Il
16 Luglio del 1984 i Queen pubblicavano il singolo It’s A Hard Life. Scritta da
Freddie Mercury, la canzone venne estratta come terzo singolo dall’album The
Works. Siamo a metà degli anni ’80 dunque e, rispetto a quanto accade oggi, il
modo migliore per far conoscere un disco era pubblicare singole canzoni da far
passare alla radio.
Oggi
naturalmente le cose sono cambiate e i mezzi di diffusione della musica si sono
spostati sulla rete, anche se per fortuna il vinile sembra aver trovato nuova
linfa vitale tornando ad essere un prodotto amato e venduto in tutto il mondo.
It’s
Hard Life, assieme a Love Of My Life e You Take My Breath Away costituisce una
sorta di “trittico sull’amore”, attraverso il quale Freddie ha rappresentato in
musica la sua persona visione di sentimento che per buona parte della sua vita
è stato sfuggente, spesso doloro e che solo verso la fina ha trovato, grazie al
rapporto con Jim Hutton, una stabilità mai realizzata prima.
Il
brano è anche uno dei momenti artistici più alti di Freddie, perfetta
testimonianza di quale fosse il suo modo di scrivere e comporre musica. Ed è
anche uno splendido esempio di come riuscisse ad attingere a fonti in apparenza
ben lontane dal mondo del rock e del pop. Un esperimento già ascoltato in
Bohemian Rhapsody ovviamente e in molte altre canzoni scritte da Freddie nel
corso della sua carriera, sia con i Queen che da solista.
It’s
A Hard Life inizia con una vera e propria citazione attinta dalla musica
classica che crea una splendida connessione proprio con il nostro paese. Il verso
iniziale del brano, “I don't
want my freedom / There's no reason for living with a broken heart”,
è infatti cantato sulle medesime note dell’aria Vesti La Giubba tratta dall’opera
I Pagliacci del compositore napoletano Ruggero Leoncavallo, vissuto tra la
seconda metà del 1800 e i primi del 1900.
Leoncavallo scrisse I
Pagliacci basandosi sul ricordo di un episodio realmente accaduto nella
Calabria borbonica, quando assistette all’uccisione del suo tutore da parte di
un rivale in amore.
Nell’aria Vesti La
Giubba il protagonista, che interpreta un commediante che ha appena scoperto il
tradimento della moglie, canta prima di dover andare in scena: “Ridi,
Pagliaccio, sul tuo amore infranto! Ridi
del duol, che t'avvelena il cor!”.
IL CONFRONTO TRA IT'S A HARD LIFE E VESTI LA GIUBBA
Un momento altamente
drammatico dell’opera dunque, nel quale il protagonista è costretto a fare i
conti con il dolore che gli ha spezzato il cuore e la necessità di indossare
comunque una maschera per salire sul palco e donare sorrisi al pubblico in
attesa. Un tema, questo, che deve aver colpito profondamente Freddie tanto da
spingerlo ad usare uno dei passaggi più famosi dell’opera di Leoncavallo per la
sua It’s A Hard Life.
Eppure, nella
canzone che Freddie scrisse per The Works, quel senso di sgomento di fronte al
dolore per il tradimento sembra trovare una forma di accettazione che invece
manca in Leoncavallo:
This is a tricky
situation
I've only got myself to blame
It's just a simple fact of life
It can happen to any one
I've only got myself to blame
It's just a simple fact of life
It can happen to any one
You win, you
lose
It's a chance you have to take with love
It's a chance you have to take with love
E’ tutto qui in fondo il senso dell’amore. Saper accettare
anche le sconfitte, è un rischio che va corso se si vuole amare veramente,
anche se può sembrare una vera e propria battaglia. La stessa che Freddie ha condotto per buona
parte della propria esistenza, almeno fino all’incontro con Jim Hutton, appena
pochi mesi dopo la pubblicazione di It’s Hard Life e che in qualche modo sembra
rappresentare il lieto fine di una storia nata come tragedia italiana e
diventata, grazie a Freddie, un gioiello musicale moderno.
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