Ogni tanto spunta
in rete qualche sua fotografia recente. Si tratta per lo più di scatti rubati
da qualche scaltro giornalista o dal solito fan smanioso di immortalare sul
proprio smartphone l’immagine di un musicista che con quel mondo ha deciso di
dire basta. Ma l’uscita al cinema di Bohemian Rhapsody ha inevitabilmente
riacceso i riflettori sulla vita di quello che alcuni definiscono “l’uomo ombra”.
Perché, dopotutto, John Deacon è ancora il bassista dei Queen, almeno sulla
carta e dietro quelle gloriose quinte che i suoi compagni di avventura, Brian
May e Roger Taylor, hanno invece deciso di mantenere ancora sollevate.
Nell’ultima immagine
apparsa sul web, John indossa un maglione blu con pantaloni di di velluto a
coste. Calvizia incipiente, cui fanno da contrasto radi capelli grigi sui
lati e nella parte anteriore. Tra le dita una sigaretta, forse l’unica che
John si concede durante una normale giornata della sua vita da ex musicista.
Oggi John Deacon ha
67 anni e, proprio come un tempo, è taciturno, discreto, e ama concedersi
qualche passeggiata nei pressi della sua abitazione, situata nel tranquillo
Greenwich Park, nel sud-est di Londra. Curioso che proprio lì vicino ci
sia uno dei tanti cinema dove migliaia di fans sono accorsi per godersi Bohemian
Rhapsody, film campione di incassi in tutto il mondo. John di quel film è
ovviamente uno dei protagonisti, perfettamente incarnato, anche dal punto di
vista estetico dall’attore Joe Mazzello.
I vicini di casa di
John dicono che a volte viene visto nel supermercato del quartiere. Ma si
tratta di incontri casuali e sporadici. Il fatto è che per la gente comune è
difficile associare l’autore di capolavori come Another One Bites The dust e I
Want To Break Free alla figura anonima nella quale il bassista si è ormai
calato da anni. Vive con sua moglie, Veronica Tetzlaff, con la quale ha
avuto sei figli, che ha cresciuto nello stesso distretto di Londra dove vive
ancora oggi, ulteriore segno di quanto per l’ex bassista dei Queen godere di
una vita normale sia il bene più prezioso che gli ha regalato il successo.
Si stima che la sua
fortuna superi i 115 milioni di dollari. E ovviamente aumenta ogni anno,
grazie ai diritti d’autore che gli provengono dal catalogo dei Queen e dalle
tante attività portate avanti da Brian May e Roger Taylor. Tuttavia, vive
assolutamente lontano dai lussi che poteva permettersi e soprattutto dalla
ribalta.
Per poter
comprendere meglio la personalità di John Deacon, è molto interessante vedere
un video che qualcuno ha registrato e pubblicato su YouTube. Si tratta di
un filmato amatoriale, realizzato da alcuni fan riusciti nell’impresa di incontrare
il loro idolo. All’inizio John si schernisce dicendo "Oh, mi dispiace, mi
dispiace". Poi si copre il viso con le mani, estremo tentativo di
difendere la propria privacy. Qualcuno tra i presenti dice addirittura:
"Lascialo in pace, per favore". E forse è proprio questa premura che
alla fine spinge John a sorridere e firmare qualche autografo.
(È un video che,
come detto, è facilmente reperibile in rete. Personalmente ho deciso di non
condividerlo su Queen Forever Blog. Credo sia stato un momento nel quale i fan
hanno dato il peggio, dimostrando quanto sia labile il confine tra passione e
prepotenza.)
John Deacon
(Leicester, Inghilterra, 1951) è stato l'ultimo ad arrivare al gruppo nel 1971
mentre frequentava il corso di elettronica al Chelsea College di Londra. Venne
presentato da alcuni amici agli ex membri degli Smile, che avevano appena
formato i Queen assieme a Freddie Mercury ed erano in cerca del bassista giusto
dopo alcune scelte rivelatevi poi sbagliate.
Bastò una semplice
prova per convincergli di aver trovato la persona giusta e da quel giorno la
vita di John Deacon cambiò per sempre. Solitamente i bassisti sono considerati
come i musicisti più taciturni, introversi e timidi di una rock band. Naturalmente
non è sempre così, ma John ne è invece la perfetta rappresentazione.
Ma furono proprio
queste caratteristiche, oltre alla bravura al basso, a convincere Freddie,
Roger e Brian della bontà della scelta. Capirono cioè che John poteva essere l’elemento
dei Queen “con i piedi per terra", come ebbe poi a dire Brian May anni
dopo.
Gli anni seguenti
furono la storia di una crescita verso il successo segnata da punti culminanti
sotto forma di successi incredibili come Bohemian Rhapsody, per non parlare dei
sontuosi tour in giro per il mondo che cambiarono per sempre il concetto di
rock da stadio. A tutto questo John Deacon diede il proprio contributo con hit
senza tempo e giri di basso entrati ormai nell’immaginario collettivo e che
contribuirono al successo dei Queen, anche in un paese solitamente complicato
come gli Stati Uniti.
Inoltre, la sua
competenza in elettronica lo ha portato a costruire un amplificatore per la
chitarra di Brian May diventato ormai leggenda (ne puoi leggere la storia QUI)
e ad escogitare soluzioni tecniche sia un studio che sul palco che fecero la
fortuna della band. Addirittura, a metà degli anni ‘80 John tentò la via
della carriera solista fondando una band, gli Immortals, con il quale ha
registrato un singolo per la colonna sonora di un film.
Eppure John non ha mai avuto un rapporto
sereno con il successo. Già nel 1975, all’indomani della pubblicazione di
Bohemian Rhapody, il bassista dichiarò che la fama era "difficile da
gestire".
Il suo desidero di normalità, unico
strumento per contrastare quella difficoltà che proveniva dal successo, John la
cercò da subito mettendo su famiglia non appena i proventi di A Night At The
Opera si fecero cospicui.
Questo però non deve trarre in inganno. Essere un "uomo
di famiglia" non ha impedito al bassista di vivere intensamente la propria
esperienza da rockstar. Secondo il Daily Mail, Deacon aveva, come altri
membri del gruppo, problemi con l'alcol. Durante una festa nel luglio del
1986, "a notte fonda, John scivolò silenziosamente dalla sedia e andò
sotto il tavolo. Dopo un attimo tornò. Era tipico di John, gli
piaceva bere ", dice il giornale.
(Come sempre, è difficile stabilire dove finisca la cronaca e
inizi la fantasia del giornalista di turno. Certamente John durante il Live
Magic non disdegnava di portare sul palco una buona scorta di alcolici. Credere
comunque a tutto ciò che si legge sulla stampa e in rete è un errore da
evitare. Altrimenti si rischia di accettare per verità assolute cose che, al
contrario, sono prive di fonti sicure. Un esempio su tutte, le mai confermate
parole di John sulla collaborazione dei Queen con Robbie Williams, che su Queen
Forever Blog continuo a bollare come mere illazioni.)
Tutto poi è
cambiato il 24 novembre 1991, quando Freddie Mercury è morto. John Deacon è
stato forse il più colpito dalla tragedia. Aveva sicuramente un rapporto
particolarmente stretto con Freddie, che in qualche modo gli stava accanto come
una sorta di protettore. Il dolore per la sua perdita e la mancanza di senso
nel continuare con il gruppo, lo hanno poi portato ad lasciare la band, non prima
però di aver proseguito le attività dei Queen fino al 1997.
(Altro mito da
sfatare su John, infatti, è la sua uscita dai Queen all’indomani della morte di
Freddie. E’ rimasto nella band fino alla pubblicazione del singolo No-One But
You e anche dal vivo non ha smesso di essere il bassista del gruppo, suonando
ad esempio nel 1993 a Cowdray Ruins, sotto il nome Queen e pur mancando sul
palco Brian May, impegnato con il proprio tour solista. Su Queen Forever Blog
mi sentirete spesso ribadire questi aspetti.)
Da parte loro
invece, come ben sappiamo, Brian May e Roger Taylor continuano a suonare
periodicamente e rimangono come capi visibili dell'eredità del gruppo, mentre
John resta silenziosamente nell’ombra.
(Su questo è
necessaria una precisazione: John Deacon è “sulla carta” un membro dei Queen,
partecipando alle principali società che fanno capo alla band. È notizia non
confermata ma assai fondata che John avrebbe dovuto prendere parte ad almeno un
paio di date del primo tour che la band fece assieme a Paul Rodgers. Di sicuro
fu anche avvistato al Dominion Theatre di Londra per la première del musical We
Will Rock You, segno che almeno nei primi anni del 2000 ha mantenuto dei
rapporti attivi con Brian e Roger.)
Brian May ha
comunque ribadito che con John il dialogo è ormai filtrato attraverso i
rispettivi commercialisti e per mere ragioni economiche. Da parte sua Roger Taylor
ha dichiarato: "Non siamo in contatto perché John non vuole davvero avere
a che fare con nessuno. Ha approvato ciò che Brian e io possiamo fare con
il marchio Queen“. E Brian ha aggiunto: “Questa è una sua scelta, anche il non
rimanere in contatto con noi”.
Grazie ai suoi anni
nel gruppo e alla gestione dei suoi ex colleghi, John Deacon può quindi
permettersi di incarnare il ruolo dell'anonimo padre in pensione di una grande
famiglia con i capelli grigi. "I miei hobby sono bere tè e avere
figli", disse in una intervista di qualche anno fa. Anche il golf sembra
essere un altro dei suoi grandi interessi. Ma il suo più grande successo,
quello per cui ha lavorato per almeno vent’anni, è proprio l’anonimato nel
quale oggi John Deacon vive sereno, in quel meraviglioso cono d’ombra disegnato
dalle luci del palco, ancora per molto tempo accese sulla storia dei Queen.
(Fonte: www.bestmusics.org)