Sta per pubblicare il suo nuovo album solista e, pur non essendo un musicista mainstream, il suo nome è piuttosto conosciuto, soprattutto tra i fans dei Queen. Stiamo parlando di Tim Staffell, colui al quale si deve, dopotutto, la nascita dei Queen.
La storia la
conosciamo tutti, anche grazie a Bohemian Rhapsody: Tim era il bassista e
soprattutto la voce degli Smile, la band formata da Brian May e Roger Taylor. Tra
i pochi fans disposti a seguirli nei loro giri tra pub e sale da ballo (parlare
di tour sarebbe oltremodo esagerato!) c’era anche Freddie Bulsara, colui che di
lì a poco avrebbe colto l’occasione dell’abbandono di Tim, orientato verso
altri lidi sonori, inconsapevole che con quella scelta avrebbe determinato la
nascita della più grande band di sempre: i Queen.
Negli anni a
venire Tim è rimasto nell’ombra, ma ha continuato a produrre musica e di
recente il suo nome è tornato in auge grazie al biopic e alla nuova versione di
Doing Alright, reincisa proprio assieme a Brian e Roger per la colonna sonora
del film.
Con la prima
domanda Tim ha provato ad immaginarsi al posto di John Deacon:
"I Queen hanno prodotto alcuni dei migliori brani
di musica popolare mai scritti e l'alchimia tra i quattro li ha portati a
produrre musica inimitabile. Il modo di suonare il basso di John era l'ancora
perfetta per il loro modo di scrivere le canzoni, io sarei stato più invadente.”
A proposito
della nascita degli Smile, ha raccontato:
"Ascoltavo soprattutto il pop mainstream, il tipo
di musica che veniva diffusa dalle stazioni radio, artisti del calibro di Del
Shannon, Bobby Vee, gli Shadows, Elvis e Chuck Berry, che è stato un assoluto
rivoluzionario per l’epoca. Cantavo in una band chiamata 1984, il nostro
chitarrista era Brian May quando capitava che non potesse suonare con noi, allora
lo sostituivo io.
“Quando abbiamo proposto per la prima volta l'idea di
formare gli Smile, era scontato che avrei suonato l basso, ma non è che avessi
mostrato una particolare attitudine per lo strumento. Come trio, è stato
possibile pensare fuori dagli schemi e giocare con la dinamica
musicale. Roger e io non eravamo una sezione ritmica convenzionale di per
sé: abbiamo creato una piattaforma abbastanza unica su cui galleggiavano la
chitarra di Brian e le nostre armonie.
Cantare e
suonare il basso ha ovviamente rappresentato una sfida per Tim:
"Se fossero sopravvissute più registrazioni dal
vivo degli Smile, ti renderesti conto che non ero molto bravo. Probabilmente i
miei limiti sono stati ciò che ha contribuito a definire l'individualità degli
Smile.”
Sia i 1984
che gli Smile, pur essendo state due band amatoriali o poco più, hanno entrambe
avuto la possibilità di suonare come supporter di grandi artisti, gente del
calibro di Handrix:
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”Abbiamo condiviso uno spogliatoio, mi ha chiesto la
strada per il palco, questo è tutto! Tuttavia, dopo 18 mesi con gli Smile e i
concerti accanto a band come Yes, T-Rex e i Free di Paul Rodgers, ero
insoddisfatto, in parte perché mi stavo disinnamorando dell'heavy rock, e in
parte perché stavo facendo rete con persone che erano grandi improvvisatori,
jazzisti soprattutto e musicisti etnici che mi hanno fatto capire che non
volevo scrivere il tipo di materiale necessario agli Smile.”
Successivamente
nel 1970 gli Smile si sciolsero e quello che accadde dopo ora è roba da
leggenda della musica, con May e Taylor che formarono i Queen con Freddie
Mercury e, successivamente, John Deacon nella line-up definitiva del gruppo.
Come detto,
la carriera musicale di Tim è proseguita tra concerti, collaborazioni e musica
solista ed è rimasto saltuariamente in contatto con i vecchi compagni degli
Smile.
A decenni di
distanza il suo nome è ancora associato agli Smile e, in qualche modo, agli
stessi Queen, eppure Tim non ha mai cercato di approfittare della luce riflessa
che questo poteva garantirgli:
“Mi sono
sempre sforzato di assicurarmi di non capitalizzare gratuitamente quella che
potrebbe essere una connessione con i Queen, più labile di quanto possa
sembrare. Ma se questa è la mitologia
prevalente, la prenderò con piacere e molta gratitudine.
“Continuo a fare la mia musica e
durante il lockdown ho prodotto il mio terzo
album. Sto cercando di scrivere canzoni strutturate in modo interessante e
registrarle secondo il precedente stilistico che ho già creato. Ho
assorbito così tanta musica nella mia vita, ma adoro gli Steely Dan. Sono,
per me, gli dei della scrittura di canzoni.”