Esiste un luogo a Londra dove il tempo non scorre mai,
cristallizzato in un’epoca in cui le prime avvisaglie della modernità convivono
con i retaggi del passato. Le carrozze trainate dai cavalli invece delle
automobili, i telegrammi al posto del telefono e i primi rudimenti scientifici
per indagare e contrastare il crimine.
Non è un luogo del tutto immaginario ed è possibile non
solo passarvi accanto ma anche visitarlo. È il numero 221B di Baker Street, universalmente conosciuto come la dimora del Dr Watson e soprattutto, ovviamente,
del leggendario Sherlock Holmes,
Investigatore Privato. Il migliore di tutti, colui che è capace di dipanare
ogni mistero con la sola forza del proprio intelletto.
Il “fenomeno
Holmes” ha ormai oltre cento anni ed è giunto fino a noi senza nemmeno un
granello di polvere ad offuscarne la notorietà. Pochi altri personaggi
letterari possono vantare il medesimo primato e anche chi non ha mai letto le
opere firmate da Sir Arthur Conan Doyle
è in grado di citare una delle tipiche espressioni dell’investigatore e
considererà Holmes & Watson alla stregua di due vecchie conoscenze.
Il merito va anche all’enorme popolarità raggiunta dal
personaggio anche al di fuori dei confini letterari. Soprattutto il cinema e la
televisione hanno fatto sì che Sherlock Holmes entrasse nell’immaginario
collettivo anche in epoca moderna. Oggi nessuno può dirsi del tutto indifferente
al fascino esercitato da una figura che anche nelle trasposizioni più estreme
ha mantenuto intatta la propria capacità di fare breccia nei cuori di quelli
che non sono più solamente lettori, ma anche fruitori di altri mezzi come -
appunto - il cinema, la tv o anche i fumetti e il web.
Tuttavia il “fenomeno Sherlock Holmes” non è così recente
come si potrebbe credere. Fin dagli esordi delle opere originali firmate da
Conan Doyle si è sviluppato un vero e proprio movimento (a volte emulativo,
altre volte indirizzato all’omaggio o all’irriverente satira) attraverso cui le
avventure dell’Investigatore di Baker Street sono state raccontate,
reinterpretate e soprattutto perpetrate nel tempo da altri autori.
Agli “apocrifi”
(è questo il termine con cui sono identificati i racconti e i romanzi che hanno
per protagonista Sherlock Holmes e che non sono firmati da Doyle) è dedicato il
saggio OLTRE IL SACRO CANONE di LUCA SARTORI, pubblicato da ARAS EDIZIONI.
Nelle oltre 400 pagine che compongono il volume, Sartori
- a sua volta autore di numerosi apocrifi Holmesiani, oltre che esperto
traduttore e studioso della materia - analizza il fenomeno degli apocrifi, ne
individua le origini, le contraddizioni, i legami con il “sacro canone” (ovvero
il corpus di opere scritte da Conan
Doyle) e le infinite “variazioni sul tema” che hanno generato quello che gli
appassionati di cinema amerebbero definire “Holmes-verso”, ovvero un macrocosmo
letterario all’interno del quale Sherlock Holmes è un personaggio più vivo che
mai.
Parlare di apocrifi non è affatto semplice, soprattutto
se si è appassionati delle opere di Doyle, ovvero di quel “canone” richiamato
nel titolo del saggio e affiancato ad un appellativo - “sacro” - che ai più
potrà apparire esagerato ma che in realtà rappresenta la cifra del valore che
viene attribuito ai racconti e ai romanzi scritti dall’autore inglese tra il
1887 e il 1927.
Così come accade quando si ascolta la cover di un brano
famoso e particolarmente amato o si assiste al remake di un classico del
cinema, anche in letteratura l’idea che un nuovo autore possa prendere il posto
dell’originale per portarne avanti trame e personaggi può lasciare sgomenti,
addirittura infastiditi se non del tutto disgustati.
Eppure Sherlock Holmes, che ha goduto e gode tuttora di
una popolarità enorme nella sua dimensione originale, non è mai stato esente dal
fenomeno degli apocrifi, che per alcuni è di autentica “dissacrazione”, mentre
per altri rappresenta un sentito e addirittura necessario omaggio per continuare
a vivere le avventure ideate da Conan Doyle con nuovi racconti e romanzi che in
ogni parte del mondo, Italia compresa, non cessano di essere pubblicati.
Un fenomeno così radicato nel tempo e di così grande
successo merita certamente un approfondimento che grazie a Luca Sartori ha assunto anche i toni del trattato accademico.
Seguendo lo stile che è proprio di ARES EDIZIONI, l’autore e traduttore ha incentrato la propria
ricerca su un presupposto fondamentale: considerare gli apocrifi meritevoli di
cittadinanza al pari delle opere da cui traggono origine. Una scelta coerente
con la trasformazione subita dagli apocrifi, da fenomeno estemporaneo e di
nicchia a vero e proprio genere letterario.
Suddiviso in tre parti, OLTRE IL SACRO CANONE, non può non considerare anzitutto il
personaggio Sherlock Holmes, definito nelle sue caratteristiche più peculiari e
analizzato come fenomeno socio-culturale oltre che meramente letterario, a
ulteriore conferma di quanto la creatura di Conan Doyle abbia avuto un impatto
enorme sulla società tardo vittoriana in cui ha mosso i primi passi.
Gli apocrifi diventano così una sorta di “letteratura di
secondo grado”, numericamente inferiore alle opere firmate da Doyle solo perché
successive, ma non per questo necessariamente inferiori. Attraverso un’analisi estremamente
accurata e ricca di fonti, Sartori mette in luce non solo le regole che un
apocrifista deve tenere in considerazione, ma anche le ragioni profonde,
potremmo dire sentimentali, che hanno determinato la nascita di un filone unico
e particolare, mai visto prima in letteratura.
La seconda parte
del saggio è invece incentrata sull’individuazione dei principali temi e stili
narrativi che hanno caratterizzato i primi apocrifi con i quali - va detto - si
sono cimentati non solo autori oscuri o semplici fans, ma anche penne illustri
come Oscar Wilde ed Ellery Queen.
Questa è forse la sezione del libro che più di tutte può spingere
anche il lettore più intransigente ad avvicinarsi al mondo degli apocrifi
Holmesiani. La quantità di opere in qualche modo legate ai testi originari è
realmente vasta e quindi capace di conquistare i gusti e le preferenze più
varie. Si potranno rivivere avventure perfettamente aderenti al canone, oppure
sconfinare in altre opere letterarie grazie alle infinite possibilità che un
personaggio come Sherlock Holmes consente di sfruttare. Una vera e propria adattabilità
ai più disparati contesti sia storici che narrativi che ha determinato la
fortuna e la tenuta temporale del personaggio, garantendo così una continuità
andata ben oltre il suo stesso autore.
Nella terza e
ultima parte Sartori prende in esame le trame di alcuni degli apocrifi più
famosi, quelli che il successo di pubblico e critica ha fatto sì che si potesse
ritenere l’opera di Conan Doyle non più relegata alla sua firma, ma pronta per
essere proseguita dai appassionati e spesso talentuosi epigoni.
Il risultato complessivo raggiunto da Sartori nell’affrontare
un tema così complesso e vasto è a dir poco eccellente e garantisce sia
all’appassionato di Sherlock Holmes dell’ultima ora che al fine conoscitore una
quantità di informazioni, curiosità e spunti di riflessione realmente stimolante.
Merito anche dello stile dell’autore, capace di trasferire su pagina la grande
passione che lo anima nei confronti di un personaggio che è qualcosa di più di
un prodotto di fantasia, talmente credibile e “reale” da essere il protagonista
di un “Grande Gioco” senza tempo.
ACQUISTA
IL LIBRO
VAI AL SITO ARAS EDIZIONI | FACEBOOK | INSTAGRAM
LEGGI ANCHE:
Sherlock
On Air di Adele Guerra, ARAS EDIZIONI
****
SEGUI SU FACEBOOK LA PAGINA