Le curve sinuose della carrozzeria, i riflessi sulle
cromature, la bellezza degli interni e il rombo del motore che sale di giri
mentre la velocità aumenta e trasforma il paesaggio circostante in un vibrante
quadro impressionista. Sono tante le emozioni riconducibili all’automobile, qualcosa che richiama da
vicino un momento d’estasi paragonabile all’innamoramento.
Quando nel 1975 i Queen
pubblicarono il loro singolo più famoso, Bohemian
Rhapsody, sul lato B del 45 giri una canzone scritta e cantata da Roger
Taylor raccontava proprio dell’amore per una macchina. I’m In Love With My Car è un vero e proprio inno alla meccanica, al
piacere di stare dietro un volante. Sensazioni che potrebbero sembrare
esagerate ma che, in realtà , tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita.
Le auto catturano la nostra attenzione al loro passaggio
in strada o mentre sfrecciano veloci su un tracciato da corsa e ci raccontano
delle incredibili avventure che potremmo vivere curva dopo curva. Da tempo
ormai le macchine non sono più solamente dei mezzi di locomozione, ma autentici
simboli di uno stile di vita, se non addirittura espressioni del carattere di
chi le possiede.
Sono tante le motivazioni che spingono uomini e donne a
innamorarsi di una macchina e alcune delle ragioni sono certamente
riconducibili alla sfera più intima e personale di ciascuno.
Altre spiegazioni - più razionali - sono invece legate
all’estetica delle autovetture, a quello che oggi è definito come “car design” e che merita di essere
annoverato tra le Arti, quelle con la A maiuscola, perché disegnare una
macchina, oltre ad essere un gesto quasi innato (chi da bambino non ha mai
disegnato un auto?) richiede anche una gamma enorme di talento creativo e di
conoscenze scientifiche la cui complessità deve potersi coniugare con
l’emozione da consegnare al fruitore finale, l’automobilista.
FABIO
FILIPPINI è uno tra i car
designer più importanti del settore e grazie alle sue esperienze in
Renault, Ferrari, BMW e Pininfarina oggi svolge l’ambito ruolo di consulente
per numerosi marchi automobilistici. Il suo non è mai stato un approccio
convenzionale, avendo considerato il car design come qualcosa che dovesse
andare oltre il mero aspetto tecnico del “fare un’automobile”.
Una “visione” grazie alla quale ha saputo cogliere nella
progettazione delle automobili lo sviluppo di una vera e propria idea
artistica, di un concetto estetico in grado di far coesistere il mezzo con
l’ambiente e con l’essere umano, inteso come colui che “abita” la macchina.
Per RIZZOLI LIZARD
Fabio Filippini ha messo assieme i propri ricordi, le idee che ha sviluppato
nel tempo e la propria personale concezione del car design per dare vita ad uno dei libri illustrati più belli
disponibili attualmente in libreria. Intitolato CURVE, il memoriale di Filippini è un meraviglioso viaggio nella storia stessa dell’automobile e di
come si è sviluppata nel corso dei decenni il concetto stesso di mobilità .
Coadiuvato dal giornalista e scrittore GABRIELE FERRARESI e arricchito da splendide illustrazioni a colori, CURVE non è solo il racconto della
carriera di Filippini, che pure basterebbe a riempire un intero libro data la
vastità delle esperienze che lo hanno visto protagonista. Il libro ha anche il
potere di mettere in moto la fantasia del lettore trasportandolo letteralmente
all’interno degli abitacoli più leggendari di sempre, macchine il cui design
continua ad influenzare ancora oggi le auto prodotte in tutto il mondo.
In CURVE c’è
davvero tutto il mondo su quattro ruote, dalle mitiche Ferrari e Lamborghini ai
prototipi più sorprendenti, quelli che
hanno anticipato il futuro e che sono ancora oggi fonte di ispirazione e di
meraviglia per tutti gli appassionati.
Non mancano anche auto
più convenzionali che hanno però definito gli standard automobilisti. Ed è
emozionante ritrovare i bozzetti di vetture come la Panda, la Twingo o le Alfa Romeo, macchine sulle quali
abbiamo imparato a guidare o con cui abbiamo fatto le prime vacanze, vivendo
avventure e sogni.
E ci sono pure le auto che appartengono per davvero alla
fantasia, come KITT di Supercar o la DeLorean DMC12 di Ritorno Al Futuro, perché le macchine sono
anche le protagoniste dei film entrati di diritto nell’immaginario collettivo.
Ma CURVE è
anche ricco di riflessioni sul mondo
dell’arte e della creatività , con Filippini che indica quali siano i
principi da seguire le scelte da fare per realizzare un’idea, suggerimenti
validi non solo nel campo specifico del car design. C’è un che di filosofico
che pervade l’intero racconto, prova ulteriore di quanto l’atto stesso di dare
vita ad un’idea che “prima non c’era” sia qualcosa che tocca le corde più profonde
dell’animo umano, fino ad illuminarne il talento.
Splendidi anche i ricordi legati in maniera più diretta
alle esperienze professionali dell’autore. Filippini ha avuto l’occasione di
incontrare e spesso lavorare a stretto contatto con le firme più autorevoli del
car design, momenti dai quali ha ricavato gli insegnamenti confluiti nel libro.
Su tutti spicca l’incontro con Steve
Jobs, altro esempio gigantesco di come il design e l’estetica degli oggetti
non siano questioni superficiali ma elementi essenziali con cui plasmare quelle
idee rivoluzionarie in grado di cambiare - migliorandola - la vita dell’intera
umanità .
Ed è forse proprio questo il tema più significativo di CURVE: il dare finalmente un valore
all’estetica, alla bellezza delle forme ma anche dei materiali, coniugando il
rispetto della funzione del prodotto con l’innovazione, senza dimenticare
l’importanza dell’interazione con l’uomo e, oggi più che mai, anche con
l’ambiente.
CURVE ci
spiega come le automobili incarnino perfettamente lo spirito del tempo, ma anche
come siano capaci di rievocare il passato o di sfrecciare verso il futuro,
proprio perché la loro genesi prende le mosse dalla libertà di pensiero tipica
della creatività , da quel sognare mentre si sta chini sul foglio con una matita
stretta tra le dita e il rombo di un motore che nasce direttamente dal cuore.
LA
SINOSSI.
Che cosa hanno in comune
un iPod e una Renault? Come mai Le Corbusier creava architetture innovative ma
guidava un’auto dalle linee decisamente antiquate? Perché le automobili bisogna
guardarle da lontano? Come reagisce l’industria delle quattro ruote ai cambiamenti
della società e ai nostri timori sull’impatto ambientale?
A queste e a molte altre
domande risponde "Curve", il saggio illustrato che Fabio Filippini –
uno dei maggior car designer italiani, ex direttore del Design di Pininfarina –
ha scritto con la collaborazione di Gabriele Ferraresi. Un viaggio che mette
insieme la storia del car design alle esperienze personali e professionali di
Filippini, che in trent’anni di carriera ha immaginato e realizzato il design
di auto, camion, treni e perfino trattori che hanno conquistato il mercato
mondiale: dagli esordi nel solco della grande carrozzeria italiana, fino alle
collaborazioni internazionali e al suo incontro con Steve Jobs.
Un libro che parla
dell’auto e del percorso che porta alla sua creazione con una passione, una
competenza e un’originalità che non hanno precedenti.
GLI AUTORI.
Fabio
Filippini (1963) car designer
italiano, laureato in Architettura al Politecnico di Milano. Nella sua carriera
professionale ha collaborato con Renault, Volkswagen Group e altre aziende
automobilistiche interna.
Gabriele
Ferraresi (1982) scrittore e
giornalista, autore di Mad in Italy. Manuale del trash italiano 1980- 2020 (il
Saggiatore, 2020) e di altri saggi e romanzi, collabora con Esquire, Rivista
Undici e altre testate.
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