Intervista a Brian May a Radio BBC per il Cambridge Film Festival del 04 Settembre 2015


Dopo aver visitato Roma assieme a Kerry Ellis per presentare alla stampa italiana il One Voice Tour (puoi leggere i contenuti della conferenza stampa QUI), Brian May ha fatto ritorno in Inghilterra dove ha preso parte al Film Festival di Cambridge. È stata l'occasione per proporre al pubblico presente il cortometraggio One Night in Hell, tratto dal libro Diableries, assieme al co-autore Denis Pellerin. Il chitarrista ha anche rilasciato un'intervista radiofonica alla BBC. Quella che segue è la traduzione della trascrizione pubblicata sul sito ufficiale di Brian May.


Chris Mann: Abbiamo con noi Brian May dei Queen. Brian si trova a Cambridge questo pomeriggio, per parlare non tanto di musica come al solito ma di 3-D, una delle sue grandi passioni. Lui è anche uno scienziato, ha conseguito un dottorato di ricerca in astrofisica dopo aver iniziato gli studi prima di avviare la sua carriera nei Queen. Lo abbiamo con noi al telefono.
Ciao Chris, come va?

Bene. Hai un programma fitto di appuntamenti e siamo molto lieti di averti qui. So che adesso sei con Ramon (del Festival di Cambridge) e Denis Pellerin.
Certo, certo. Sì, io sono seduto qui con Ramon e anche con Denis Pellerin, il co-autore del libro Diableries, che è uno dei motivi per cui io sono qui oggi.

So che coltivi una grande passione per il mondo del 3-D e la fotografia stereoscopica, vero?
Assolutamente. Sì, ho una grande passione per la musica ovviamente, ma anche la fotografia è sempre stata qualcosa che mi ha appassionato, soprattutto in versione 3-D, che è qualcosa che in un certo senso è stata trascurata nel corso degli anni, e noi ce ne occupiamo per quel che riguarda tutta la sua storia, fin dalle sue origini che risalgono al 1850 in Inghilterra e Francia.

Addirittura nel 1850. Non avevo capito che avesse origini così lontane nel tempo. Questo è straordinario.
Risale a prima della nascita della fotografia, abbastanza strana come cosa. E' stata scoperta da un uomo chiamato Charles Wheatstone attorno al 1838. Si tratta di un fenomeno sorprendente. Naturalmente, abbiamo esperienza 3-D in ogni momento della nostra vita, perché abbiamo due occhi e con essi siamo in grado di fondere queste due immagini che otteniamo dall'occhio sinistro e da quello destro in un'unica immagine che è qualcosa di magicamente pieno di profondità e solidità ed è una cosa incredibile.

Avete anche realizzato un film, che verrà proiettato proprio oggi. Ce ne puoi parlare?
Sì, è un film stereoscopico basato sulle Diableries, che sono una specie di diavolerie, si potrebbe dire. Sono immagini che risalgono alla Francia del 1860. Ora, come argomento può suonare molto oscuro ed è difficile da spiegare, ma se le guardi ti verrà voglia di esclamare "Wow! Mio Dio". Le Diableries mostrano ogni aspetto della vita immaginata all'inferno dagli illustratori dell'epoca e ci sono un sacco di scheletri e c'è anche il Diavolo in persona, ed è tutto molto divertente.Ritraggono l'inferno in modo molto diverso e questo cortometraggio ne è la rappresentazione.

Ieri al Festival di Cambrigde si è parlato anche di stelle con la presentazione di un film, Human Stars, che tratta l'argomento e so che sei appassionato anche di questo.
Sì, assolutamente. Ho appena incontrato i creatori di quel film e mi hanno dato una copia della pellicola, quindi sono entusiasta. Ieri non mi è stato possibile partecipare perché ero a Edimburgo, dove ho incontrato Nicole Sturgeon.

Sei davvero impegnato su tanti fronti.
Riesco a fare grandi cose. Sono un ragazzo molto fortunato, davvero.

Con Nicole di cosa avete parlato?
Beh, abbiamo discusso della caccia alla volpe. In Inghilterra c'è un disegno di legge per vietarla e abbiamo discusso di quello che parallelamente può essere fatto in Scozia. È diventata una grande alleata di questa causa, il che è fantastico.

Brian, devo diro che no dei più grandi giorni della mia vita è stato quando mi sono trovato a Wembley nel 1985 per il Live Aid, e so che hai giocato un ruolo enorme in quell'evento. Attualmente stiamo vivendo una crisi tremenda con i migranti. Qual è la tua visione di come l'Europa e l'Occidente dovrebbero affrontare la questione?
Sono disgustato dal modo in cui ha risposto il nostro governo. Sai che c'è questa cosa sui migranti e nemmeno dovrebbero essere chiamati così. Dovrebbero essere chiamati "rifugiati" e dovremmo comportarci con compassione. Non ho alcun dubbio su questo. Quanto spazio c'è in Scozia, lo sai? Si possono accogliere 40.000 rifugiati là e nemmeno lo noteremmo. Penso che abbiamo comportati odiosi su questo tema. Sono felice che finalmente David Cameron ha prestato ascolto a questa ondata di compassione, che è nata da quell'immagine terribile del bambino morto sulla spiaggia. Come si può pensare che queste persone non contino nulla? Come puoi farlo? Come si può negare di aiutarli? Perciò sono contento che adesso se ne stia parlando. Vedo un parallelismo da storie come questa e la morte del leone Cecil in Africa. Per tanto tempo non se ne parla, poi accade qualcosa di eclatante che scuote la nostra società. E sono molto contento del modo in cui i social media tende a smascherare queste cose, e penso che si debba andare avanti. Ci si sta dirigendo verso la costruzione di una società migliore. Lo spero comunque.

Quindi sei un ottimista? Pensi che “il potere del popolo” sia' in grado di cambiare le cose?
Sono ottimista, sì. Voglio dire, è difficile esserlo con il governo che abbiamo in questo momento, che in realtà non ha un briciolo di compassione a mio parere, ma, sì, a lungo termine, penso che stiamo assistendo alla nascita di una classe politica migliore. A noi non importa di quale partito un politico fa parte, ci interessano le persone. Dobbiamo solo preoccuparci del tipo di esseri umani che sono (qui Brian si riferisce al movimento Common Decency, ndt). Allo stesso modo combattiamo le battaglie quotidiane in difesa degli animali assieme alle persone che se ne prendono cura. E, sì, sono ottimista. Alla fine ce la faremo. Alla fine la schiavitù si è conclusa, e alla fine accadrà lo stesso anche con gli abusi sugli animali.

Tornando al Festival di Cambridge, puoi dirci cosa c'è in serbo questa sera?
Stasera abbiamo la prima proiezione ad un festival di questo sorprendente piccolo film, One Night in Hell, che in realtà non ho realizzato io, ma è stato fatto in collaborazione con me e Denis Pellerin e che vuole trasportare le Diableris parigine del 1860 nel 21° secolo. Si tratta di un incredibile - è stato fatto molto in fretta - ma stiamo puntando alla realizzazione di un vero e proprio film, che dovrebbe chiamarsi "Diableries - The Movie", credo, ed è una prospettiva molto eccitante. E' come Ray Harryhausen. Hai mai visto una di questi vecchi film in cui gli scheletri prendono vita? Ma ancora più efficace.

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