Amore e morte, sesso e sangue. Sono binomi che nel cinema
e nella letteratura horror hanno fatto la storia del genere, basti pensare ai
sensuali morsi con i quali il Conte Dracula irretiva le proprie vittime fino a
trasformarle nei suoi accoliti. E gli esempi potrebbero proseguire.
Naturalmente anche la letteratura segue inevitabilmente i
cambiamenti che avvengono nella società . Anche per questo i racconti gotici di
fine ‘800 possono apparire in alcuni casi come ingenui, poco aderenti alla
realtà e soprattutto privi della capacità di spaventare il lettore
contemporaneo.
Nulla di male. La continua evoluzione dei costumi e dei
gusti si riverbera inevitabilmente anche sulla scrittura, imponendo agli autori
di raccontare in modo nuovo la realtà e le paure che si annidano nel nostro
inconscio.
È il caso di KRISTOPHER
TRIANA, il cui romanzo LE LUNGHE
OMBRE DI OTTOBRE è arrivato nelle librerie italiane grazie alla DUNWICH EDIZIONI, che dimostra di
credere nella qualità e nell’originalità di romanzi realmente sorprendenti.
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KRISTOPHER TRIANA
Triana, va detto, non è un autore facile e nemmeno adatto
ad un pubblico troppo giovane. Le sue opere infatti sono caratterizzate da dosi
abbondanti di sangue e sesso, quest’ultimo descritto anche in modo piuttosto
esplicito, tanto da poter anche infastidire il lettore più sensibile. Non
aspettatevi quindi la classica storia in cui ad essere strappate sono solamente
le membra dei protagonisti. Anche i vestiti sono destinati ad una pessima fine,
ma per scopi ben più piacevoli. Almeno fino ad un certo punto!
La storia raccontata in LE LUNGHE OMBRE DI OTTOBRE ha apparentemente un’impostazione classica,
con il solito gruppo di ragazzi attirato all’interno di un’antica dimora tra le
cui mura uno spirito inquieto è pronto a scatenare una vera e propria mattanza,
non prima però di aver dato libero sfogo ad una libido dall’alto tasso erotico.
Così tra le pagine di Triana ci si imbatte in scene
orgiastiche ma anche in cupi rituali pagani, mentre il delirio collettivo si
spande a macchia d’olio spingendo una delle protagoniste, Kayla, a mettere a
fuoco la propria natura seduttiva, rimasta repressa fino a quel momento, per
contrastare gli appetiti della creatura che abita nella casa, una strega
affamata di anime e carne umana.
LE
LUNGHE OMBRE DI OTTOBRE è un racconto sulla stregoneria e sulla
magia sessuale, ma anche sull’incapacità delle creature ultraterrene di
rinunciare alle delizie che la vita di questo mondo è in grado di offrire. Ed è
anche la storia della scoperta della propria sessualità da parte di un gruppo
di adolescenti, soprattutto dal punto di vista femminile. Sono le donne,
infatti, le vere protagoniste del romanzo di Triana e, proprio per questo, le
scene di sesso, seppur esplicite, assumono un significato diverso e più
complesso da quello che potrebbe avere un erotismo di stampo “maschile”.
Qui ogni atto sessuale è visto come la presa di coscienza
di un potere femminile capace di dominare l’uomo, con la donna che smette di
essere vittima per diventare strumento di tortura ma anche di salvezza, a
seconda di chi esercita la propria sensualità .
Tuttavia non sono questi gli aspetti che rendono il
romanzo di Triana interessante. È soprattutto la qualità della scrittura
(merito anche dell’ottima traduzione italiana) che impedisce al libro di essere
solamente un esercizio di stile a metà tra horror e racconto erotico.
Le descrizioni, tanto dei personaggi quanto delle
situazioni e degli ambienti sono davvero credibili e rimandano a quel filone
che da anni racconta la provincia americana, un microcosmo all’interno del
quale è possibile ritrovare storie, sentimenti, emozioni, paure e paradigmi che
nel loro complesso raccontano la società americana con sguardo critico e
potente.
Ed è forse questo il fine ultimo anche di Triana: provare
a cogliere tutte le idiosincrasie del mondo americano rispetto al sesso e,
veicolandole attraverso l’approccio tipico del genere horror, affermare una
volta di più quanto le ipocrisie sulla sfera intima delle persone (e
soprattutto delle donne) produca più danni (e orrori) di quanto il nasconderle (e
reprimerle) potrà mai fare.
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