Da
pochi giorni Roger ha raggiunto la soglia dei 70 anni. Ha festeggiato in tour,
assieme a Brian May e Adam Lambert in quella felice combinazione che da anni
continua ad avere successo e che ha donato ai Queen una seconda vita.
I
compleanni, lo sappiamo bene, sono anche l'occasione per riflettere sul proprio
passato, su quello che ci aspetta domani e, più in generale, sul senso della
vita. Lo ha fatto anche Roger, attraverso alcune dichiarazioni rilasciate al
Mirror, che sembrano la naturale prosecuzione di quel ragionamento iniziato in
musica con il singolo Journey's End.
“Bisogna
avere la capacità di vivere ogni giorno divertendosi perché, ogni volta che non
ti diverti, semplicemente perdi.”
Parafrasando
il testo di Don't Stop Me Now, Roger chiarisce subito quale sia, ancora oggi,
il suo stile di vita, quello della rockstar che cerca di cogliere da ogni
singolo momento gli stimoli giusti per godersi la propria esistenza.
“Ma
la vita è anche un viaggio,” prosegue. “So che il mio sta finendo. Tutto
finisce a un certo punto e man mano che invecchi il pensiero della morte si fa
sempre più presente. Quando arriverà quel momento anche per me vorrei che fosse
improvviso. Spesso accade proprio così. Sto invecchiando ed è inevitabile
confrontarsi con questo pensiero. Ma non credo lo si debba fare con paura,
anche perché sono sicuro che nessun ventenne affronti con paura il pensiero
della propria fine.”
E,
fra le tante morti recenti (Prince, Rick Parfitt degli Status Quo, George
Michael), a colpire di più Roger è stata quella di David
Bowie, a proposito del quale ha detto:
“E'
sempre stato un mio eroe, lo consideravo un genio. All'inizio, quando è morto,
non riuscivo a crederci che non ci fosse più. Trovavo difficile accettarlo e
non mi capacitavo di quanto coraggio avesse avuto nell'affrontare la propria
fine. È stato davvero straordinario e il mio rammarico è di non aver potuto
collaborare con lui. Sarebbe stato fantastico ma purtroppo non è accaduto.”
Tuttavia
le riflessioni che Roger ha condiviso con il Mirror non devono farci credere di
avere di fronte un musicista diventato cupo e in qualche modo arreso al proprio
destino. Anzi, la voglia di “divertirsi” è ancora tantissima e il merito va
ovviamente alla seconda vita ottenuta dai Queen assieme ad Adam Lambert:
“La
nostra carriera sembra avere una vita propria e finché il pubblico verrà a
vederci noi saremo felici di continuare a suonare.”
(Fonte: www.mirror.co.uk)