Chi segue le attività extra musicali di Brian May conosce già la sua passione per la fotografia stereoscopica. Per i nuovi fans invece potrebbe essere una vera sorpresa sapere che il chitarrista dei Queen è anche uno dei massimi conoscitori (e collezionisti) di questa particolare tecnica fotografica, nata in età vittoriana e antesignana del moderno 3-D.
Per Brian tutto ha avuto inizio quando ancora ragazzino collezionava le cosiddette stereo-cards in omaggio nelle scatole di cereali della Weetabix, piccole figurine plastificate che ritraevano con uno stupefacente effetto tridimensionale animali, automobili, paesaggi e anche i pianeti del Sistema Solare.
All’età di 10 anni Brian si appassionò talmente tanto
alle cards stereoscopiche da diventare un vero collezionista, una passione che
ha continuato a coltivare fino ad oggi, arrivando a ridare vita e lustro alla
prestigiosa London Stereoscopic Company,
fondata in origine nel 1854.
Nel corso degli ultimi anni la LSC guidata da Brian
May ha dato alle stampe numerose pubblicazioni stereoscopiche, tra cui anche il
libro QUEEN IN 3-D di recente
ristampato nella nuova edizione italiana della Gremese Editore.
RECENSIONE:
QUEEN IN 3-D | LA
NUOVA EDIZIONE GREMESE
La nuova “avventura stereoscopica” pubblicata in
questi giorni è STEREOSCOPY: THE DOWN OF
3-D, scritto dallo storico dell'arte DENIS
PELLERIN e realizzato con le immagini stereoscopiche della collezione di Brian,
co-autore del libro. Circa 100.000 fotografie – tra cui due immagini inedite di
Charles Dickens – che raccontano la nascita e lo sviluppo della fotografia
tridimensionale.
In epoca vittoriana (siamo nella metà del 1800, in
pieno umanesimo) tutti possedevano un visore stereoscopico e le serate venivano
trascorse ammirando le immagini in 3-D come fossero delle autentiche finestre
sul mondo, una passione che in qualche modo anticipava la fruizione della
televisione, oltre che del cinema.
L’effetto 3-D era ottenuto affiancando due fotografie
dello stesso soggetto, scattate da punti di vista leggermente diversi,
replicando così la stessa distanza che c’è tra gli occhi umani, a loro volta
visori stereoscopici biologici. Guardando poi le due immagini affiancate
attraverso lo stereoscopio (quello brevettato da Brian May è chiamato OWL,
gufo) le due foto si sovrappongono fino a restituire un sorprendente effetto di
profondità . Ammirarle significa letteralmente scivolare all’interno delle
fotografie stesse, nulla da invidiare al moderno effetto 3-D cinematografico.
Dopo l’iniziale successo, la stereoscopia ha vissuto
momenti di totale oblio, salvo poi ritornarne periodicamente in auge, in epoca
più recente anche grazie alle attività portate avanti dalla LSC e da Brian May.
Libri come Diableris, Mission Moon 3-D e Queen In 3-D hanno sicuramente riacceso
l’interesse da parte sia del pubblico che della stampa.
Questo nuovo libro attribuisce a Charles Wheatstone
l'invenzione della stereoscopia, dopo che per lungo tempo il merito è stato
riconosciuto (ingiustamente) ad altri: una sorta di atto di giustizia
fortemente voluto dai due autori.
Come detto, in Stereoscopy:
The Down Of 3-D (presentato ufficialmente dai due autori al King’s College
di Londra durante in webinar) sono presenti anche alcune immagini davvero rare
e suggestive, come quelle che ritraggono Charles Dickens alle prese con la
lettura del suo Canto di Natale o mentre lavora alla scrivania. E c’è anche il
primo scatto stereoscopico della Luna mai realizzato.
Per apprezzare le immagini stereoscopiche è necessario
utilizzare il visore contenuto all’interno del libro e seguire alcune semplici
indicazioni per abituare gli occhi
TUTORIAL:
COME UTILIZZARE IL VISORE STEREOSCOPICO
Nel frattempo Brian May sta anche lavorando all’acquisizione
di nuove immagini per dare vita, un giorno, ad un Archivio Nazionale della
Stereoscopia, un lascito per tutti gli appassionati, in modo che il mondo
intero possa godere dell’incredibile materiale che ha collezionato nel tempo.
(FONTE:
ALTRE
IMMAGINI E INFO SUL GUARDIAN.COM)
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