Ci sono storie che a sentirle ricordano la scena di un film. Immaginate una
notte buia a Londra. Siamo nel 1972 e giovane uomo cammina da solo per le vie
deserte del suo quartiere. Sta tornando a casa dopo una lunga notte passata a
suonare con la band in cui è entrato a far parte da poco. Sulle spalle si porta
il pesante basso Fender. John è stanco ma anche eccitato per il futuro. Mentre
passa accanto ad un cassonetto, qualcosa cattura la sua attenzione. Si tratta
di un insieme di fili elettrici collegati ad un manometro elettronico. Per uno
studente di ingegneria elettrica quella è una visione irresistibile. Così John sente
il bisogno di indagare, raccoglie quel materiale e lo porta a casa. Inizia così
la leggenda di uno degli strumenti più famosi e misteriosi legati alla storia
dei Queen: il Deacy Amp!
Il circuito raccattato da John Deacon tra i rifiuti sembrava essere un amplificatore,
probabilmente parte di una radio a transistor o di un lettore di cassette. Il
giovane bassista una volta tornato a casa si soffermò meglio sull’oggetto e
alla fine concluse che, con le giuste modifiche, poteva ben prestarsi a
diventare l’amplificatore della sua chitarra. Così lavorò per adattare i
componenti all'interno di una vecchia scatola con altoparlante e aggiunse un
jack per l'ingresso, oltre ad un potenziometro per regolare il volume. Nessun
altro tipo di regolazione, perché John voleva uno strumento semplice che
consentisse di collegare uno strumento e suonare.
Ai chitarristi piace il termine “tono”. E' usato per descrivere il suono
complessivo della chitarra quando è collegata all’amplificatore e tutti i
dispositivi necessari per generare gli effetti desiderati. Parole come “dolce”
e “ruvido” entrano in gioco per definire i vari tipi di tono. Può essere difficile
per un non-chitarrista tenere il passo con tutta la terminologia del caso, ma
nel caso del Deacy Amp si può dire che
avesse un suono caldo, leggermente distorto, ma piacevole da ascoltare. Una
volta costruito, John lo ha usato per un po', per esercitarsi in casa. Poi lo
ha portato con sé durante le prove con i Queen. L’interesse di Brian May fu
immediato, probabilmente perché affascinato dalla strumentazione
auto-costruita, proprio come la sua chitarra, la leggendaria Red Special.
Inserendo nella propria configurazione il Deacy Amp, Brian cambiò il proprio
sound in qualcosa che non aveva mai sentito prima, perfetto per realizzare
quella stratificazione tipica dei Queen. Non proprio il suono caldo di un
amplificatore valvolare overdrive, ma qualcosa di molto più agevole rispetto al
clipping che proveniva da amplificatori a transistor. La Red Special fu improvvisamente
in grado di suonare come un violino, un violoncello, o anche come la voce
umana. Brian amò subito quel tipo di possibilità e iniziò a sperimentare i vari
suoni.
Così Brian adottò rapidamente l'amplificatore costruito da John, rendendolo
parte integrante del suono della band. Lo si può sentire in classici come God
Save The Queen, Killer Queen, e in A Winter’s Tale, anche se forse l’uso più
interessante del Deacy Amp fu fatto per il brano Good Company nel quale la Red
Special suona un'intera banda di ottoni, usando solo la sua chitarra e l’amplificatore
in questione.
Brian ha utilizzato il Deacy Amp in molte sessioni di registrazione dal
1970 in poi e fino agli anni '90 e non ha mai avuto bisogno di regolarlo in
modo particolare. Praticamente l’amplificatore è rimasto chiuso fino al 1998
quando, durante la registrazione dell’album solista Another World, Greg Fryer
ha chiesto a Brian di poter costruire una replica dell’ormai vetusta creatura
di John Deacon.
Greg Fryer si è messo a lavoro al progetto assieme a Pete Malandrone ed
entrambi devono essersi sentiti come degli archeologi mentre aprivano l’amplificatore
per la prima volta dopo interi decenni. I due non avevano idea di cosa
avrebbero trovato all'interno e c’era il serio rischio di danneggiarlo
irrimediabilmente.
Una volta rimosso con attenzione la parte posteriore, i due hanno trovato
un unico circuito a quattro transistor. La sezione di potenza era costituita da
un amplificatore di classe B in configurazione push-pull. I transistori di
potenza erano degli AC128, dispositivi tedeschi. Sia all'ingresso che
all'uscita c’erano trasformatore accoppiati, con i transistori di potenza
montati sopra i due nuclei multipolari. Era un po'strano come schema, sia
elettronicamente sia fisicamente, anche se alcune parti del circuito sembravano
essere state prese direttamente dal manuale transistor della Mullard.
La scheda era stata sicuramente ricavata da un pezzo prodotto in serie a
basso costo di elettronica di consumo. Replicarne il disegno di base sarebbe
stato facile. La parte difficile sarebbe stata invece la replica dei
trasformatori, perché era impossibile capire esattamente di quale materiale erano
fatti.
La coppia di tecnici ha quindi chiuso l'amplificatore e ha iniziato a
progettare le repliche. Il primo tentativo aveva un suono simile al Deacy Amp,
ma non del tutto. Greg ha continuato a raffinare il design nel suo tempo
libero, oltre agli aspetti tecnici allo scopo di avvicinarsi al suono originale.
Nel 2003 replicare l'amplificatore era diventata una missione per Greg. Per
raggiungere lo scopo ha arruolato anche Nigel Knight per aiutarlo. La speranza
non era solo quella di fornire un paio di amplificatori per Brian, ma anche di
creare delle repliche commercializzabili.
Finalmente nel 2008 Brian ha dato il suo benestare per smontare
completamente l'amplificatore e determinarne così esattamente il funzionamento.
I transistor sono stati testati individualmente dai produttori di componentistica
giunti ad aiutare. Anse di filo sono state avvolte attorno ai trasformatori,
creando un altro bobina secondaria. Il risultato del lavoro di Greg e Nigel è
stato l’Audio Technologies Deacy, una replica non proprio economica (il prezzo
si aggira attorno alle mille sterline), ma che ha soddisfatto tutti, anche lo
stesso Brian May.
Ma il mistero è durato per ancora molto tempo: da dove veniva
l'amplificatore costruito da John Deacon? Nigel riteneva che originariamente fosse
parte di un baby monitor o di un citofono di qualche tipo. Tuttavia, nonostante
l’amplificatore sia stato mostrato nelle sue varie parti anche in rete, nessuno
è riuscito a spiegarne l’effettiva origine. La situazione è durata fino al
2013, anno in cui su un forum specializzato in apparecchiature radio qualcuno
ha dimostrato che i componenti usati da John appartenevano ad una radio a
transistor, la Supersonic PR80, serie TSM-60 prodotta a metà degli anni ’60.
La Supersonic era una società che ha costruito elettronica di consumo in
Africa, producento i propri apparati in Rhodesia e Sudafrica durante diversi
periodi. Eppure, questo particolare modello di radio è relativamente raro da
trovare.
Così, mentre il mistero della storia delle origini del Deacy Amp è stato
risolto, i componenti effettivi risultano essere difficili da trovare, tanto
che entro breve tempo si potrà replicare quel magnifico suono utilizzando dei
software.
****
Nella traduzione ho volutamente omesso alcuni dettagli tecnici per non incorrere in errori. Li trovate comunque nella fonte qui in basso. Nel medesimo articolo originale sono presenti anche alcune foto del Deacy Amp, tra cui gli schemi interni.
(Fonte: www.hackaday.com)