Recensione: Biografia Intima di Peter Freestone, Arcana Edizioni




Perché uno dei più cari amici di una rockstar, nonché suo assistente personale, dovrebbe scrivere un memoriale, addirittura una Biografia Intima? I maligni diranno che è un’operazione che può fruttare una buona dose di notorietà e lauti guadagni. Altri, quelli che preferiscono guardare aspetti più profondi, vi inviteranno a considerare che la scrittura di un libro è una forma di catarsi attraverso cui rivedere il proprio passato e, se possibile, distaccarsi finalmente anche dagli episodi più dolori.
Chi lo ha conosciuto personalmente, sa quanto Peter Freestone sia un essere umano realmente disponibile e dotato di un’umiltà sorprendente. Perché, quando per anni hai vissuto accanto a un personaggio come Freddie Mercury, sarebbe fin troppo facile provare a cogliere un po’ di quella luce riflessa che inevitabilmente finisce con l’illuminare anche te. Tuttavia Peter, nonostante sia spesso protagonista di celebrazioni ed eventi legati a Freddie, rinuncia alla ribalta vera e propria e si limita ad essere semplicemente colui che ha conosciuto il cantante dei Queen e ne condivide il ricordo con i tanti fan affamati di informazioni, notizie, curiosità.

Se poi a tutto questo aggiungete che i suoi racconti non sono mai orientati agli aspetti più trasgressivi ma, piuttosto, provano a mettere in luce l’umanità che stava dietro al personaggio istrionico conosciuto come Freddie Mercury, allora saprete di avere a che fare con una persona anche estremamente rispettosa della privacy di chi oggi non ha più la possibilità di difenderla da sé. So che quest’ultima considerazione può non mettere tutti d’accordo, ma qui le opinioni sono sempre a titolo personale e legate certamente alla sensibilità di ciascuno. 

La personalità di Peter Freestone, almeno per come la vedo io, si ritrova perfettamente tra le pagine del suo libro, la Biografia Intima edita in Italia da Arcana e di recente ristampata con una nuova prefazione, scritta dalla voce italiana di Freddie Mercury, ovvero da Stefano Sperduti, il doppiatore di Rami Malek in Bohemian Rhapsody.

Se avete l’abitudine di saltare introduzioni e prefazioni, stavolta non fatelo. Sperduti infatti ci offre l’opportunità di conoscere il percorso che lo ha portato a prestare la propria voce a Rami/Freddie e, quindi, ad apprezzare meglio il lavoro che è stato fatto, non solo da lui in sala doppiaggio, ma anche dallo stesso Rami. Il che inevitabilmente riporta direttamente a Freddie, alla sua bocca così particolare, alle difficoltà che deve avergli causato ma anche alle incredibili possibilità che gli ha concesso. Se poi siete degli appassionati di cinema, il racconto di Sperduti vi offrirà l’occasione di saperne di più su un mondo, quello del doppiaggio, spesso fin troppo sottovalutato o comunque poco conosciuto ai più.

Di tutt’altro tenore per forza di cose il libro vero e proprio, che Peter Freestone ha scritto con tocco certamente delicato ma ripulito da ogni forma di ipocrisia. La sua Biografia Intima non è un racconto edulcorato, né un’agiografia come si potrebbe pensare. È la storia onesta, sincera e allo stesso tempo pulita di tutto quanto Peter ha vissuto con Freddie, in veste di assistente personale e poi di amico, capace di stargli accanto fino agli ultimi istanti di vita. E ci riesce senza mai dimenticare che il vero protagonista del libro è Freddie, evitando dunque la tipica seduzione di chi scrive un libro o un articolo credendo di parlare di qualcuno, ma finendo con il celebrare se stesso.

Anche lo stile merita attenzione. Quante volte vi è capitato di leggere biografie musicali che, pur essendo interessanti, erano scritte talmente male da indurvi a voltare le pagine il più rapidamente possibile? Non è il caso del libro di Peter che, anche grazie all’ottima traduzione realizzata in casa Arcana, è caratterizzato da un testo scorrevole e mai banale. In più l’autore ha conferito ad ogni episodio narrato, laddove possibile, un perfetto contesto storico, tanto che si ha la netta sensazione di poter osservare Freddie nelle sue numerose evoluzioni estetiche man mano che si procede con la lettura. Un racconto quindi ben organizzato e strutturato con cura, che appassiona, incuriosisce e spesso diverte.

Ma naturalmente, se l’oggetto del libro è Freddie Mercury, c’è da chiedersi che ritratto ne offra questa biografia. Come sottolineo ogni volta, avere la pretesa di conoscere davvero Freddie è impossibile, anche per uno come Peter che lo ha vissuto così da vicino. Anche a lui infatti è mancata la possibilità di scandagliare davvero nel profondo l’animo di una persona così complessa e sfuggente, capace quasi sempre di interpretare un ruolo mantenendo il vero se stesso nell’ombra. Tuttavia è innegabile che il punto di vista di cui Peter ha goduto è stato realmente privilegiato, tanto che l’appellativo di “intima” va inteso soprattutto in questo senso, piuttosto che con riferimento ai contenuti del libro.

Chi è dunque il Freddie Mercury raccontato da Peter Freestone? Potremmo dire il grande cantante, l’autore geniale di canzoni, il dominatore delle folle e nessuna di queste definizioni sarebbe errata. Ma c’è molto di più, perché Freddie è stato anche un magnifico essere umano, dotato di grandi slanci emotivi, ma anche dominato da debolezze, rigidità, eccessi. Ed è proprio questa combinazione di fattori, di luci ed ombre (o di bianco e nero, come forse avrebbe preferito dire lui stesso) a renderlo molto più umano di quanto possano lasciar intravedere le immagini riprese sul palco. La bellezza della Biografia Intima sta proprio in questo, nel far emergere tra le pagine il lato più umano di Freddie, quello tenuto lontano dai riflettori che pure è stato determinante per il raggiungimento del successo. Perché la musica, dopotutto, la vera protagonista della vita di Freddie, è nata proprio da lì, dalle pieghe di una personalità per certi versi estrema e complessa che Peter Freestone ha voluto raccontare. Forse per dire definitivamente addio all'amico che non c'è più. O per un ultimo, sincero abbraccio.

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