In occasione della conferenza stampa di
presentazione della quinta edizione dello Starmus, il Festival dell’Astronomia,
che si terrà a Berna nel 2019, Brian May ha rilasciato un’intervista al sito The Momo. L’argomento è come al
solito affascinante: l’impatto della scienza e, in particolare, della robotica
sulla vita di tutti i giorni.
"Penso che esista il terribile pericolo
che la scienza sia considerata una religione da alcune persone" ha spiegato il chitarrista e scienziato.
Le sue
parole prendono spunto da una dottrina in grande ascesa secondo cui la scienza
non deve essere messa in discussione. Il commento
di Brian è in linea con le dichiarazioni più recenti di Stephen Hawking e Elon
Musk, quest’ultimo reduce dall’incredibile lancio dello SpaceX con tanto di
Tesla proiettata verso Marte! I due in particolare hanno lanciato un appello
affinché le ricerche sull’intelligenza artificiale non sia senza limiti per
evitare una possibile rivolta delle macchine, un argomento che solo fino a
pochi anni fa sarebbe stato bollato come pura fantascienza ma che oggi sembra
essere un argomento di attualità .
Il pericolo
in realtà è già concretizzato dal comportamento di imprenditori che si stanno
rendendo colpevoli di credere al culto della tecnologia, come Travis Kalanick
di Uber che credeva che la violazione delle leggi locali fosse giustificata dai
propri fini, e da Mark Zuckerberg di Facebook che rifiuta le accuse mosse da
più parti nei confronti del social network e dei danni che ha causato all'umanità .
Parlando con il suo classico stile pacato, Brian May ha spiegato:
"La scienza non ti
dà le risposte. La scienza è un continuo viaggio di scoperta e serve
soprattutto a porre domande. Per quanto riguarda i riflessi della robotica
sulla nostra società , credo che le persone troveranno diversi lavori e
forse saranno anche posti migliori rispetto a quelli di oggi. Ma sarà un aggiustamento doloroso, e dobbiamo
essere consapevoli di questo e prenderci cura delle persone mentre questa
transizione avviene".
Va detto che
sul rapporto robot/umanità Brian è stato un vero e proprio precursore, avendo
trattato il tema, almeno a livello musicale, in ben due brani: Machines (or
Back To Humans) del 1984 e in Cyborg, tratto dal suo secondo album solista.
A proposito
invece dell’attuale fase dell’astronautica e dei progetti di ritorno sulla Luna
e dei viaggi su Marte, Brian non è così convinto che rivedremo l’uomo camminare
su altro corpo celeste tanto presto:
"Non penso che metteremo un altro
uomo sulla Luna nei prossimi cinque anni, e non andremo su Marte, questa è la
mia opinione per via dei rischi che comportano simili imprese. Ma potrei
sbagliarmi."
Per
adesso Brian è più concentrato sulle sfide terrene che lo attendono:
"Sono più entusiasta
di rendere il nostro mondo un
posto migliore. Ho trascorso molto del mio tempo a fare campagne per far
riconoscere gli animali come creature senzienti e degne del nostro rispetto,
non solo come popolazione ma anche come individui".
(Fonte: www.thememo.com)