Brian May è uno dei chitarristi più importanti della storia del
rock. È anche autore di alcune tra le canzoni più rilevanti della
scena musicale mondiale. Ma è anche uno scienziato quotato e un
esperto di fotografie stereo. Da alcuni anni è conosciuto in
Inghilterra per il suo attivismo in favore dei diritti degli animali.
È, in una parola, un uomo rinascimentale. Il Rinascimento è stata un'epoca storica importante, perché ha
posto al centro del mondo il pensiero e l'ingegno dell'essere umano.
È il periodo in cui sono fiorite le arti e le scienze, attraverso le
quali l'uomo ha compreso le proprie potenzialità . Brian May, pur
essendo nato molti secoli dopo, ha raccolto quell'eredità , quello
stile di vita e, soprattutto dopo il 1991 ha iniziato a metterne in
pratica gli insegnamenti. Il tutto a dire il vero inizia già negli anni '60 quando, assieme
al padre, costruisce la leggendaria Red Special. Eddie Van Halen ha
messo assieme pezzi di varie chitarre e altri musicisti hanno nel
tempo richiesto e ottenuto dalle case costruttrici determinate
caratteristiche (penso alle Ibanez a 7 corde di Steve Vai). Brian May
ha fatto ben più di tutto questo: ha ritagliato un pezzo di legno,
ha utilizzato la molla di una motocicletta... insomma, ha inventato
il suo strumento, rendendolo fondamentale per il sound dei Queen.
Senza quella chitarra, e quelle dita s'intende, non ci sarebbero mai
stati i Queen.
Della passione del Doc – è questo il nomignolo preferito dai
fans e dallo stesso Brian – per l'astronomia sappiamo davvero
tutto. Ha iniziato gli studi già al tempo degli Smile, salvo poi
interromperli per dedicarsi a tempo pieno ai Queen. Ha poi ripreso in
mano il suo dottorato fino a conseguirne il titolo pochi anni fa. Nel
frattempo si è costruito una reputazione scientifica davvero solida,
tanto da essere sempre presente nei simposi che contano. Nel suo
giardino ha creato un piccolo osservatorio e da lì, attraverso le
lenti del suo telescopio, scruta e studia le stelle e forse da esse
trae forza e ispirazione per la sua musica. Il Doc è sempre stato appassionato di fotografia. Nei libri
dedicati ai Queen si possono vedere tante immagini scattate proprio
da lui. Nel bellissimo romanzo di Paolo Maurensig “L'ombra e la
meridiana”, l'autore scrive del conforto che ti dà l'osservare il
mondo attraverso un obbiettivo, quasi che l'anteporre tra il proprio
occhio e la realtà uno strumento possa in qualche modo proteggere.
Forse è questa la sensazione che vive anche lui ogni volta che
scatta una foto. Ma Brian non è certo convenzionale, per cui invece
delle solite fotografie ha scelto un campo particolare, quello delle
immagini stereografiche. Si tratta, per dirla nel modo più semplice
possibile, delle antesignane del moderno effetto 3D, create nel 1800
da T. R. Williams e perfezionate si potrebbe dire dal nostro Doc con
un'altra invenzione: un visore da indossare come un paio di occhiali.
Brian May è anche l'anima (e il cuore) del progetto Save Me,
un'ente benefico voluto dal chitarrista per tutelare i diritti degli
animali. Le svolte ecologiste e animaliste sono frequenti nel mondo
della musica. Tra le più famose ricordo quella di Sting in favore
dell'Amazzonia e le decine di campagne promosse da Bono Vox.
Difficile dire quanto siano genuine le motivazioni che stanno dietro
simili impegni. A volte si ha la sensazione che lo scopo sia solo
quello di colmare un vuoto prodotto dalla noia, o magari di espiare
qualche senso di colpa di troppo. Credo in tutta onestà che al fan
non competa di esplorare i motivi che sottendono scelte davvero molto
personali. Ciò che conta è il risultato. Nel caso di Brian gli
esiti sono evidenti: molte persone, soprattutto in Inghilterra, hanno
(ri)scoperto una sensibilità verso il regno animale per troppo tempo
sopita. Del resto non è retorica dire che l'uomo nei confronti della
natura ha sviluppato una sorta di non-coscienza, quasi che un animale
o una pianta non siano esseri viventi, ma piuttosto prodotti di
un'industria di cui ci importa ben poco. Il Doc ha, al contrario, una
sensibilità tipica dell'artista, ha cioè un occhio dell'anima che
sa vedere oltre la superficie delle cose e sta mettendo tutto questo
al servizio di una causa che, al di là di tutte le possibili
critiche, è nobile e alta. Omaggio a Brian May. Ho intitolato così questo capitolo perché
ho voluto cimentarmi nel tentativo affatto semplice di spiegare in
poche righe chi è quest'uomo. Non so dire se sono riuscito
nell'intento. Ma voglio concludere con un piccolo aneddoto, che
dedico idealmente a un'amica che pochissimi giorni fa mi ha chiesto:
“Com'è vedere da vicino il Doc?”. Ecco la mia risposta:
“Il 14 Luglio ero a Pescara a vedere il concerto di Brian May e
Kerry Ellis. Dopo qualche tentennamento iniziale, per la veritÃ
durato lo spazio di una manciata di minuti, sono riuscito ad
acquistare un biglietto per la prima fila. Ho quindi avuto il Doc a
pochi passi di distanza per tutta la durata dello show. Posso dire
una cosa, anche se mi è difficile spiegarne il perché: Brian emana
davvero una sorta di energia. È qualcosa di istintivo che ti
colpisce nel profondo e ti fa sentire parte di qualcosa di grande.”
Un uomo rinascimentale è tutto questo. Brian May è forse molto
di più.