Mancano meno di due settimane
ormai all'arrivo di Bohemian Rhapsody nei cinema di tutto il mondo, grazie alla
premiere che dalla SSE Wembley Arena verrà diffusa ovunque, compresa l'Italia
grazie a UCI Cinema. Ma il biopic che racconta la storia dei Queen e la vita di
Freddie Mercury ha già iniziato la sua avventura cinematografica e le reazioni
che sta suscitando sembrano indicare una meta ben precisa: la notte degli
Oscar.
A dirlo sono le tante
reazioni che hanno contrassegnato le proiezioni del film che si sono svolte in
questi giorni negli Stati Uniti. Si è trattato di eventi speciali che, alla
presenza di Rami Malek, Gwilym Lee e Joe Mazzello, hanno dato l'opportunità ad
alcune scuole, ma anche a giornalisti e addetti ai lavori di ammirare per primi
una pellicola di cui si parla ormai quotidianamente.
L'evento più importante si è
svolto pochi giorni fa a Las Vegas, l'idea della 20th Century Fox
era quella di iniziare a tastare il terreno in vista dell'uscita ufficiale del
film nelle sale di tutto il mondo. Si sa, la corsa agli Oscar è una lunga
marcia che val la pena iniziare subito, ancora prima che sia il grande pubblico
a decretare o meno il successo al botteghino della pellicola.
Così, di fronte ai membri
dell'Academy (gli Oscar per intenderci) invitati per l'occasione, al comitato
del S.A.G. (lo Screen Actor Guild, il sindacato statunitense che rappresenta
oltre 150 mila attori), vari giornalisti e blogger specializzati in cinema,
Bohemian Rhapsody si è svelato al mondo, o almeno a quella parte che ha avuto
la fortuna di assistere alla proiezione.
Le reazioni al termine del
film hanno tributato una standing ovation indirizzata soprattutto alla
performance di Rami Malek, che pare abbia dimostrato senza ombra di dubbio di
essere stato la scelta giusta per interpretare l'iconico cantante dei Queen,
Freddie Mercury, grazie ad una interpretazione che, dicono i presenti,
alternando momenti di grande energia e altri più drammatici, è riuscito a
catturare brillantemente e in tutta la sua complessità l'essenza del Freddie
uomo e del musicista.
Naturalmente sappiamo già che
Rami nel film non canta, anche se in qualche scena si è comunque cimentato
anche in questo aspetto. Eppure chi ha assistito all'anteprima di Los Angeles
non ha avuto difficoltà a indicarlo come tra i papabili per la conquista
dell'ambita statuetta, proprio come fu per Jamie Foxx vincitore di un Oscar per
il suo Ray Charles nel film Ray,
Almeno fino al 23 Ottobre
vige un rigoroso embargo sulle analisi più approfondite del film. Non troveremo
fino ad allora recensioni e, per fortuna, nemmeno spoiler sulla trama. Tuttavia
le opinioni sono tutte estremamente positive e addirittura entusiaste quando si
parla di Rami e del suo Freddie cinematografico. Inutile puntualizzare che i
commenti provengono da giornalisti e, come detto, dai membri dell'Academy e del
Sindacato degli Attori. Non esattamente gli ultimi arrivati nel mondo del
cinema, con buona pace di chi in questi mesi è riuscito (con vero talento, non
c'è che dire) a proporre critiche al film senza averlo visto e basandosi
unicamente su un trailer e una manciata di clip di pochi secondi ciascuna.
Il
produttore del film Graham King (un altro che gli Oscar li ha visti parecchio
da vicino grazie al film The
Departed) al termine della proiezione di Los Angeles (e
una volta placato l'applauso per Rami!) è tornato a puntualizzare su come a
questo film si sia lavorato per ben dieci anni e ha condiviso il
merito con Jim Beach (il manager dei Queen), detentore dei diritti dei loro
storia.
Dal punto di
vista del racconto, anche se il film, sceneggiato da Anthony McCarten (anche
lui vincitore di un Oscar con il film La Teoria del Tutto) e basato sulla
storia inizialmente scritta da Peter Morgan (The Queen), affronta la
bisessualità di Mercury in numerose scene (altro colpo ben assestato da chi ha
lamentato sulla scorta del primo teaser trailer l'assenza della tematica), al
centro di tutto ci sono soprattutto la musica, la band e il suo cantante.
Il fulcro,
come sappiamo, è il Live Aid, momento iniziale e finale del film, anche se King
ha spiegato che in questi anni sono state scritte diverse bozze della
sceneggiatura che scavavano forse più affondo negli aspetti personali di
Freddie. Tuttavia alla fine si è andati verso un risultato finale che prima di
tutto celebra lo spirito creativo e la musica dei Queen e dello stesso Freddie.
In occasione di questa
presentazione mancava Bryan Singer. Il regista ha dovuto abbandonare il set
dopo alcune divergenze sorte con la produzione e, si dice, anche con lo stesso
Rami Malek. Tuttavia Graham King ha rivelato di non aver mai interrotto i
rapporti con l'autore de I Soliti Sospetti e degli X-Men. Anzi, a quanto pare i
due si sono sentiti anche di recente e i rapporti sarebbero ottimi, nonostante
la Fox abbia deciso di far terminare le riprese a Dexter Fletcher (in effetti
Singer ha ripreso di recente a condividere su Instagram le clip relative a
Bohemian Rhapsody, manifestando di fatto la sua partecipazione alla promozione
della pellicola).
Da parte sua
Rami Malek ha raccontato che la sua scena preferita di Bohemian Rhapsody è
quella che racconta una controversa conferenza stampa dei Queen (probabilmente
quella per la presentazione di Hot Space) durante la quale un reporter
piuttosto che parlare di musica, tenta di scavare nella vita personale di
Freddie. All'attore di origini egiziane quella scena piace perché è stata
girata emulando qualcosa dal punto di vista stilistico che ricorda un
capolavoro assoluto del cinema: 8 ½ del nostro Federico Fellini. Rami ha spiegato di essere
molto orgoglioso del modo in
cui è stato fatto in quanto entra davvero nello stato mentale e nella psiche di
Freddie in quel momento.
E sugli
stravaganti vestiti che ha dovuto indossare e che replicano fedelmente quelli
realmente usati da Freddie Mercury durante la sua carriera, Rami ha dichiarato:
"È giÃ
abbastanza difficile entrarci, ma dopo aver girato per un giorno intero, prova
a togliermeli!”
Per quanto
riguarda invece il lavoro che ha fatto per mettere in scena la personalità di
Freddie, Malek ha detto di essersi ispirato anche a Liza Minnelli, peraltro
fonte di ispirazione anche per lo stesso Freddie:
“Come parte
delle mie ricerche per il film ho guardato anche film come Cabaret”.
Cosa
possiamo aspettarci dunque da Bohemian Rhapsody? Certamente di ascoltare una
musica meravigliosa, tutta da rivivere attraverso le performance che hanno reso
i Queen celebri in tutto il mondo. E poi, chissà , magari anche una notte da
trascorrere davanti agli schermi in attesa che le fatidiche buste si aprano per
rivelare che “the winner is....”.