Volvox, il mostro di I’m Going Slightly Mad

Dopo la pubblicazione nel 1989 di The Miracle, i Queen continuarono a lavorare in studio per realizzare un nuovo album. L’idea era di sfruttare il poco tempo rimasto a disposizione di un Freddie Mercury sempre più malato. Una scelta dettata dalla volontà dello stesso cantante di combattere la malattia con la propria arte.


Il risultato, poco più di un anno dopo, fu Innuendo, probabilmente il disco più maturo mai realizzato dalla band e il più difficile sotto il profilo umano, nonostante l’essere ritornati a lavorare a stretto contatto rappresentò anche l’occasione per gioire ancora una volta di quella meravigliosa alchimia tra i quattro membri del gruppo.

Nonostante avessero già deciso da tempo di firmare tutte le canzoni a nome Queen, le canzoni nascevano dalle idee dei singoli componenti, per poi essere sviluppate “attorno a un tavolo” con il contributo di tutti.

INNUENDO:LA RECENSIONE

L’esempio forse più significativo di quella sintesi, ottenuta anche per tacitare definitivamente i contrasti sui diritti d’autore (e, quindi, sui rispettivi guadagni) è proprio la titletrack. Innuendo, nella sua maestosità e varietà, sembra davvero il risultato di un lavoro collettivo, iniziato da Roger Taylor ma al quale tutti hanno aggiunto qualcosa, fino a trasformare la canzone in quel capolavoro che conosciamo tutti e che oggi viene ricordato in occasione dei 30 anni dalla pubblicazione.

Diverso invece il caso di I’m Going Slightly Mad che, pur avendo goduto del contributo di Brian, Roger e John, può essere considerata a tutti gli effetti come una canzone di Freddie Mercury. In effetti è un brano che ricorda le atmosfere alla Noel Coward che più volte in passato avevano ispirato Freddie per canzoni come Killer Queen e Seaside Rendezvous.

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In seguito il surrealismo del brano venne ulteriormente amplificato da uno dei video più belli e originali mai fatti dai Queen, nel quale Freddie vestì se stesso e gli altri membri della band come i personaggi di un teatro dell’assurdo nel quale trovarono posto anche pinguini, teiere roventi e (si dice) anche un Elton John in versione gorilla (sulla questione dovrebbe fare definitivamente luce Rudi Dolezal nel suo libro dedicato a Freddie, di prossima uscita).

I’m Going Slightly Mad venne anche scelta come secondo singolo europeo estratto da Innuendo. Pubblicato il 4 Marzo del 1991, la copertina del 45 giri riprendeva un’altra illustrazione tra quelle realizzate da Grandville a metà del 1800.

Dopo il “giocoliere del mondo” per la copertina dell’album (ne abbiamo parlato a proposito del “gemello” di Innuendo), stavolta il protagonista fu un vero e proprio mostro chiamato Volvox dal suo stesso autore.

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Si tratta di una delle incisioni pubblicate da Grandville nel volume “Public and private life of animals”, una raccolta di testi e illustrazioni satiriche del 1840. Rappresenta una clorofite, un tipo di alga verde scoperta nel 1700, scelta per illustrare il racconto di Balzac “Gli amori di due bestie”.

Tuttavia l’aspetto più interessante è che con il Volvox, Grandville volle rappresentare nella chiave satirica tipica del suo stile la seconda pandemia di colera che colpì il mondo tra il 1829 e il 1851, un evento che ricorda tristemente i tempi che stiamo attraversando.

Nel 1991 la scelta di quella particolare illustrazione poteva apparire strana e incomprensibile, ben lontana dal testo scritto da Freddie e dagli aspetti visivi del videoclip. Ancora oggi c’è chi ritiene quella copertina “non adatta” a rappresentare una canzone così particolare, nella quale a dominare è l’elemento della follia.

Tuttavia, l’idea di usare una creatura associata ad una malattia sembrerebbe essere un riferimento fin troppo esplicito all’HIV e alle condizioni di salute di Freddie che nel testo di I’m Going Slightly Mad parla, seppur in modo ironico e surreale, proprio di come la degenerazione delle proprie condizioni psico-fisiche lo facciano sentire “un po’ matto”.

Non sappiamo se la scelta del Volvox sia passata anche per il vaglio di Freddie o se è stata una decisione presa da altri. Non possiamo nemmeno dire che con certezza che il riferimento al colera fosse noto a chi si è occupato di scegliere e creare la copertina del singolo. Ma la coincidenza è davvero sorprendente e dilata ancora di più l’interpretazione del brano e delle scelte artistiche dei Queen di quel periodo.

INNUENDO, OVVERO COME FREDDIE IMPEDI’ ALLA MALATTIA DIPRENDERE IL SOPRAVVENTO SULLA SUA ARTE