Intervista a Mike Moran su We Are Cult dell’8 Ottobre 2018




Se è vero che le carriere soliste dei componenti dei Queen non hanno mai davvero fatto breccia nei cuori dei fans e nelle classifiche, è indubbio che per questa regola esistono almeno un paio di eccezioni. La più eclatante è sicuramente Barcelona, l’album realizzato da Freddie Mercury assieme alla soprano Montserrat Caballé.


Un progetto rischioso, addirittura folle se consideriamo che tra nel 1987 e il 1988 nessuno aveva ancora intuito che il connubio tra la musica pop e la lirica potesse funzionare. Addirittura, quando l’idea di realizzare un disco divenne una notizia ufficiale, Luciano Pavarotti provò a dissuadere la collega spagnola che, per nostra fortuna, non si lasciò irretire e restò convinto della bontà della musica che di lì a poco avrebbe inciso con Freddie Mercury.

Ma Barcelona non è un album da accreditare ai soli Freddie e Montsy. Il pianista e produttore Mike Moran deve essere legittimamente considerato il terzo lato di un triangolo artistico che oggi possiamo ritenere davvero perfetto. In veste di co-autore di musica e testi, Moran fu essenziale per la riuscita del disco.

Oggi di Mike abbiamo un po’ perso le tracce, tuttavia il suo nome è tornato alla ribalta per aver registrato il pianoforte nella “nuova” versione di Time, appena pubblicata come progetto personale di Dave Clark.

Mike Moran

E lo scorso Ottobre il sito We Are Cult ha realizzato un’intervista con il compositore e produttore di cui vi propongo di seguito le dichiarazioni più importanti,

"Ho conosciuto Freddie per la prima volta quando ero il direttore musicale di Time, il musical prodotto da Dave Clarke" ricorda Mike Moran. "Lo show è andato avanti per due anni al Dominion Theatre di Londra (lo stesso dove poi, anni dopo venne allestito We Will Rock You, ndt). Quando stavamo realizzando l'album della colonna sonora dello spettacolo, nel progetto erano coinvolti vari artisti. C'erano Stevie Wonder e Cliff Richards ad esempio e poi Dave Clark mi disse che Freddie Mercury avrebbe cantato due canzoni. Così abbiamo fatto quelle due canzoni, e lo abbiamo fatto davvero bene. I Queen erano alla fine del loro Magic Tour e ricordo che Freddie mi disse: Voglio fare un paio di cose, vuoi lavorare con me?"

Moran accettò subito. Del resto era impossibile rinunciare all’opportunità di lavorare con l’autore di canzoni come Bohemian Rhapsody, Crazy Little Thing Called Love e Princes of The Universe. Moran da parte sua poteva invece vantare esperienze come tastierista assieme a George Harrison e Lyndsey De Paul.

Continua Moran: 

"Mi disse anche del suo desiderio di reinterpretare un classico come The Great Pretender. Non aveva mai inciso una cover e lo facemmo nel mio studio. L'abbiamo coprodotta insieme, un bel modo di dare il via alle cose. E poi, concluso il tour con i Queen, avrebbe avuto un anno di libertà dalla band che desiderava impiegare nella scrittura di nuovi pezzi per poi vedere cosa ne sarebbe venuto fuori. Sempre nel 1986 Freddie, in occasione di un’intervista, rivelò che la sua cantante lirica preferita era una spagnola, Montserrat Caballé.”

La Movida Madrileña era il movimento controculturale che aveva avuto inizio a Madrid e aveva attraversato gran parte della Spagna in seguito alla morte del generale Franco. Da questo punto, molte rock band iniziarono a raggiungere la fama internazionale. Ma Montserrat Caballé veniva da un mondo lontano da quello del rock, era un soprano classico più abituata a cantare Strauss e Mozart che a Bowie o Prince. Era difficile capire cosa vi trovasse in lei uno come Freddie Mercury.

"Il promotor del Magic Tour, Pino Sagliocco, di origini italiane, viveva a Barcellona, ​​come Montserrat e contattò Carlos Caballé, il fratello della cantante, per fargli sapere che Freddie aveva manifestato apprezzamento nei confronti della sorella. Fu grazie a quel primo contatto che Freddie e Montserrat arrivarono a conoscersi. Vado al Ritz di Barcellona la prossima settimana, mi disse. Vieni anche tu!”

Di Barcelona, il primo singolo realizzato da Freddie e Montsy, Mike ricorda:

"Dovevamo incidere qualcosa per il lato B del disco, ma non ci avevamo pensato. Quello era il periodo in cui per far uscire un singolo dovevi avere almeno due tracce e noi non potevamo usarne una dei Queen. Così alla fine a Freddie venne in mente di usare Exercices in Free Love, che poi è stata la prima cosa che avevamo fatto insieme. Era un pezzo un po’ classico ma anche un po’ confuso. Freddie la cantò con questa voce in falsetto che a mio parere sembrava abbastanza buona. Penso che stesse provando a cantare da soprano e fu anche la prima cosa che facemmo ascoltare alla Caballé e lei ne rimase talmente colpita da dire:  Mi piace davvero!”

Fin da quei primi momenti fu palese che tra le menti di Freddie e Montserrat vi fosse una reciproca e contagiosa attrazione.

"Dopo quel primo incontro ho continuato a lavorare sull'album solista di Fred, prima che mi dicesse di aver ricevuto due o tre telefonate da Montserrat che chiedeva se avessimo completato Exercises in Free Love. Così a quel punto ci mettemmo a lavoro sulla base di Barcelona e quando Montserrat venne a Londra, entrò in studio e cantò la sua parte. Ci disse che adorava quel brano, lo trovava favoloso ma che secondo lei non aveva senso fermarsi ad una sola canzone. Perché non un album? Propose. Ci è voluto del tempo, circa un anno per realizzarlo. E questo ha comportato che non abbiamo mai finito l'album solista di Fred, perché tutto il tempo a disposizione è stato speso per Barcelona. È una canzone che hanno interpretato in tanti e ne ho realizzata una versione con il tenore Russell Watson (uscita nel 2000 sull’album The Voice), anche se quella che ho fatto con Shaun Ryder (cantante degli Happy Mondays) è stata molto divertente.”

Barcelona è di fatto il più grande progetto solista che un membro dei Queen abbia mai realizzato, con un Freddie Mercury più ispirato che mai. Dal punto di vista musicale Freddie è al massimo delle sue capacità. Fu un progetto che entrambi i cantanti prendevano molto, molto sul serio.

"I testi erano piuttosto complessi" ammette Moran. "Fred ed io eravamo su questa modalità di scrittura molto intensa. A volte era un lavoro pieno, che durava sette giorni a settimana. A un certo punto stavamo lavorando a un brano chiamato The Fallen Priest e Fred disse: Non so voi, ma secondo me manca qualcosa. Avevamo bisogno di un'altra idea. Decidemmo di chiamare Tim Rice (co-autore dei musical di Andrew Lloyd Weber, ndt) al quale spiegammo il concetto dell'album a cui stavamo lavorando. Tim essendo Tim, naturalmente, si mise subito al lavoro e intasò il nostro fax di testi per quella canzone. Era davvero coinvolto in quella traccia.”
  
Naturalmente fu importante anche escogitare le giuste soluzioni tecniche per registrare due voci così diverse.

“Microfonare i cantanti d'opera non è così semplice, perché se devono cantare una canzone delicata stanno vicino al microfono, altrimenti si tengono più distanti.”

La voce di Freddie e quella di Montserrat cambiano letteralmente stile di canzone in canzone in modi davvero sconcertanti, come nel caso del brano How Can I Go On , che presenta un contributo essenziale di uno dei compagni di Freddie nei Queen:

"Arrivò John Deacon. Avevamo bisogno di un bassista e Fred pensò di chiedere a John che fu felice di suonarvi. Bella persona e grande musicista. Eravamo cauti rispetto all’idea di avere due membri dei Queen nel disco, perché non volevamo che fosse un disco che suonasse come uno della band, anche se nei cori di Barcelona c’è anche la voce di Roger Taylor. Ho anche suonato con i suoni The Cross in seguito e ho partecipato al primo album solista di Brian May. Quando hanno fatto Innuendo  nel 1991, hanno usato una delle prime canzoni che Freddie e io abbiamo scritto per il suo album da solista, All God's People, perché avevano bisogno di una traccia, Brian ci aveva già suonato e quindi abbiamo dovuto aggiungere solo il basso e la batteria affinché diventasse una traccia dei Queen. Innuendo è un grande album.”

Innuendo è per certi versi oscuro, almeno quanto Barcelona è invece luminoso. I tre anni che seguirono non furono facili per Freddie, perché i segni lasciati dalla sua battaglia contro l'AIDS divennero sempre più evidenti.

"Sapevamo che qualcosa non andava, certo, ma fu dopo l’uscita di Barcelona che le cose divennero notevolmente diverse. Roger, Brian e John direbbero che volevamo negare la realtà a noi stessi, perché non vuoi davvero sapere cosa sta accadendo. Fred è stato un personaggio talmente grande che non potevamo pensare che sarebbe morto. E la cosa triste è che la medicina ha cambiato moltissimo le cose e se si fosse ammalato appena un anno dopo, probabilmente oggi sarebbe ancora vivo. Fred è andato via troppo presto. Ma era pieno di vita, cantava e lavorava ogni giorno e lo ha fatto fino a quando non ne poteva più. Non ha mai dato meno del cento per cento e ha fatto del suo meglio per vincere la sua battaglia.

Montserrat Caballé (scomparsa di recente, il 6 ottobre del 2018) ha cantato la title track in diverse occasioni, in particolare alle Olimpiadi di Barcellona del 1992 e dal vivo alla televisione tedesca nel 2013. È merito di Freddie se il suono della sua voce su nastro sia ancora oggi così piena di vitalità.

"Non suona datato. Freddie è favoloso su How Can I Go On. Barcelona è probabilmente la mia preferita, mi piacciono anche le altre. Ma dal punto di vista di una canzone completa, Barcelona è quella che preferisco. La versione che ho realizzato con Russell Watsons è entrata in classifica e gli spagnoli così come i catalani la amano davvero. Per loro è un po’ un inno. Dio benedica la loro squadra di calcio, perché ogni volta che vincono qualcosa, Barcelona risuona dappertutto.”