Recensione: Queen Tutti Gli Album, di Martin Popoff, Il Castello Editore




Immaginate di essere seduti attorno a un giradischi assieme a musicisti, giornalisti, figure di spicco della storia dei Queen e di poter, assieme a loro, commentare ogni album, attraverso uno scambio continuo di idee, punti di vista, riflessioni.


È questa l'impostazione che Martin Popoff ha dato al proprio libro dedicato ai Queen e portato in Italia da Il Castello Editore. Un'analisi dettagliata, scritta in modo assai ragionato, da esperto della materia qual è l'autore, forte di una lunghissima carriera nel mondo del giornalismo musicale, che tuttavia concede ampio spazio a delle valutazioni personalissime che magari non incontreranno sempre il favore del lettore, ma che hanno il potere di aggiungere al libro una brillantezza che raramente si riscontra in libri di questo genere.

In effetti il compendio di Popoff è ben lontano dalla classica biografia in cui l'autore racconta la carriera dei Queen seguendo quel canone consolidato che fa assomigliare un po' tutti i libri, senza aggiungere mai qualcosa di nuovo o di stimolante.

L'atmosfera dell'opera di Popoff, al contrario, è più orientata al dibattito giornalistico, all'intervista condotta con alcuni esperti del mondo dei Queen e figure eccellenti come Paul McCartney o David Ellefson dei Megadeth, tutti chiamati a confrontarsi sugli album della band, proponendo ciascuno un punto di vista in piena libertà. Non c'è, insomma, tra queste pagine alcun desiderio di raccontare la storia dei Queen fine a se stessa ma, semmai, il preciso intento di svelare quella che potremmo definire come la “grammatica” che sta alla base delle opere di Freddie Mercury e soci.

Punto di partenza per l'analisi di ogni album è la contestualizzazione storica, vista sia dalla prospettiva interno della band che seguendo un orizzonte più vasto di carattere sociale e culturale. Detto in altri termini, l'idea portata avanti da Popoff è quella di raccontare ogni disco non solo tenendo conto delle vicende interne ai Queen e ai suoi componenti, ma anche considerando gli inevitabili condizionamenti proveniente dall'esterno. Impossibile, ad esempio, spiegare il contenuto sonoro di un album come News Of The World se si tralascia di considerare l'ingresso del punk sullo scenario musicale di quegli anni, così come una valutazione di Innuendo che non tenga conto della condizione di Freddie Mercury finirebbe con l'offrire una visione parziale dell'album.

Non aspettatevi tuttavia la solita disamina interamente concentrata sul pezzo forte di un disco. Per quanto a capolavori come Bohemian Rhapsody, Innuendo o Radio Ga Ga sia concesso il giusto spazio, Popoff conduce il dialogo con i “complici” del suo libro anche verso i brani meno noti, che tra le pagine del libro trovano finalmente la giusta collocazione, quasi una forma di giustizia dopo essere stati esclusi dalle scelte per la pubblicazione dei singoli o per la composizione delle scalette dei concerti.

Interessanti in questo senso anche le numerose sottolineature dei diversi generi musicali che i Queen hanno tradotto nel loro stile, il che per il lettore dell'ultima ora significa scoprire quanto ampio sia stato l'orizzonte musicale della band sviluppato in vent'anni di carriera.

D’altro canto l'ascoltatore più attento sarà a sua volta piacevolmente sorpreso dall'importanza che viene data nel libro a tutti e quattro i componenti del gruppo, considerati non solo in quanto musicisti, ma anche come autori dal contributo fondamentale. Perché, se è vero che uno dei tratti più noti dei Queen è proprio quello di aver avuto quattro autori di canzoni di successo, troppo spesso si finisce per ricondurre tutto a Freddie. Nel libro di Popoff, al contrario, trova spazio quell'equilibrio tanto caro a chi considera (giustamente) i Queen la band “con” e non “di” Freddie Mercury. Una questione tutt'altro che meramente semantica.

Ma, trattandosi di un libro di opinioni, il lettore deve necessariamente accettare i limiti che questo comporta, ovvero il rischio che alcune analisi non risultino soddisfacenti. È indubbio che Popoff sia un fan dei Queen della prima ora e che il suo interesse per la band si sia fermato a The Works. Sulla stessa linea di condotta i suoi interlocutori, con la conseguenza che le analisi degli ultimi album della band, fatta eccezione per Innuendo, possano apparire fin troppo critiche ed eccessivamente orientate al paragone con il passato. Tuttavia non va considerato come un aspetto negativo, se si tiene bene a mente che lo scopo ultimo dell'autore è quello di creare un vero e proprio dibattito, al quale il lettore è invitato a partecipare riconsiderando le proprie opinioni alla luce dei contenuti del libro.

Assai rilevante poi l’aspetto grafico, con ogni pagina arricchita di fotografie della band, sia dal vivo che in studio, copertine di album, singoli, memorabilia, che nel loro insieme contribuiscono ad offrire una lettura ancora più piacevole e interessante, come se si stesse realmente attraversando la storia della band.

Un libro fatto di parole dunque, ma anche di immagini e suoni, con questi ultimi che il lettore proverà il desiderio irrefrenabile di riascoltare ancora una volta ripercorrendo l'intera discografia dei Queen in compagnia di Martin Popoff e del suo libro.

QUEEN TUTTI GLI ALBUM di Martin Popoff è disponibile in tutte le librerie, fisiche e online. Sul sito de Il Castello Editore è anche possibile leggere un’anteprima con estratti da alcuni capitoli.

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