Outsider, Bohemian Rhapsody, David Bowie e Adam Lambert: Roger Taylor si racconta a LouderSound.com

 


Sono trascorsi circa tre mesi da quando si è concluso il tour che ha visto il ritorno sui palchi inglesi di Roger Taylor, felice di riportare on stage il suo vecchio catalogo solista assieme al materiale più recente tratto dal suo nuovo album, Outsider.

Una ventina di date in tutto durante le quali il batterista dei Queen ha dato vita ad altrettanti show intimi, destinati ad un massimo di 2000/2500 persone a serata che hanno dimostrato, ancora una volta, tutte le sue doti di cantante, oltre che di eccelso autore di canzoni.

Per promuovere Outsider Roger non ha lesinato il contatto con la stampa musicale, per raccontare le origini del disco, la scelta di tornare in tour e per raccontare qualcosa del proprio passato, visto che nel 2021 ricorrevano anche i 50 anni dalla fondazione della band.

L’ultima intervista apparsa online in ordine di tempo è quella rilasciata dal musicista al sito Loudersound.com di cui vi propongo di seguito alcuni estratti.

"Immagino che il lockdown abbia stimolato uno scatto creativo. Ho avuto alcune canzoni che sono emerse negli ultimi tre o quattro anni, e poi ho avuto un afflusso di sangue alla testa e all'improvviso ci siamo resi conto che sarebbe stato un bell'album", ha spiegato a proposito della genesi di Outsider, un album le cui tematiche in effetti sembrano in perfetta aderenza con i cambiamenti imposti dalla pandemia.

Ma Outsider è soprattutto una lunga meditazione su quello che lo stesso Roger definisce “l’autunno della vita”, quella fase nella quale sei costretti a guardarti indietro per fare un bilancio, finalmente in pace con te stesso e con la frenesia della vita da rockstar.

“E’ leggermente malinconico e un po’ più adulto rispetto agli ultimi due album che ho realizzato. Ma è anche un disco con dei momenti rock. So ancora picchiare forte sulla batteria, anche se forse sfrutto più la tecnica che non la potenza in sé. Quella ce l’ha tutta mia figlio Rufus che suona nei Darkness ed è forse il batterista più rumoroso della terra.”

Ascoltare Outsider significa imbattersi in varie reminiscenze musicali. Oltre ai Queen, ovviamente, si possono riconoscere echi dei Pink Floyd, di John Lennon e anche di David Bowie. A proposito di questo tipo di contaminazioni sonore, Roger spiega:

“Non cerco di suonare come qualcuno in particolare ma, anzi, provo a restare me stesso. Citi i Pink Floyd, che ovviamente conosco e amo, così come Bowie e Lennon ma non penso a loro se faccio la mia musica. Forse le influenze arrivano a livello inconscio.”

A proposito di David Bowie, del quale proprio nel mese di Gennaio ricorrono gli anniversari della nascita e della morte, Roger ha reso omaggio proponendo nelle setlist dell’Outsider Tour la propria versione di Heroes. Naturalmente tutti conoscono Under Pressure, il capolavoro inciso dallo stesso Bowie assieme ai Queen. Ed è ormai noto che oltre quel brano incisero altre cose, alcune come Cool Cat finita in rete e altre di cui si sa poco o nulla, tranne che sono custodite gelosamente negli archivi della band.

“All’epoca, nel 1981, abbiamo suonato in studio alcuni pezzi appartenenti alla storia del rock (All The Young Dudes e All The Way From Memphis, stando alle dichiarazioni rilasciate da Peter Hince, ex roadie e fotografo dei Queen, ndt). ricordo anche che provammo a registrare un pezzo dei Metro (band glam inglese attiva dal 1977 al 1980 e con tre album realizzati) intitolato Criminal World. Solo che non venne granché, forse perché c’era troppo alcool in giro! Comunque poi Bowie ne ha inciso una versione per il suo album Let’s Dance. Non mi pare che abbiamo fatto altro, ma i ricordi sono un po’ confusi. Ma tutto è possibile, perché mi capita di sentire cose che avevo dimenticato di aver fatto. Di certo mi sarebbe piaciuto fare di più con David, perché l'ho trovato una gioia, una delizia e una persona straordinaria."

Tornando a riflettere su Outsider e, più in generale, sulla carriera solista di Roger, è evidente che sia più orientato alla politica di quanto lo siano mai stati i Queen (sui temi politici cantanti da Taylor puoi leggere il mio articolo QUI). Sulla questione il batterista spiega che:

“Nei Queen abbiamo sempre cercato di essere apolitici, ma da solista mi sento libero di dire quello che più mi piace e ho sempre cercato di farlo. Ad esempio nel brano Gangsters Are Running This World lancio un’invettiva contro i tanti gangsters in giro per il mondo, gente come Putin e Bolsonaro. Non è nemmeno una canzone propriamente politica, ma piuttosto una dichiarazione di fatto su ciò che accade nel mondo.

Paradossalmente il non voler essere politicamente schierati ha portato i Queen a vivere una situazione parecchio difficile nel 1984 a causa della scelta (infelice, ndt) di esibirsi in Sudafrica in pieno regime segregazionista (anche su questo puoi leggere il mio articolo QUI). Per Roger quella fu una scelta sbagliata, sebbene i Queen non siano stati gli unici a suonare in Sudafrica in quello stesso periodo:

"Non c'era l'apartheid dove abbiamo suonato, ma c'era l'apartheid nel paese. Col senno di poi lo considero un errore, ma all'epoca eravamo solo uno dei tanti artisti che andavano a suonare lì. Ci sono andati Elton John, Rod Stewart, Barry Manilow. Ci siamo andati con le migliori intenzioni possibili, in realtà. Non abbiamo ricavato soldi. Ricordo che Brian andò ad assegnare alcuni dei premi al festival di Soweto (aperto alla gente di colore, ndt). Siamo andati con le migliori intenzioni davvero, ma continuo a pensare che sia stato un errore.”

Calarsi nel presente invece significa parlare del Rhapsody Tour che, dopo ben due anni di rinvii, sembra finalmente pronto a ripartire (con due date italiane a Bologna il 10 e l’11 Luglio 2022, ndt).

"E’ stato frustrante dover posticipare il nostro tour dei Queen + Adam Lambert per ben due volte. L'ultimo tour che abbiamo fatto è stato in Estremo Oriente, Australia e Nuova Zelanda, ed è stata una vera gioia. Abbiamo raggiunto un punto così grande, una grande produzione, grandi persone, è stato un tour davvero felice. Abbiamo fatto in tempo a suonare in Australia prima che il lockdown globale ci impedisse di andare oltre. Riuscire a fare almeno quei concerti è stato una specie di miracolo".  

Naturalmente buona parte dell’attuale successo dei Queen è merito dell’enorme clamore suscitato da Bohemian Rhapsody, il biopic campione di incassi e vincitore di 4 Premi Oscar.

“Abbiamo venduto ancora più biglietti e grazie al film il nostro pubblico è diventato ancora più giovane, mentre io e Brian siamo decisamente più anziani ormai. Tutto ciò che è derivato dal film è stato positivo. Ãˆ stato fantastico. Dopo aver letto le diciassette differenti sceneggiature, alla fine abbiamo capito bene quale fosse l'equilibrio giusto da dare al film. Volevamo portare le persone in viaggio, farle sentire su e poi giù, e poi gioiose alla fine.”

Uno degli argomenti più controversi del film lo hanno generato le parole di Sacha Baron Cohen, l’attore che per un certo tempo è stato considerato per il ruolo di Freddie Mercury (così come Ben Winshaw). Cohen ha dichiarato di essere stato allontanato dal biopic a causa delle differenti vedute sulla sceneggiatura. Ma, al di là dei possibili contrasti in fase di pre-produzione, Roger ha le idee molto chiare:

"Penso che sarebbe stato una merda assoluta!" dice ridendo. “Sacha è invadente, se non altro. Ãˆd anche troppo alto per impersonare Freddie. Ma ho visto i suoi ultimi cinque film e sono giunto alla conclusione che non è un attore molto bravo. Potrei sbagliarmi, ovviamente! Penso sia un comico sovversivo assolutamente brillante, ecco in cosa è bravo. Ad ogni modo, penso che Rami abbia fatto un lavoro brillante in un ruolo quasi impossibile".

E poi c’è la questione delle tante differenze tra la sceneggiatura del film e la storia stessa dei Queen e di Freddie, forse il punto più dolente soprattutto per i fans.

"Non ha romanzato la vera storia, solo i dettagli e ha incasinato la sequenza temporale. Ma quando stai girando un film, che dura circa un centinaio di minuti, devi pasticciare con la sequenza temporale per farlo funzionare. Il film deve funzionare, questa è la priorità. Anche i documentari non si attengono alla linea temporale assoluta, sono tutti compressi, ottimizzati e alterati, per essere efficaci. Ãˆ un fottuto film! Non pretende di essere un documentario.”

A proposito di salti temporali, la conversazione ritorna sul Rhapsody Tour e in particolare su Adam Lambert.

“Lavorare con Adam è una gioia. La mia onesta opinione è che Adam sia uno dei più grandi cantanti del mondo, se non il più grande. Non conosco nessuno che sappia cantare come lui. Per me e Brian è una combinazione così gioiosa. Non avremmo mai pensato di trovare qualcuno che si avvicinasse a Freddie, ma l'abbiamo trovato.”

Con la scomparsa di Charlie Watts dei Rolling Stones e l’impossibilità per Phil Collins di suonare la batteria, Roger Taylor (assieme a Nick Mason, ndt) è uno degli ultimi venerabili gentleman della batteria. A 72 anni il pensionamento non è ovviamente un’idea poi così lontana, tuttavia non è ancora così imminente:

“Dubito che lo farò ancora per molto, ma sono ancora in grado di farlo, quindi accetto di continuare e voglio che tutti si divertano.”

(FONTE: LOUDERSOUND.COM)