Nonostante siano trascorsi vent’anni, ricordo ancora perfettamente la sera in cui vidi per la prima volta al cinema Il Sesto Senso, probabilmente ancora oggi il film più conosciuto di M. Night Shyamalan. Soprattutto non posso dimenticare l’emozione che attraversò la sala gremita di gente con lo svelamento del finale, uno di quei momenti cinematografici destinati a restare nell’immaginario collettivo per lungo tempo.
Dopo quella prima esperienza, ho rivisto il film
innumerevoli volte, affascinato dall’atmosfera che pervade ogni scena e vinto
dal bisogno di scovare tutti i dettagli, i simboli e i significati nascosti tra
le pieghe della storia, le immagini e le scelte operate dai personaggi. Perché
nulla nei film di Shyamalan è casuale e tutto ha sempre una doppia, addirittura
tripla valenza.
Per comprendere il mondo di questo straordinario regista,
RACCONTARE LA NOTTE DELL’ANIMA di MARIA ROSARIA BORRELLI è il saggio
perfetto per intraprendere un cammino avvincente, capace di svelare dettagli
sorprendenti, simboli e ossessioni di un autore unico nel suo genere.
Pubblicato nel 2019 da SHATTER EDIZIONI (specializzata in saggistica dedicata al mondo del cinema e della musica), il volume rappresenta ancora oggi uno dei lavori
più completi tra quelli dedicati al regista di origini indiane. Un libro che
può essere considerato a buon diritto un vero e proprio punto di riferimento
non solo per i più avvezzi al mondo del cinema ma anche per chi, più
semplicemente, vuole saperne di più. Merito dell’estrema competenza
dell’autrice, laureata proprio con una tesi specialistica sul cinema di
Shyamalan, e attualmente docente di Lingua e Letteratura Inglese e con
all’attivo anche una collaborazione con la Scuola del Cinema di Napoli.
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Il libro ripercorre l’intera carriera di Shyamalan,
partendo dagli oscuri esordi come regista sconosciuto e ne analizza l’intera opera,
soffermandosi sulle scelte stilistiche e autorali, ma anche spiegando come gli
aspetti culturali propri di M. Night ne abbiano condizionato la formazione, non
solo come regista ma anche come sceneggiatore delle proprie pellicole.
Proprio questa doppia valenza, spiega l’autrice del
saggio, ha trasformato Shyamalan in qualcosa di più e di diverso del classico
regista costantemente in cerca di una buona storia raccontare. Per M. Night il
cinema è anzitutto una forma d’arte da rispettare, spesso anche a discapito del
profitto, che pure nella carriera del regista non è di certo mancato.
Avendo come punto di riferimento i grandi classici del
cinema (Hitchcock su tutti, ma anche i b-movie americani anni ’50 e ‘60) e
senza dimenticare I Predatori dell’Arca Perduta di Lucas e Spielberg (un film
amato davvero da tutti, anche da Freddie
Mercury, come racconta Peter Freestone nella sua Biografia Intima),
Shyamalan ha costruito la propria cinematografia immaginando un mondo
condiviso, una sorta di “M.Night-verse” nel quale confluiscono, film dopo film,
elementi ricorrenti e caratteristici capaci di rendere la firma del regista
sempre riconoscibile, pur nella diversità delle storie raccontate.
Shyamalan, va detto, non è un argomento semplice e non va
affrontato con superficialità. Guardando i suoi film non è facile comprendere,
ad esempio, come un certo tipo di inquadrature non siano fini a se stesse ma,
anzi, contengano specifici significati legati a doppio filo con personaggi e trame.
Allo stesso modo può apparire complesso cogliere la
stratificazione presente nelle sue storie, solo in apparenza semplici racconti
di fantasmi, alieni, mostri e anti-eroi dotati di superpoteri. In realtà film
come Signs, Lady In The Water, The Visit
e la trilogia iniziata con Unbreakable
celano potenti metafore sociali e culturali o mettono in scena, in modo originale
e profondo, dinamiche interiori e spesso laceranti che dominano la famiglia, le
relazioni di coppie o quelle tra genitori e i figli.
Tuttavia
ogni difficoltà viene spazzata via dalla lettura del libro della Borrelli
che, con una prosa agile sa raccontare e spiegare il cinema di Shyamalan
adottando uno stile in perfetto equilibrio tra semplicità (per il neofita) e
accuratezza negli aspetti più tecnici. Soprattutto è evidente l’enorme passione con cui il saggio è stato scritto, un
elemento che rende la lettura ancora più avvincente e significativa. L’effetto
è quello di avere a disposizione una
vera e propria guida, da leggere tutta d’un fiato o da consultare passo
dopo passo durante la visione dei film di Shyamalan, quasi fosse un commento aggiuntivo alle varie scene.
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Sono
davvero tanti gli elementi contenuti nel libro grazie ai quali è possibile comprendere
più in profondità il cinema di Shyamalan, a partire da quella
stratificazione delle trame e dall’approccio a vari generi che ricorda in
qualche modo le scelte stilistiche dei Queen, orientati (soprattutto nei primi
album) verso la ricerca di un sound costruito su più livelli e applicabile a
qualsiasi genere musicale. Il saggio spiega come Shyamalan abbia perseguito questo
obiettivo in campo cinematografico, raccontando storie spesso molto diverse tra
loro, ma senza mai perdere una propria riconoscibilità, letteralmente un
marchio di fabbrica.
E poi ci sono i tanti simbolismi di cui i suoi film sono disseminati quasi a livello
ossessivo e che il libro racconta in modo sempre chiaro e accessibili a tutti i
tipi di lettore, ma senza rinunciare a fornire spiegazioni più squisitamente
tecniche.
I capitolo inoltre sono corredati da schede sinottiche di tutti i film diretti da Shyamalan (compresi
quelli per i quali ha lavorato solo come sceneggiatore) e fotografie in B/N che fungono da ulteriore supporto alle
spiegazioni dell’autrice. Al termine, un’ampia
bibliografia garantisce al lettore la possibilità di accedere alle numerose
fonti di cui la Borrelli si è servita, permettendo così di continuare ad
esplorare il mondo del regista.
In attesa dell’uscita del suo prossimo film intitolato
OLD e atteso in streaming la prossima estate, RACCONTARE LA NOTTE DELL’ANIMA è la lettura perfetta per entrare
con passo sicuro nella “notte di Shyamalan” e scoprire nei riflessi della sua
arte come nulla accada per caso e che tutto, anche l’impensabile, può diventare
realtà.
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