle critiche mosse a Bohemian Rhapsody è la presenza di differenze tra la vera storia di Freddie e dei Queen e la sceneggiatura proposta per il grande schermo. Pensi che questo libro aiuti a comprendere la ragione di queste scelte?

Sicuramente. Si fa riferimento più volte a “licenze poetiche”, diciamo così, in favore della trama filmica.  Questo è comprensibile, soprattutto se si parte dal presupposto che l’obiettivo era creare un film che fosse apprezzato dal grande pubblico e non solo dai fan dei Queen in senso stretto. Se non si dimentica questa premessa, ne va da sé che la storia dovesse essere “romanzata” almeno un po', per “incollare” lo spettatore allo schermo. 

Ci sono delle costanti narrative che funzionano in questo senso e rispettarle favorisce la spendibilità del racconto. Da un punto di vista commerciale, dunque, è assolutamente una scelta condivisibile, ma capisco benissimo anche il fan che in qualche modo può sentirsi “tradito” da determinate scelte. Ma non si poteva fare altrimenti, se si voleva portare al cinema un film di successo, come poi in effetti è stato.

Da qualche anno il mondo dell’editoria musicale italiana è migliorata. Una volta acquistare una biografia di un artista era un azzardo, soprattutto per la scarsa qualità delle informazioni. Oggi sembra che finalmente i fans italiani possano godere di biografie serie ed accurate.

Si, sicuramente il panorama internazionale è più ricco di quello italiano sotto questo punto di vista, ma stiamo migliorando. Con lavori come quello di Bohemian Rhapsody, la EPC, dal canto suo, ha contribuito con un’edizione non propriamente biografica, ma molto divertente e affascinante. La lavorazione di questo libro, infatti, si è mossa simultaneamente ad altre produzioni correlate, come quella cinematografica, oltre che musicale, in linea con tutto quanto sia stato interessato dalla queenmania che è scoppiata da qualche mese. Trovo molto stimolante far parte di una realtà così ampia.

A proposito di libri musicali, hai anche curato la biografia scritta da Nick Mason, Inside Out, anche questa pubblicata da EPC editore.

Si, conserverò quell’esperienza per sempre nel mio cuore, ricordandola come uno dei grandi doni della vita. Tra l’altro proprio qualche giorno fa ho ricevuto per posta le bacchette che mi ha dedicato Nick Mason, autografandole per me. Me le ha spedite Philip Dodd (curatore della biografia di Nick) che, insieme al mio amato batterista, ha voluto farmi questo regalo incredibile… esistono persone meravigliose al mondo e sono felice di contribuire, con questo lavoro, a raccontarne la storia.

Spesso chi si appassiona ad un certo artista sottovaluta l’importanza di approfondirne la storia attraverso la lettura delle biografie. Quanto è importante conoscere ciò che c’è dietro un album o un live?

Non so come si faccia, onestamente. È come un amore, no? Quando ti innamori, vuoi sapere ogni cosa dell’altro. Per me è esattamente così. Come dico sempre, non c’è giusto o sbagliato in assoluto… ma se sei innamorato, non puoi farne a meno, credo. Quindi, più che un compito, leggere le biografie è importante nella misura in cui si nutre dentro di sé questo trasporto. Allora tutto è più bello, spontaneo e genuino. Quindi… innamoratevi!

E quanto conta secondo te interessarsi anche degli aspetti più personali di un musicista? Come saprai ci sono almeno due scuole di pensiero su questo argomento. C’è chi vuole sapere tutto, anche i segreti più intimi e chi, invece, si accontenta della storia “ufficiale”, anche se edulcorata perché preferisce restare in qualche modo alla giusta distanza per non confondere la persona con il personaggio.

Essendo una psicologa, ho oramai una forma mentis che mi fa approcciare alle storie di vita con profondo rispetto. Detesto l’oggettificazione delle persone, VIP inclusi. È bello sapere quante più cose possibili della storia di un musicista, per coglierne l’essenza, i significati, l’umanità che talvolta resta nell’ombra, soprattutto le origini, spesso modeste o comunque non favorevoli ad una carriera di fama mondiale, come nel caso del nostro amato Freddie. Queste storie sono altamente motivanti e di ispirazione e danno l’impressione che i sogni possano realizzarsi, che è poi uno dei temi portanti della trama di Bohemian Rhapsody. È dunque bello ed importante sapere.

D’altra parte c’è un grosso “MA”: nella misura in cui l’artista vuole far sapere. Se davvero si ama un artista, allora bisogna rispettarne gli spazi, la privacy e soprattutto usare il buon senso quando si ha l’opportunità di incontrarli di persona. Onestamente non amo chi, pur di avere un autografo, importuna un personaggio famoso durante una cena o per strada solo per ottenerne una firma o un selfie. È una PERSONA. E questo non va dimenticato.

Prima i Pink Floyd con Inside Out e adesso il libro ufficiale di Bohemian Rhapsody. Ci sono altre storie leggendarie in arrivo da EPC editore?

Ovviamente si: tenetevi pronti per Rocketman, il biopic ispirato alla vita di Elton John!

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Bohemian Rhapsody "Dietro le Quinte", il libro ufficiale del film vincitore di 4 premi Oscar è uscito lo scorso 15 Marzo. Lo trovate in tutte le migliori librerie e negli store online. Sul sito della EPC Editore è disponibile con lo sconto del 10% e la riduzione delle spese di spedizione con il coupon FOREVER.