Ancora qualche considerazione su John Deacon




Nelle ultime ore sono giunte all’attenzione di molti siti le dichiarazioni rilasciate da Brian May e Roger Taylor a proposito di John Deacon. Non si tratta di vere e proprie interviste, ma di frasi estrapolate dal documentario The Show Must Go On: The Queen + Adam Lambert Story andato in onda sulla ABC.


Il documentario ripercorre quella fase della carriera dei Queen meno nota, iniziata con il Freddie Mercury Tribute e giunta fino ai giorni nostri con la realizzazione del film, passando ovviamente per le collaborazioni con Paul Rodgers, quella attuale con Adam Lambert e i vari progetti paralleli alle attività musicali in senso proprio, come il musical.

Inevitabile che nel documentario si parlasse anche di John Deacon, le cui ultime apparizioni ufficiali con i Queen risalgono al 1997 e a progetti come il singolo No-One But You e l’esibizione parigina assieme a Elton John e al Bejart Ballet.

A proposito dell’ormai ex bassista, ecco cosa racconta Roger:

“A un certo punto è andato fuori di testa, non sopportava più di far parte del mondo della musica. È diventato un sociopatico che non ha contatti con nessuno. Ma approva ciò che facciamo a nome Queen.”

Da parte sua Brian aggiunge:

“E’ una sua scelta che noi rispettiamo. Non ci contatta, ma è informato su tutti i piani che portiamo avanti. È sempre stato molto fragile.”

Se le parole di Brian e Roger non vi stupiscono più di tanto è perché le avete già sentite. Si tratta, infatti, delle medesime dichiarazione che i due rilasciano ormai periodicamente fin dal 2005, ovvero da quando John decise (dopo averci riflettuto un po’) di non prendere parte alla reunion con Paul Rodgers.

Nulla di sconcertante, scandaloso o semplicemente nuovo. Si tratta delle frasi di circostanza che ripetono ogni qualvolta viene trattato l’argomento John Deacon e che ha l’indubbio effetto di stroncare rapidamente ogni possibile approfondimento sui loro rapporti personali. Se John non si fa sentire da almeno due decenni, allora Brian e Roger non sono in grado di dire nulla su come sta, cosa fa, e via dicendo.

A noi decidere se si tratta di un abile escamotage, oppure di una verità senza mezzi termini.

Naturalmente la (non) notizia relativa a John e ai suoi rapporti con i Queen genera tutte le volte una sequela piuttosto fastidiosa di commenti e valutazioni che non tengono conto di qualche dato che noi invece conosciamo piuttosto bene.

Sappiamo, infatti, che John Deacon è contrattualmente un membro dei Queen. Partecipa a tutte le principali società che fanno capo alla band e solo negli ultimi anni ha rassegnato le dimissioni da quelle relative alla gestione dei tour, del musical e del Mercury Phoenix Trust.

Tuttavia sappiamo che era presente nel 2002 al Dominion Theatre di Londra la sera della prima di We Will Rock You (Roger fa risalire a quell’occasione il suo ultimo incontro con John).

Sappiamo che avrebbe dovuto partecipare ai Queen + Paul Rodgers suonando in paio di show, salvo poi declinare l’offerta.

Sappiamo che un paio d’anni fa, fermato per strada da un gruppo di intraprendenti (e, fatemelo dire) poco educati fans si è dichiarato contento di ciò che stanno facendo i Queen con Adam Lambert, sottolineando di essere in buoni rapporti con Brian e Roger.

Sappiamo, infine, che pur non avendo detto nulla a proposito del film, una sorta di approvazione indiretta a Bohemian Rhapsody è arrivata scoprendo che il figlio Luke ha partecipato come comparsa in una delle scene iniziali del biopic.

Certo, sono informazioni frammentarie e non definitive, ma che ci dicono che tutto sommato i rapporti fra i tre non sono poi così negativi come si vorrebbe pensare. Allo stesso modo ci danno l’idea che davvero John non ha avuto nulla da ridire a proposito dei progetti realizzati in tutti questi anni, altrimenti non si comprende perché attraverso avvocati e commercialisti non abbia mai provato a contestare, criticare, rifiutare o disapprovare alcunché. E di certo non possiamo considerare attendibili le mai confermate dichiarazioni che John avrebbe fatto sul singolo realizzato con Robbie Williams, non essendovi una fonte diretta (il The Sun è tutto fuorché un tabloid attendibile).

A noi non resta che accettare e rispettare la scelta votata all’anonimato fatta da John, senza voler a tutti i costi andare oltre quel limite che per noi stessi consideriamo invalicabile e che chiamiamo privacy.


Fonte: Daily Express