Dopo aver visitato Roma
assieme a Kerry Ellis per presentare alla stampa italiana il One
Voice Tour (puoi leggere i contenuti della conferenza stampa QUI),
Brian May ha fatto ritorno in Inghilterra dove ha preso parte al Film
Festival di Cambridge. È stata l'occasione per proporre al pubblico
presente il cortometraggio One Night in Hell, tratto dal libro
Diableries, assieme al co-autore Denis Pellerin. Il chitarrista ha
anche rilasciato un'intervista radiofonica alla BBC. Quella che segue
è la traduzione della trascrizione pubblicata sul sito ufficiale di
Brian May.
Chris Mann: Abbiamo
con noi Brian May dei Queen. Brian si trova a Cambridge questo
pomeriggio, per parlare non tanto di musica come al solito ma di 3-D,
una delle sue grandi passioni. Lui è anche uno scienziato, ha
conseguito un dottorato di ricerca in astrofisica dopo aver iniziato
gli studi prima di avviare la sua carriera nei Queen. Lo abbiamo con
noi al telefono.
Ciao Chris, come va?
Bene. Hai un programma
fitto di appuntamenti e siamo molto lieti di averti qui. So che
adesso sei con Ramon (del Festival di Cambridge) e Denis Pellerin.
Certo, certo. Sì, io
sono seduto qui con Ramon e anche con Denis Pellerin, il co-autore
del libro Diableries, che è uno dei motivi per cui io sono qui oggi.
So che coltivi una
grande passione per il mondo del 3-D e la fotografia stereoscopica,
vero?
Assolutamente. Sì, ho
una grande passione per la musica ovviamente, ma anche la fotografia
è sempre stata qualcosa che mi ha appassionato, soprattutto in
versione 3-D, che è qualcosa che in un certo senso è stata
trascurata nel corso degli anni, e noi ce ne occupiamo per quel che
riguarda tutta la sua storia, fin dalle sue origini che risalgono al
1850 in Inghilterra e Francia.
Addirittura nel 1850.
Non avevo capito che avesse origini così lontane nel tempo. Questo è
straordinario.
Risale a prima della
nascita della fotografia, abbastanza strana come cosa. E' stata
scoperta da un uomo chiamato Charles Wheatstone attorno al 1838. Si
tratta di un fenomeno sorprendente. Naturalmente, abbiamo esperienza
3-D in ogni momento della nostra vita, perché abbiamo due occhi e
con essi siamo in grado di fondere queste due immagini che otteniamo
dall'occhio sinistro e da quello destro in un'unica immagine che è
qualcosa di magicamente pieno di profondità e solidità ed è una
cosa incredibile.
Avete anche realizzato
un film, che verrà proiettato proprio oggi. Ce ne puoi parlare?
Sì, è un film
stereoscopico basato sulle Diableries, che sono una specie di
diavolerie, si potrebbe dire. Sono immagini che risalgono alla
Francia del 1860. Ora, come argomento può suonare molto oscuro ed è
difficile da spiegare, ma se le guardi ti verrà voglia di esclamare
"Wow! Mio Dio". Le Diableries mostrano ogni aspetto della
vita immaginata all'inferno dagli illustratori dell'epoca e ci sono
un sacco di scheletri e c'è anche il Diavolo in persona, ed è tutto
molto divertente.Ritraggono l'inferno in modo molto diverso e questo
cortometraggio ne è la rappresentazione.
Ieri al Festival di
Cambrigde si è parlato anche di stelle con la presentazione di un
film, Human Stars, che tratta l'argomento e so che sei appassionato
anche di questo.
Sì, assolutamente. Ho
appena incontrato i creatori di quel film e mi hanno dato una copia
della pellicola, quindi sono entusiasta. Ieri non mi è stato
possibile partecipare perché ero a Edimburgo, dove ho incontrato
Nicole Sturgeon.
Sei davvero impegnato
su tanti fronti.
Riesco a fare grandi
cose. Sono un ragazzo molto fortunato, davvero.
Con Nicole di cosa
avete parlato?
Beh, abbiamo discusso
della caccia alla volpe. In Inghilterra c'è un disegno di legge per
vietarla e abbiamo discusso di quello che parallelamente può essere
fatto in Scozia. È diventata una grande alleata di questa causa, il
che è fantastico.
Brian, devo diro che
no dei più grandi giorni della mia vita è stato quando mi sono
trovato a Wembley nel 1985 per il Live Aid, e so che hai giocato un
ruolo enorme in quell'evento. Attualmente stiamo vivendo una crisi
tremenda con i migranti. Qual è la tua visione di come l'Europa e
l'Occidente dovrebbero affrontare la questione?
Sono disgustato dal modo
in cui ha risposto il nostro governo. Sai che c'è questa cosa sui
migranti e nemmeno dovrebbero essere chiamati così. Dovrebbero
essere chiamati "rifugiati" e dovremmo comportarci con
compassione. Non ho alcun dubbio su questo. Quanto spazio c'è in
Scozia, lo sai? Si possono accogliere 40.000 rifugiati là e nemmeno
lo noteremmo. Penso che abbiamo comportati odiosi su questo tema.
Sono felice che finalmente David Cameron ha prestato ascolto a questa
ondata di compassione, che è nata da quell'immagine terribile del
bambino morto sulla spiaggia. Come si può pensare che queste persone
non contino nulla? Come puoi farlo? Come si può negare di aiutarli?
Perciò sono contento che adesso se ne stia parlando. Vedo un
parallelismo da storie come questa e la morte del leone Cecil in
Africa. Per tanto tempo non se ne parla, poi accade qualcosa di
eclatante che scuote la nostra società . E sono molto contento del
modo in cui i social media tende a smascherare queste cose, e penso
che si debba andare avanti. Ci si sta dirigendo verso la costruzione
di una società migliore. Lo spero comunque.
Quindi sei un
ottimista? Pensi che “il potere del popolo” sia' in grado di
cambiare le cose?
Sono ottimista, sì.
Voglio dire, è difficile esserlo con il governo che abbiamo in
questo momento, che in realtà non ha un briciolo di compassione a
mio parere, ma, sì, a lungo termine, penso che stiamo assistendo
alla nascita di una classe politica migliore. A noi non importa di
quale partito un politico fa parte, ci interessano le persone.
Dobbiamo solo preoccuparci del tipo di esseri umani che sono (qui
Brian si riferisce al movimento Common Decency, ndt). Allo stesso
modo combattiamo le battaglie quotidiane in difesa degli animali
assieme alle persone che se ne prendono cura. E, sì, sono ottimista.
Alla fine ce la faremo. Alla fine la schiavitù si è conclusa, e
alla fine accadrà lo stesso anche con gli abusi sugli animali.
Tornando al Festival
di Cambridge, puoi dirci cosa c'è in serbo questa sera?
Stasera abbiamo la prima
proiezione ad un festival di questo sorprendente piccolo film, One
Night in Hell, che in realtà non ho realizzato io, ma è stato fatto
in collaborazione con me e Denis Pellerin e che vuole trasportare le
Diableris parigine del 1860 nel 21° secolo. Si tratta di un
incredibile - è stato fatto molto in fretta - ma stiamo puntando
alla realizzazione di un vero e proprio film, che dovrebbe chiamarsi
"Diableries - The Movie", credo, ed è una prospettiva
molto eccitante. E' come Ray Harryhausen. Hai mai visto una di questi
vecchi film in cui gli scheletri prendono vita? Ma ancora più
efficace.
GUARDA IL VIDEO TRATTO DAL FESTIVAL
(Fonte:
www.brianmay.com/)
@Last_Horizon