Brian May e Roger Taylor confermano a Classic Rock Magazine di aver registrato qualcosa con Adam Lambert

 

Intervistati da Classic Rock Magazine (rivista al momento disponibile in inglese), Brian May e Roger Taylor hanno risposto ancora una volta ad una delle domande più ricorrenti da quando hanno stretto il felice sodalizio con Adam Lambert: registreranno mai qualcosa di inedito assieme?


I Queen + Adam Lambert esistono ormai dal 2011 e, anno dopo anno, hanno acquisito una sempre maggiore credibilità, convincendo spesso anche molti fan scettici, tanto da guadagnarsi un primo posto in classifica nel Regno Unito con Live Around The World, primo album live della band uscito con la complicità del rinvio (per ora al 2021) del Rhapsody Tour.

Fino ad oggi e, per quanto ne sappiamo, anche in futuro, la proposta di Brian, Roger e Adam sarà sempre orientata alla celebrazione sul palco della loro musica e della loro storia. È una scelta che già da un po’ di tempo ha perso i connotati tipici della nostalgia per diventare qualcosa di più fresco e organico, anche se la staticità delle setlist proposte nei vari tour hanno finito col rendere i loro show poco sorprendenti, anche se sempre estremamente efficaci, se non addirittura eccezionali per chi va a vederli per la prima volta.

Entrare in studio per fare il passo successivo, quello più rischioso e controverso, ovvero la registrazione di nuove canzoni è una questione di cui si dibatte da anni e che è stata già vissuta (in malo modo) nel 2008, quando i Queen avevano incrociato la loro strada con Paul Rodgers. Quell’anno infatti vide la luce The Cosmos Rocks, un disco estremamente sottovalutato, poco ascoltato, soprattutto fortemente criticato dal pubblico e anche dalla stampa, tutti uniti dal più ovvio comune denominatore: un conto è riproporre le hit dal vivo, altra faccenda è pubblicare qualcosa che abbia al suo interno il nome dei Queen ma senza la voce di Freddie Mercury e il basso di John Deacon (e i rispettivi apporti autorali).

Il messaggio, insomma, fu piuttosto chiaro: continuate sul binario della nostalgia ma non azzardatevi a usare il nome Queen per fare nuova musica. La scottatura all’epoca fu tale che non solo il sodalizio con l’ex cantante dei Free e Bad Company si concluse (anche se non fu l’unica ragione, c’era soprattutto la volontà di Paul Rodgers di ritornare alla propria musica), ma gli stessi Brian e Roger (in particolar modo il primo) decisero che quella non era una strada da ripercorrere.

Poi è arrivato Adam Lambert, con il quale sono stati in grado di costruire un nuovo e più potente meccanismo sia artistico che umano, capace di farli andare in giro per il mondo più volte e fare sold-out praticamente ovunque, dimostrando di poter raccontare se stessi senza restare eccessivamente intrappolati nella nostalgia.

Tuttavia a mancare è sempre stato (e lo è tuttora) il coraggio di osare, di riprendere davvero in mano l’aspetto più artistico di un musicista (scrivere canzoni) per proporre qualcosa di nuovo, magari spinti dalla voglia non di dimostrare di essere capaci di farlo (non ce ne sarebbe bisogno, stiamo parlando di Brian May e Roger Taylor!), ma dal desiderio di mettersi in gioco, di fare dei Queen + Adam Lambert qualcosa di diverso dal semplice omaggio (auto)celebrativo.

La domanda, dunque, è rimasta irrisolta e non è detto che troverà mai una risposta netta. Ne hanno riparlato di recente come detto all’inizio in occasione del lungo articolo che Classic Rock Magazine ha dedicato ai 50 anni di carriera dei Queen. Tanto Brian quanto Roger hanno confermato di avere in effetti registrato qualcosa assieme ad Adam. Non è la prima volta che lo ammettono ma, in questo caso, hanno fatto riferimento ad una canzone particolarmente buona a cui hanno lavorato un paio d’anni fa e che potrebbe essere completata. Roger ha ammesso di non ricordarne il titolo (!), mentre Brian ha ribadito di non sapere cosa accadrà, se la completeranno, se ci sarà mai qualcosa di nuovo firmato QAL.

Certo, sapere che da qualche parte una o più canzoni inedite ci sono fa comunque ben sperare. È pur sempre una porta lasciata socchiusa attraverso cui, un giorno, potremmo finalmente ascoltare qualcosa. Ovviamente su questa possibilità gli schieramenti saranno sempre gli stessi: c’è chi vorrebbe che ciò accadesse subito e chi, al contrario, sceglierà di restare aggrappato a quei meravigliosi 15 album, preferendo che tutto rimanga così com’è, senza nessuna aggiunta successiva che non comprenda la formazione originale.

La questione naturalmente non è stabilire quale tra le due posizioni sia la più giusta, ma capire cosa vogliano fare Brian e Roger (con la silente complicità di John) non con la loro storia (quella è già intoccabile leggenda) ma con il loro presente e con quel pezzetto di futuro che, inciampi dell’età permettendo, potrebbe ancora raccontare nuove ed entusiasmanti storie.