La recensione di Bohemian Rhapsody Soundtrack




Se c'è una cosa difficile da fare con i Queen è provare a riassumerne la carriera in una manciata di canzoni. Ci sono voluti ben tre Greatest Hits, più una notevole quantità di raccolte per riuscire a dare al grande pubblico una visione abbastanza completa di un panorama musicale così vasto. E comunque, ogni volta, si ha sempre la sensazione di aver dimenticato un brano rilevante, una canzone che davvero non può mancare.


Ma Bohemian Rhapsody non va inteso come l'ennesimo Best Of, sebbene ci si avvicini parecchio. È una colonna sonora e in quanto tale rappresenta il contrappunto musicale del film che potremo vedere il 23 Ottobre o più avanti a partire dal 29 Novembre. Lo si capisce dall'ordine scelto per la tracklist, che parte con Somebody To Love e si conclude con The Show Must Go On. Nel mezzo una sorta di percorso guidato che racconta la storia della band così come la vedremo sul grande schermo, dagli esordi con gli Smile, fino alla celebratissima performance al Live Aid nel 1985.

Ma ad aprire l'album c'è subito una piccola gemma, una sorta di divertimento che la 20th Century Fox ha concesso a Brian May e Roger Taylor: il classico intro della casa di produzione americana rifatto in perfetto stile Queen. Dura appena 20 secondi, ma rappresenta per l'ascoltatore una sorta di invito ad accedere ad un mondo fantastico, nel quale musica e cinema hanno trovato il loro perfetto connubio. Testimonia, inoltre, quanto la Fox creda in questo film, concedendo alla band di legare il proprio nome alla major.

Come detto questa soundtrack ripercorre la storia della band seguendo la sceneggiatura del film. Sono quindi concessi salti temporali e veri e propri anacronismi che forse faranno storcere il naso ai fan più intransigenti  ma che tuttavia non devono stupire. Se, ad esempio, troveremo un brano come Fat Bottomed Girls in largo anticipo rispetto alla sua reale pubblicazione o un Freddie baffuto ben prima del 1980 non potremo che ritenerle scelte (più o meno condivisibili) dettate dalla necessità di conferire al film una narrazione coerente, anche a discapito di qualche licenza poetica e alterazione cronologica di troppo, senza che ciò possa però farci gridare “errore, errore!”.

Il brano scritto da Brian May nel 1978 appare in questo album in una versione live del 1978. Siamo a Parigi in quello che forse è stato il tour migliore dei Queen in termini di perfetto bilanciamento tra setlist e performance. È una traccia inedita, che suona splendidamente e che forse rappresenta anche un assaggio piuttosto gustoso di ciò che potremo ascoltare nel box antologico in (probabile) uscita l'anno prossimo.

Doing All Right è invece l'inizio della storia dei Queen prima della nascita della band. Sarà una grossa sorpresa per il pubblico scoprire che ancora prima dell'avvento di Freddie Mercury, i Queen avevano già il proprio nucleo sonoro all'opera, seppure con scarso successo. I fan della band, invece, sono particolarmente affezionati all'era Smile e verso Tim Staffell c'è un generale affetto, giustificato da una personalità sincera che non ha mai inteso abusare dei suoi trascorsi con Brian e Roger e che, anzi, ha proseguito in sordina una propria carriera solista che proprio in questi giorni vedrà l'aggiunta di un nuovo capitolo con l'imminente album Two Late. Per questo album Brian, Roger e Tim si sono ritrovati presso gli Abbey Road Studios e hanno inciso una nuova versione del pezzo che riesce ad essere moderna senza però tradirne le origini anni '70. Anzi, qua e là è possibile riconoscere qualche frammento sonoro proprio della versione originale. Certamente ascoltarla spinge a domandarsi se questo trio potrebbe realizzare ancora oggi qualcosa di importante. Tim ha conservato una voce splendida e Brian e Roger, inutile dirlo, restano due musicisti straordinari. È un connubio che funziona benissimo e dispiace sapere che resterà qualcosa di unico e irripetibile.

L'altro momento importante della soundtrack è senz'altro Don't Stop Me Now, proposta in una versione chiamata “revisited”. In effetti possiamo dire che è stata in buona parte ri-suonata da Brian e Roger, che hanno aggiunto una batteria più incisiva e una certa predominanza di chitarra rispetto alla versione presente in Jazz. È il secondo tentativo (il primo lo trovate nella versione deluxe dell'album uscita nel 2011) ad opera di Brian May di aggiungere alla canzone i suoi tipici elementi, quasi del tutto assenti nel missaggio finale scelto da Freddie. C'è chi dice che i capolavori non andrebbero mai rimaneggiate e io sono tra i fautori di questa impostazione. Ma con delle dovute eccezioni, come sempre vuole il buon senso che si confronta con la realtà dell'ascolto. In questo caso l'eccezione merita di stare accanto ad altri esperimenti riusciti (ad esempio le retake di Keep Yourself Alive e I Can't Live With You).

E poi c'è il cuore di questa soundtrack e anche del film. L'esibizione ormai leggendaria dei Queen al Live Aid. Al cinema rappresenterà l'inizio e la fine della narrazione. Qui è il corpo centrale dell'album ed è un vero peccato che non sia stata riproposta integralmente. Certamente si è deciso di intervenire sulle tracce aumentando gli effetti provenienti dal pubblico e regolando qua e là i volumi in modo da rendere l'ascolto più coinvolgente e in sintonia con la scena ricreata nel film. Non è qualcosa di completamente inedito. Del Live Aid esistono varie testimonianze video ed è diventato negli anni uno di quei concerti che appartengono di buon diritto all'immaginario collettivo. Tuttavia questa è la prima volta in cui appare in formato audio e la maggiore fruibilità è un'ottima occasione per saggiare ancora meglio un'esibizione che resta per certi versi inesplicabile. Lo dico spesso e non posso che ribadirlo anche per il Live Aid: i capolavori vanno solo ammirati, in silenzio e con il cuore in gola per l'emozione, abbandonando ogni velleità di svelarne tutti i misteri. E qui, siamo in presenza di qualcosa che sta al vertice non solo della carriera dei Queen ma dell'intero storia della musica.

L'ultima sottolineatura la merita un mash-up, quello di We Will Rock You. La scena del film che riguarda la nascita della canzone l'abbiamo già vista di recente e non ha mancato di suscitare perplessità per la presenza di un Freddie Mercury già baffuto nonostante fosse ancora il 1977. Una scelta che in realtà comprenderemo davvero solo dopo aver visto il film e compreso che un biopic non ha lo scopo di offrire una rappresentazione documentaristica della realtà, ma una visione poetica di fatti e personaggi noti. La soundtrack ci offre un pezzo per certi versi diviso a metà, con la prima parte in studio e la seconda, davvero entusiasmante, che riprende un'esibizione live. We Will Rock You appartiene a quella particolare categoria di canzoni che funzionano sempre e comunque e quindi anche in questa versione non può che conquistarci.

Il resto dell'album mette assieme altre grandi hits dei Queen. Si va da Who Wants To Live Forever a Killer Queen, senza dimenticare Another One Bites The Dust e Under Pressure, di cui speriamo possa esserci la relativa scena negli studi di Montreux con tanto di David Bowie a guidare la band nella costruzione del brano. E poi ci sono I Want To Break Free che ascolteremo al cinema con tanto di ricostruzione del famoso video e un paio di momenti live dei primi anni '70 (Now I'm Here e Keep Yourself Alive). Su tutte a colpire davvero è Love Of My Life suonata a Rio nel 1985 e che la folla presente al concerto cantò quasi interamente da sola, ennesima testimonianza di quanto grande fosse la capacità dei Queen e di Freddie in particolare di generare con il pubblico una sintonia unica.

Il cd (ma è disponibile anche una sorprendente versione in musicassetta e presto uscirà anche il vinile) contiene un booklet corredato da foto tratte dal film e le classiche note di copertina, con i ringraziamenti di Brian e Roger alla produzione. A questi non possono anche aggiungersi anche i nostri personali ringraziamenti a questa band capace ancora oggi di farci saltare e cantare, battere mani e piedi e attendere quel fatidico 23 Ottobre (o 29 Novembre) quasi fosse un giorno fondamentale per tutti noi. Ma dopotutto con i Queen è così: realtà e fantasia diventano una cosa sola e a noi non resta che cantare le canzoni che amiamo.


TRACKLIST


1. 20th Century Fox Fanfare 0:25
2. Somebody To Love 4:56
3. Doing All Right... revisited (Performed by Smile) 3:17
4. Keep Yourself Alive (Live At The Rainbow) 3:56
5. Killer Queen 2:59
6. Fat Bottomed Girls (Live In Paris) 4:38
7. Bohemian Rhapsody 5:55
8. Now I'm Here (Live At Hammersmith Odeon) 4:26
9. Crazy Little Thing Called Love 2:43
10. Love Of My Life (Rock In Rio) 4:29
11. We Will Rock You (Movie Mix) 2:09
12. Another One Bites The Dust 3:35
13. I Want To Break Free 3:43
14. Under Pressure (Performed by Queen & David Bowie) 4:04
15. Who Wants To Live Forever 5:15
16. Bohemian Rhapsody (Live Aid) 2:28
17. Radio Ga Ga (Live Aid) 4:06
18. Ay-Oh (Live Aid) 0:41
19. Hammer To Fall (Live Aid) 4:04
20. We Are The Champions (Live Aid) 3:57
21. Don't Stop Me Now… revisited 3:38
22. The Show Must Go On 4:32