Fin dall’inizio della loro carriera Freddie, Brian, Roger
e John si sono distinti per essere quattro autori molto diversi tra loro ma
ciascuno in grado di contribuire in modo determinante al successo della band. Soprattutto
negli anni Ottanta l’apporto dato dal batterista e dal bassista è divenuto
essenziale, una vera e propria linfa vitale che ha spinto i Queen verso nuove
direzioni musicali.
Canzoni come Another One Bites The Dust, Radio Ga Ga, I
Want To Break Free e A Kind Of Magic sono state fondamentali per I Queen e
hanno offerto ai loro autori, Roger e John per l’appunto, l’occasione di
imporsi come autori di valore e non come semplici comprimari come talvolta
accade in altre band.
E poi ci sono altri pezzi che, essendo accreditati
genericamente ai Queen, hanno perso quella connotazione più personale che
invece caratterizza altri brani come Bohemian Rhapsody o Hammer To Fall, assolutamente
riconoscibili perché attribuiti con chiarezza ad un solo autore (ma anche in
questi casi non si deve sottovalutare il contributo dato dagli altri membri
della band).
Consideriamo ad esempio One Vision. Non è raro imbattersi nell’idea che il testo della
canzone, uscita come singolo nel 1985, prima di approdare su A Kind Of Magic
come pezzo di apertura dell’album, sia stato scritto da Freddie Mercury fortemente influenzato dal pensiero e dai discorsi
di Martin Luther King.
Tuttavia sulla questione è stata fatta un bel po’ di confusione. Proviamo quindi a fare chiarezza.
One
Vision nasce sull’onda lunga del Live Aid, il leggendario concerto voluto da Bob Geldof e Midge Ure
(di quest’ultimo, chissà perché, ci si dimentica sempre) come primo evento
musicale globale di beneficenza. L’idea insomma era quella di coinvolgere
quanti più musicisti possibile per raccogliere fondi a favore dell’Etiopia, in quel periodo vittima di una
terrificante carestia. I Queen, come
sappiamo, dominarono la scena e per certi versi trovarono su quel palco nuova
linfa vitale da aggiungere alla loro carriera.
Intendiamoci, nel 1985 i Queen non erano affatto una band
allo sbando. The Works, pubblicato
appena un anno prima aveva venduto tantissimo e il conseguente Works! Tour era stato sicuramente tra i
più remunerativi del gruppo, merito anche della capillare diffusione di singoli
come Radio Ga Ga e I Want To Break Free. Poi però c’era stato il passo falso
dei concerti sudafricani, le conseguenti aspre polemiche della stampa e dei
colleghi e, soprattutto, una certa stanchezza all’interno del gruppo stesso,
condita con stati di tensione non indifferenti.
Il successo al Live Aid fu quindi per Freddie e soci una
boccata di ossigeno e, per quanto possa sembrare assurdo, anche una notevole
iniezione di fiducia nei propri mezzi. Insomma, i Queen non potevano certo
finire con il battimani all’unisono di Radio Ga Ga e in breve i quattro si
ritrovarono ancora una volta in studio “per vedere cosa sarebbe accaduto”. La
spinta a rimettersi al lavoro era arrivata da Freddie, subito seguito da Brian
May e Roger Taylor e, con i suoi tempi vacanzieri, anche da John Deacon, che si
aggiunse per ultimo.
Da quella ritrovata voglia di suonare assieme ed essere
produttivi, venne fuori One Vision
che, come recitano i credits del singolo, deve essere accreditata a tutti e
quattro i Queen in un epoca in cui la band non aveva ancora optato per questa
scelta in modo definitivo. Tuttavia il lavoro corale fatto sulla canzone impose
una scelta che con tutta probabilità voleva anche testimoniare la ritrovata
intesa dopo un periodo pieno di turbolenze.
Ma, contrariamente ad alcuni articoli presenti in rete, va
detto che il testo iniziale di One Vision, non era di Freddie ma di Roger Taylor, da sempre molto sensibile
allo scenario socio-politica internazionale. È da lui che venne fuori il
concetto di “I have a dream”, preso
ovviamente dal discorso più famoso di Martin
Luther King. E’ una circostanza confermata dallo stesso batterista nelle interviste
rilasciate all’epoca (“Il testo era
sostanzialmente mio”).
Tuttavia, come era già accaduto per altre canzoni,
Freddie impose la propria volontà (non che fosse un dittatore ma se qualcuno
nella band aveva una buona idea, questa veniva sposata dagli altri),
modificando il testo e trasformandolo in qualcosa di diverso, tanto che alla
fine il messaggio pacifista immaginato da Roger risulta più sfumato, complice
anche il video della canzone che mostra la band a lavoro in studio senza alcun
riferimento al significato del testo.
Di seguito alcune delle strofe più emblematiche di One
Vision
Ti dirò che non c’è nero e non c'è bianco
Niente sangue, niente vergogna
Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è una visione totale
Niente sangue, niente vergogna
Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è una visione totale
****
Ho fatto un sogno
quand’ero giovane
Un sogno di dolce illusione
Un barlume di speranza e unità
E visioni di una dolce unione
quand’ero giovane
Un sogno di dolce illusione
Un barlume di speranza e unità
E visioni di una dolce unione
****
C’è solo una direzione
Un mondo, una nazione
Sì, una visione
Niente odio, niente guerra
Solo eccitazione
Per tutta la notte
Un mondo, una nazione
Sì, una visione
Niente odio, niente guerra
Solo eccitazione
Per tutta la notte
****
Datemi una notte
Datemi una speranza
Datemi solo
Un uomo, un uomo
Un bar, una notte
Un giorno, ehi ehi
Datemi solo, datemi, datemi
Una visione
Pollo fritto!
Datemi una speranza
Datemi solo
Un uomo, un uomo
Un bar, una notte
Un giorno, ehi ehi
Datemi solo, datemi, datemi
Una visione
Pollo fritto!
Il brano, pur non ottenendo il primo posto il classifica,
fu salutato con favore dai fan che ritrovarono una band musicalmente più vicina
al rock che non al pop elettronico degli ultimi anni. La stampa, invece, non
perse l’occasione di accusare i Queen di aver sfruttato il Live Aid per
pubblicare una nuova canzone e guadagnare così un po’ sull’onda emotiva di
quell’evento, accuse che la band rigettò con fermezza ribandendo attraverso
Brian May (da sempre il portavoce del gruppo) che “Facciamo un sacco di cose
per beneficenza e One Vision è stato solo un modo per tornare a fare quello per
cui la band esiste”.
Curiosamente poi, nonostante l’origine pacifista del
testo, One Vision finì nella colonna sonora del film Iron Eagle, che racconta una storia
di guerra un po’ sulla falsariga del ben più famoso Top Gun (entrambe le
pellicole sono del 1986, proprio come Highlander). Poi, con l’uscita di A Kind
Of Magic e del conseguente Magic Tour, One Vision diventerà anche il brano di
apertura di tutti i concerti, trasformandosi così in un altro classico della
band.
QUEEN
| ONE VISION