Il legame tra Brian May e le stelle è qualcosa di cui si potrebbe parlare per delle ore. Potremmo farlo ripercorrendo la sua carriera accademica, con gli studi interrotti per seguire il sogno di diventare un musicista e poi ripresi per concludere un percorso rimasto in sospeso. Oppure potremmo considerare le canzoni che ha scritto nelle quali, in modo più o meno diretto, il Cosmo e le leggi che lo governano sono assoluti protagonisti.
Da oggi a tutto questo possiamo aggiungere anche un nuovo capitolo,
raccontato dall’astronauta inglese Tim
Peake, membro dello staff della Stazione
Spaziale Internazionale.
L’episodio risale al 2015 quando Peake, a bordo
della navicella Soyuz in qualità di 5°
ingegnere di volo, è partito dal Cosmodromo
di Baikonur alla volta della Stazione Spaziale Internazionale nell’ambito
della missione denominata Expedition 46/47.
La partenza è stata accompagnata dallo stesso astronauta con l’ascolto di Don’t Stop Me Now dei Queen, un modo
per darsi la giusta tranquilla determinazione in vista di un’esperienza così
estrema.
Poi, una volta raggiunta la ISS in orbita attorno alla Terra, Peake ha
scelto di sfruttare la possibilità di fare alcune chiamate “a casa” contattando
proprio Brian May!
Intervistato da Desert Island Discs,
ecco come Peake racconta quella chiamata intergalattica:
“Ci è permesso fare alcune chiamate dalla Stazione Spaziale a persone con
cui vogliamo parlare. Uno di questi per me era Brian May, così l'ho
chiamato dalla Stazione, abbiamo fatto una videochiamata, assieme agli altri
componenti della missione ed è stato un momento meraviglioso.
Virtualmente, attraverso la videochiamata, lo abbiamo portato a fare
un tour all’interno della Stazione Spaziale e nel frattempo lui ci ha suonato un po' di musica dal
vivo. E’ stato fantastico.”
A proposito della colonna sonora che ha accompagnato il lancio della Soyuz
invece, Peake ha spiegato:
“Siamo autorizzati a scegliere tre tracce musicali prima del
lancio. In effetti, vengono riprodotti nella capsula Soyuz quando sei
seduto al tuo posto cinque minuti prima del lancio. È una cosa pensata per
distrarre la tua mente da ciò che sta per accadere.
Ho pensato che non ci fosse nulla di meglio che ascoltare Don't Stop Me Now
appena prima di essere lanciato nello spazio. Mi fa ancora rizzare i
capelli dietro il collo ogni volta che la sento.”