Brian May è il difficile rapporto con la depressione e la timidezza




Brian non ne ha mai fatto mistero. Anzi, spesso ne ha parlato in modo totalmente franco attraverso i social network e il suo sito ufficiale (BrianMay.Com) proprio allo scopo di condividere la propria esperienza e far sapere “a chi è là fuori” che la depressione può colpire chiunque.


Ultimamente è tornato a parlare del problema in occasione di un’intervista rilasciata al magazine The Big Issue al quale ha spiegato che “ad oggi non ho più risposte di quante ne avessi prima”.

Oggi il chitarrista dei Queen ha 72 anni, è famoso non solo per essere ancora in tour con i Queen + Adam Lambert, ma anche per i numerosi progetti nei quali è costantemente coinvolto. Si occupa di scienza, collaborando anche con la NASA, di fotografia stereoscopica (è ormai pronta l’edizione definitiva del libro Diableries) e proprio in questi giorni è impegnato in studio per registrare nuova musica assieme a Kerry Ellis. Eppure, la depressione è uno spettro che non lo abbandona, giunto nella sua esistenza nei primi anni ’90, in concomitanza con il periodo più difficile che abbia mai vissuto: la morte prima del padre e poi di Freddie e il disfacimento del suo primo matrimonio. Un trittico che avrebbe devastato chiunque e che lo ha portato davvero ad un passo dal baratro.

"Quando hai attraversato una grave depressione, senti che dovrebbe esserci una vera curva di apprendimento", ha raccontato a The Big Issue. “E dovresti essere in grado di dare buoni consigli ad altre persone affette dallo stesso problema. Ma ho scoperto che è così. Penso che l'unica cosa che potrei dire è che occorre concentrarsi su quella minuscola luce che sta alla fine del tunnel. OK, questa giornata sarà merda, fine della storia. Ma ci sarà un altro giorno che sarà migliore del precedente. Questo è l'unico consiglio utile che posso dare.”

Brian non nega poi di provare ancora quel senso di timidezza che lo ha caratterizzato fin da quando era un adolescente. Non è umiltà, insiste, è solo timidezza. "Mi sorprendo ancora a sentirmi come il timido scolaretto di molti anni fa", ha spiegato. “Spesso non so come iniziare una conversazione. È un completo shock per me quando le persone mi incontrano e mi circondano con il loro entusiasmo. La gente vede il mio modo di fare e dice oh, sei molto umile, ma non è così. In realtà è che, rispetto a quando avevo 16 anni, non sono riuscito a riprogrammare me stesso.”


NOTA PERSONALE. A chi ha avuto l’enorme fortuna di incontrarlo di persona (come è capitato al sottoscritto), resta addosso la sensazione di aver avuto di fronte una persona realmente dotata di grande umiltà, al di là della proverbiale timidezza che ha voluto ribadire in questa intervista. Tutto in Brian, dal modo di parlare alla postura, dice che hai di fronte un concentrato di timidezza, ma anche di profondo rispetto per chi ha di fronte e di sincera semplicità. Probabilmente è questo che ti colpisce di lui: mentre lo guardi a pochi centimetri da te pensi “Mio Dio, sono davanti a Brian May, il chitarrista dei Queen, il mio eroe!”. E subito dopo dici a te stesso: “Mi ha messo a mio agio, non si è atteggiato a rockstar e ha fatto il possibile per non farmi sentire minuscolo di fronte alla sua grandezza.”