Ramondo lo Scudiero, di Antonio Chirico


La Storia, quella con la S maiuscola, non è quel noioso elenco di nomi e date che spesso ci viene tramandato dagli ambienti accademici. Al di là dei significati e delle implicazioni che gli eventi del passato rappresentato, a volerli leggere con un occhio più attento è possibile scoprire avventure, intrighi, battaglie epiche e destini che si intrecciano, senza nulla da invidiare a certi racconti frutto della fantasia.

Anzi, spesso la Storia appare talmente epica e ricca di fascino da essere ben più emozionante di quei romanzi e film che pure catturano la nostra attenzione, salvo poi risultare inverosimili, poco attenti ai dettagli e quindi privi della capacità di lasciare una traccia significativa che duri nel tempo.

Ma, come detto, a voler scandagliare la Storia, quella vera, gli spunti da cui trarre racconti realmente avvincenti può diventare qualcosa di più di un esercizio intellettuale. Il risultato può dare vita ad avventure straordinarie, da leggere e che alla fine ci faranno dire: è successo per davvero!

ANTONIO CHIRICO, classe 1967, di professione Avvocato, innamorato della Storia e della sua terra, la Puglia, ha scelto di mettere la propria fantasia e il talento al servizio di un condottiero realmente esistito, Raimondo Orsini del Balzo, detto Raimondello o Ramondo, per raccontarne le gesta nel romanzo RAMONDO LO SCUDIERO, disponibile su Amazon sia in formato cartaceo che ebook.

Ramondo, che fu Principe di Taranto, Duca di Bari e Benevento, Conte di Lecce e Signore di città come Gallipoli e Ostuni, Otranto e Uggento, è ricordato negli annali di Storia come uno dei condottieri più importanti che vissero in Puglia nella seconda metà del 1300.

La sua esistenza fu indissolubilmente legata alla Puglia e proprio per questo il romanzo di Antonio Chirico assume una valenza particolare e unica. Spesso il Sud non viene raccontato come si potrebbe (e dovrebbe), quasi fosse una terra priva di spessore, buona per trascorrere le vacanze nei mesi più caldi dell’anno e poco altro.

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Ma chi conosce bene questa meravigliosa terra e ancora di più chi la vive con sincera passione sa che al calare del sole, quando il cielo si colora di un tenue rosa e l’orizzonte scurisce in attesa della notte, la Puglia inizia a sussurrare le proprie storie, le vicende di uomini e donne che ne hanno determinato il destino, rendendola spesso protagonista di eventi che si sarebbero riverberati su buona parte dell’Italia.

Antonio Chirico, che della Puglia è sinceramente innamorato, ha scelto di ascoltare quella voce antica per tradurla in un romanzo storico potente ed evocativo, nel quale gli intrighi di palazzo si fondono alla perfezione con l’epica cavalleresca di quel tempo, quando andare alla guerra significava indossare i vessilli della cristianità per difendere la fede contro un sistema di valori che appariva crudele e selvaggio.

Ramondo più che uomo politico fu soprattutto un soldato, fedele alla croce ma anche alla propria spada. E lo dimostrò in più occasioni, primeggiando sul campo di battaglia, tanto in Puglia quanto nelle austere e gelide terre del nord-est europeo, combattendo accanto ai Cavalieri Teutonici in Prussia.

Eppure, sebbene le sue imprese siano degne di memoria, il nome di Ramondo è poco presente nei testi storici, anche a causa della mancanza di fonti capaci di raccontarne in modo dettaglia l’infanzia e la gioventù, gli anni nei quali la personalità e il suo stesso destino presero forma.

RAMONDO LO SCUDIERO prova a gettare luce su quel periodo così significativo, raccontando la vita del futuro Principe di Taranto proprio dall’inizio, dai primi anni nei quali essere fanciullo significava dover sottostare ai voleri paterni che, a seconda della convenienza, potevano indirizzare verso un destino di comodo, poco importa che fosse sul campo di battaglia o tra le navate svettanti di una Cattedrale.

Il romanzo di Antonio Chirico assume così la forma della biografia, con Ramondo assoluto protagonista da seguire nella propria crescita personale, alla scoperta del sistema di valori ai quali dovrebbe assoggettarsi e dai quali invece sceglierà di sottrarsi, convinto che il suo destino sia altrove.

Sullo sfondo anche la vicenda sempre affascinante e ricca di mistero legata al Santo Graal, anche questa affrontata con rigore storico e senza i tipici sensazionalismi che solitamente ne caratterizzano il racconto. E poi una storia d’amore, perché dopotutto è il sentimento più potente di tutti che smuove gli ingranaggi della Storia, sia esso passione per una donna o per il potere.

Il talento di Antonio Chirico sta nella capacità di far rivivere le atmosfere dell’epoca pur adottando un linguaggio moderno, non eccessivamente appesantito dall’uso di termini desueti. Le descrizioni sono efficaci, anche quando a dominare il racconto sono le battaglie e quindi l’azione concitata fatta di lame che si incrociano e ferite che squarciano le carni.

Le vicende di Ramondo in Prussia hanno il gusto dell’avventura epica e l’autore le racconta con occhio cinematografico, dando al lettore la possibilità di immergersi completamente scontri corpo a corpo. Sangue, sudore, la nebbia che sale dal terreno, il nitrito dei cavalli guidati verso il nemico, lo sprezzo per il pericolo e l’attaccamento alla fede. Ogni elemento si combina perfettamente per descrivere ciò che Ramondo ha visto per davvero e che noi oggi possiamo solo immaginare.

E poi ci sono gli immancabili intrighi di corte, determinati dalla lotta per il potere, con i nobili del tempo che tessono oscure trame, talvolta a favore altre volte contro la Madre Chiesa, guida temporale più che spirituale, anch’essa in cerca di uno scranno da cui dominare terre e uomini. Un contesto avvincente, che molto ci dice su come la Storia del nostro paese e del Sud Italia sia stata plasmata, con Ramondo che nelle intenzioni di Antonio Chirico si fa espediente ideale per una narrazione di più ampio respiro.

Pur con le dovute licenze narrative (segnalate alla fine del libro) imposte dalla necessità di costruire una trama avvincente, RAMONDO LO SCUDIERO è un romanzo storico solido e convincente, nato da ricerche accurate che hanno dato all’autore la possibilità di maneggiare con cura ma anche con estrema libertà e consapevolezza una storia intricata. Il risultato è convincente, la trama non ha battute d’arresto né si perde, come spesso accade in questi casi, in quegli eccessi descrittivi che solitamente servono solo a dimostrare che l’autore del libro conosce gli usi e costumi dell’epoca, senza però che questo aggiunga nulla di significativo alla vicenda.

Gli appassionati di Storia, di letteratura cavalleresca e di avventura troveranno in RAMONDO LO SCUDIERO il libro ideale per ritrovare quella voce antica con la quale la Puglia continua a raccontare le proprie storie senza tempo.

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LA SINOSSI.

Siamo nel Regno di Napoli, a cavallo tra il 1300 e il 1400. Ramondello è il figlio cadetto del conte Orsini. Suo padre gli ha programmato una carriera nel mondo ecclesiastico, ma lui è innamorato perso di una fanciulla destinata a diventare contessa e non si arrende a un destino che non vuole. Trova una sponda amica in Ramondo del Balzo, fratello di sua nonna.

Il pro-zio, che non ha avuto figli, gli risolve tutti i problemi designandolo suo successore. Unica condizione per ereditare le sue fortune oltre al titolo di conte di Soleto, che gli consentiranno di sposarsi, è che Ramondello aggiunga al proprio cognome anche quello del suo benefattore.

Ma le cose non vanno secondo i piani e il ragazzo si trova costretto a partire come scudiero per le crociate del Nord, senza nemmeno poter dare un ultimo saluto alla sua amata.

Liberamente ispirata alla vita di Raimondello Orsini del Balzo, è una storia di amori, amicizie, tradimenti, conflitti familiari e battaglie avventurose. C’è spazio anche per delle incursioni nel mondo della cavalleria teutonica e nei misteri del Santo Graal. Il tutto, sullo sfondo storico della disputa tra due re pretendenti al trono di Napoli e dello scisma d’Occidente, con una Chiesa cattolica retta contemporaneamente da due papi in conflitto tra loro. Una storia antica ma con molte curiose analogie con la contemporaneità.

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