Il chitarrista dei Queen Brian May,
nonché astrofisico di fama, ha messo a disposizione una parte della
sua collezione di fotografie stereoscopiche di epoca vittoriana per
una nuova mostra presso la Tate Britain che durerà per i prossimi
sei mesi. Abbiamo parlato con lui e con il collaboratore Denis
Pellerin a proposito delle connessioni che hanno scoperto con i
famosi dipinti da cui le cards traggono diretta ispirazione.
Brian May: “Questa è una passione
che risale alla mia infanzia. La Weetabix aveva l'abitudine di
regalare nelle confezioni di cereali delle cards stereo. Erano dei
pacchetti nei quali potevi trovare queste cartoline con due immagini
identiche affiancate e a prima vista poteva sembrare una cosa
piuttosto piatta e noiosa. Ma poi, se le osservavi attraverso un
visore stereoscopico, tutto prendeva improvvisamente vita. Così ho
iniziato a chiedermi che senso aveva perdere del tempo con le foto in
due dimensioni quando esisteva la possibilità di averle in tre
dimensioni?!”
Come è nata l'idea per la mostra alla
Tate Britain?
Denis Pellerin: “Sono sempre stato
interessato alla pittura vittoriana e alla fotografia. Un giorno ho
letto qualcosa a proposito di un quadro intitolato Chatterton di
Henry Wallis del 1856 e di cui qualcuno aveva fatto una fotografia
stereoscopica. Così ho iniziato a cercare altri esempi simili e mi
ci sono voluti sei anni, ma alla fine ne ho trovate ben 92.”
La mostra espone alcuni dei dipinti
originali insieme alle foto stereoscopiche basate su di essi. Come
cambierà il modo di guardare a questi dipinti una volta che la gente
avrà visitato la Tate?
DP: “Penso che darà modo alle
persone di rendersi conto che i fotografi stavano seguendo quello che
stava succedendo nel mondo dell'arte di quel periodo. Poche persone
potevano permettersi di acquistare un dipinto originale, ma le cards
stereo erano abbastanza economiche. Erano un modo di diffondere la
cultura vittoriana.”
BM: “Guardarle mi fa sentire quasi
come se fossi io stesso un vittoriano, riesco a percepirne la loro
sensibilità e penso che un sacco di gente si sentirà in quel modo.
Il mondo intero oggi può guardare questo tipo di immagini. La
stereoscopia vittoriana invece è l'esatto contrario. Siete invitati
a entrare e studiare come in un'immagine c'è tutto un mondo di
dettagli su cui è possibile soffermarsi. Penso che in questo modo
esse corrispondano in modo sorprendente ai dipinti che
rappresentano.”
Negli ultimi anni, i film in 3D sono
diventati di nuovo popolari. Usano tecniche simili alle fotografie
stereo vittoriane?
BM: “Sì, in un certo senso non c'è
nulla di nuovo. Quasi tutto ciò che può essere fatto con le
immagini stereoscopiche era stato fatto a circa metà Ottocento. E'
qualcosa di stupefacente: più si entra nel mondo della stereoscopia
vittoriana e più ti rendi conto che le persone dell'epoca erano
incredibilmente intelligenti. Per me è una rivendicazione dell'idea
che non ci dovrebbe essere una demarcazione tra scienza e arte. Un
sacco della mia vita è basata sulla riscoperta del fatto che la
scienza e l'arte devono essere apprezzate assieme, altrimenti ci si
perde un sacco di bellezza della natura e della creazione.”
(Fonte:
www.tate.org.uk | www.brianmay.com)
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