La prima volta è stato su uno dei palchi più importanti
della storia della musica, quello del Freddie Mercury Tribute allo Stadio di
Wembley. Ma non è stata l’unica volta in cui il nostro Zucchero Sugar
Fornaciari ha incrociato la propria storia artistica con quella dei Queen.
Quel giorno di Aprile del 1992 accadde qualcosa di unico, entrato di diritto nella leggenda
accanto ad eventi come Woodstock o il Live Aid. Decine di artisti e oltre un
miliardo di persone in tutto il mondo, resero omaggio a Freddie Mercury. Una
celebrazione della sua vita e della carriera artistica di un musicista che oggi
più che mai è considerato il cantante e frontman più importante di sempre. Non
era mai accaduto che tanti musicisti si riunissero per ricordare un singolo
artista e chi ha calcato la scena quel giorno può a buon diritto affermare di
avere il proprio nome scritto nella storia della musica. Tra questi anche
Zucchero, chiamato dai Queen e da Brian May in particolare per cantare Las Palabras De Amor.
Molto probabilmente a Zucchero quel giorno sarebbe piaciuto
cimentarsi con qualcos’altro, ad esempio Radio Ga Ga (poi affidata alla voce
del suo amico Paul Young) o magari Who Wants To Live Forever (eseguita dai
Queen assieme a Seal). Ma Las Palabras De Amor (dall’album Hot Space) è
comunque sembrata la scelta più azzeccata, almeno per l’assonanza tra il titolo
spagnoleggiante e la lingua italiana. Sta di fatto che Sugar quel giorno fu tra
i più bravi nonostante la visibile emozione e, soprattutto, nonostante un
piccolo incidente di percorso che ha poi raccontato lui stesso.
Prima di salire sul palco del Tribute, infatti, qualcuno
avrebbe dovuto consegnare a Zucchero una chitarra, una semi-acustica con cui
accompagnare il brano. Quel qualcuno però, uno dei tanti tecnici che
affollavano il backstage del concerto, deve aver sbagliato qualcosa perché il
cantante italiano si ritrovò a dover affrontare la sterminata platea di Wembley
letteralmente a mani vuote.
A raccontarlo è stato lo stesso Zucchero in varie
interviste e, in particolare, nelle note di accompagnamento della sua ultima
raccolta (Wanted, del 2018) nella quale, dopo aver spiegato l’intoppo della
chitarra, ha anche raccontato cosa è successo qualche giorno dopo. Perché Brian
May (che proprio a causa della chitarra dimenticata fu costretto a rinunciare
alla Red Special per imbracciare lo strumento destinato a Zucchero), desideroso
di ringraziare tutti coloro che avevano preso parte all’evento, colse anche
l’occasione di scusrsi con Zucchero con un biglietto riprodotto nel booklet del
best of.
Dopo quell’esperienza, i rapporti tra Zucchero e Brian si
sono consolidati, tanto da aver fatto incrociare le loro strade in più
occasioni, fino ad arrivare a coinvolgere anche la figlia di Sugar, Irene
Fornaciari.
La prima occasione dopo il Tribute arriva nel 1996 in una
città simbolo per la storia dei Queen: Montreux. Tra gli ospiti del Jazz
Festival di quell’anno c’è anche Zucchero che viene raggiunto sul palco da
Brian May per suonare sul brano Madre
Dolcissima.
Nel 2003 a CittÃ
del Capo in Sudafrica i Queen organizzano il 46664, un grande concerto nello stile del Live Aid, per celebrare
Nelson Mandela. In quell’occasione la band accompagna Zucchero nella sua
versione di Everybody’s Got To Learn
Sometimes (classico dei The Korgis) e Sugar ricambia il favore cantando I Want It All.
Lo stesso anno, stavolta in Italia al Pavarotti & Friends, Brian, Roger e Zucchero si erano ritrovati
a condividere lo stesso palco. Anche in questo caso si trattava di un grande
evento musicale, attraverso il quale il cantante lirico radunava ogni anno i più
grandi artisti rock e pop per duettare con loro sia su brani classici che di
musica contemporanea, un po’ nello stile di Barcelona, ma con esiti non sempre
esaltanti.
Brian May aveva già preso parte alla prima edizione nel ’92
proponendo da solista il suo singolo del momento, Too Much Love Will Kill You.
Per i Queen, invece, furono fatte le cose più in grande, anche se all’epoca la
band era ridotta ai soli Brian e Roger (i Queen+ dovevano ancora arrivare). A
loro fu affidata l’apertura del concerto con We Will Rock You e Radio Ga Ga, per poi ritornare sul palco assieme
a Pavarotti per una intensa versione di Too
Much Love Will Kill You. E poi, a concludere la serata, We Are The Champions, cantata proprio
da Zucchero, felice di poter finalmente esibirsi con i Queen su un classico
senza tempo.
L’anno seguente, nel 2004,
Zucchero incrocia nuovamente il suo cammino con Brian May, al quale chiede di prendere parte al progetto
discografico Zucchero & Co., una
raccolta dei suoi brani di maggior successo risuonati con altri grandi
musicisti e amici personali dell’artista italiano. Brian prende così parte a
due brani, Madre Dolcissima e Il Mare Impetuoso Al Tramonto, poi
proposte anche dal vivo alla Royal Albert Hall
Quello stesso anno, a Tromsoe in Norvegia, Brian e Zucchero
propongono al pubblico del 46664 Artic
una versione acustica del brano Così
Celeste.
L’amicizia tra Zucchero e Brian è talmente forte da
coinvolgere qualche tempo dopo anche Irene
Fornaciari, che da qualche anno segue le orme del padre. Con lei Brian May
assieme a Kerry Ellis arriva a duettare nel 2012 sul palco di Sanremo con la
canzone Uno dei Tanti, vecchio successo
di Joe Sentieri scritto da Mogol, che nel 2017 viene addirittura incisa da
Brian e Kerry (ancora una volta assieme a Irene) nella versione inglese I Who Have Nothing contenuta nell’album
Golden Days. E nel 2013 la figlia di
Zucchero sarà anche ospite di Brian e Kerry sul palco di Pescara in occasione del loro primo tour in Italia.
Ma la storia dei Queen e Zucchero non è fatta solamente di
musica. Tra loro c’è anche una storia, mai confermata ufficialmente, che però
il cantante italiano ha raccontato in più di un’occasione. Parliamo della
proposta che gli avrebbe fatto Brian May di affiancare la band in quello che
poteva quindi diventare un progetto Queen + Zucchero! Sembrerebbe, stando ai
vari articoli apparsi nel corso degli anni, che la presunta chiamata sarebbe
arrivata nel 2002 (ma alcune fonti indicano il 2003), dopo l’incontro tra
Zucchero e i Queen in occasione del 46664 a Città del Capo. Ma il cantante
avrebbe declinato l’offerta, poco convinto di abbandonare la propria carriera e
soprattutto di cimentarsi nella missione impossibile di stare davanti allo
stesso microfono che fu di Freddie Mercury.
Su questo aneddoto (al quale ammetto di non aver mai creduto) i dubbi
sono tanti. Anzitutto la collocazione temporale: nel 2002 nulla lasciava
immaginare che i Queen potessero riprendere ad esibirsi in modo regolare, cosa
che invece avvenne tre anni dopo con Paul Rodgers. Inoltre dai Queen e
da Brian in particolare non è mai arrivata nessuna conferma. Più probabile
dunque che si sia trattato del classico “misunderstanding”, come peraltro mi è
stato suggerito ormai diverso tempo fa in una mail ricevuta dal sito del
chitarrista. L’ipotesi più credibile è che Brian abbia solo cercato di
coinvolgere Zucchero in un evento live, quasi certamente il 46664.