E' ormai una delle notizie più gettonate della rete ed è giusto
che sia così perché quando a mettersi assieme sono delle leggende
della musica l'effetto può essere solo dirompente, anche per chi
quegli artisti non è abituato a seguirli. Qualcuno vi dirà che
dopotutto si tratta della solita operazione commerciale, possibile
solo grazie alla tecnologia. Altri ancora vi racconteranno che quelli
tra Freddie Mercury e Michael Jackson sono dei duetti virtuali e per
convincervi tireranno fuori un vecchio disco in cui Frank Sinastra
canta con artisti moderni ad anni di distanza dalla sua morte! Nulla
di tutto questo è vero. Dei duetti in questione si parla da molti
anni e non sono certo un mistero gli incontri che videro protagonisti
i due cantanti. L'idea era quella di pubblicare davvero qualcosa
assieme ma, come spesso accade, il progetto si arenò dietro
difficoltà di vario genere. Ora, a distanza di anni, i Queen
riprovano a far emergere alla luce del sole State Of Shock, There
Must Be More To Life Than This e l'autentica leggenda Victory. Su
questo brano si è favoleggiato moltissimi e si arrivati a dire che
probabilmente nemmeno ne esisteva un nastro. Brian May ha confermato
che invece ci sarà anche questo pezzo. Sappiamo anche che
l'intenzione sua e di Roger è di pubblicare un nuovo album dei Queen
e più il lavoro procede, più l'idea somiglia ad una sorta di Made
in Heaven II, un disco nel quale confluiranno non solo nastri
totalmente inediti, come Victory appunto, ma anche canzoni già note
ma riproposte in una nuova chiave, probabilmente seguendo la stessa
logica adotta, ad esempio, per Heaven For Everyone.
Ma in questo capitolo voglio soffermarmi soprattutto sui duetti e
andare al di là delle ipotesi si come potranno essere. Ci sarÃ
tempo e modo per ragionarci assieme. Nel frattempo proviamo ad
analizzare ciò che sappiamo (molto poco a volerla dire tutta),
partendo da un paio di facce nuove con le quali dovremo
familiarizzare. Si tratta di William Orbit e Chris Thomas
(quest'ultimo lo vedete nella foto assieme a Brian e Roger), i due
produttori che hanno collaborato con i Queen per le registrazioni
finali dei duetti. Conoscere i produttori di un disco è importante
perché definiscono buona parte del sound finale di un disco. Basti
prendere The Game (prodotto da Mack) e Innuendo (Richards) per capire
le differenze, al di là delle epoche e degli stili musicali in voga.
Ma il ruolo del produttore diventa essenziale anche quando è
necessario tirare le fila, eliminare il superfluo, dirimere i
contrasti nella band, perché tenere a freno gli artisti non è
facile e un occhio critico esterno alle dinamiche creative è spesso
essenziale per la buona riuscita di un disco. Non a caso successi
come Ray Of Light di Madonna (prodotto da Orbit) e molti album dei
Pink Floyd (nei quali, oltre al leggendario Alan Parson, c'era anche
lo zampino di Thomas) sono passati alla storia senza che si
dimenticasse il nome dei producer.
William Orbit, nome d'arte di William Mark Wainwright a Shoreditch
(un sobborgo di Londra) il 15 dicembre del1956 e non è solo un
produttore ma anche un musicista con una discografia di ben 9 album a
propria firma, più altri lavori pubblicati come Torch Song e
Bassomatic, che nel complesso coprono un arco temporale che va dal
1984, anno dell'esordio, al 1991. Dopodiché Orbit ha scelto
soprattutto la strada delle produzioni per altri artisti e tra queste
collaborazioni quelle di maggior successo riguardano Madonna con Ray
Of Light, che segnò una svolta nel sound della Ciccone, ma anche i
Blur con “13” e vari pezzi di Robbie Williams, Mel C, All Saints,
Pink e U2. Inoltre tra i suoi lavori più recenti va annoverato anche
Fun On Earth di Roger Taylor ed è proprio da questo sodalizio che
deve essere nato il progetto che lo vede coinvolto nei duetti con
Michael Jackson. Orbit ha rivelato sia attraverso il suo account
twitter (“…am working on a Queen song with vocals from Freddie
Mercury and Michael Jackson.”) che dai microfoni della BBC (l'audio
lo travate QUI)
che già il prossimo Natale potrebbe arrivare almeno uno dei brani in
questione. Al momento non è chiaro a quale brano abbiano lavorato,
tuttavia il fatto che Orbit abbia indirizzato il proprio lavoro
soprattutto in ambito pop mi fa credere che il pezzo a lui destinato
possa essere State Of Shock.
Chris Thomas, nato in Inghilterra nel 1947 è un produttore di
lungo corso, con un'esperienza che definire eccezionale è davvero
riduttivo. Basti citare alcuni degli artisti con i quali ha
collaborato: Beatles, Pink Floyd, Roxy Music, Elton John, Sex
Pistols, Pulp. Nomi da far tremare letteralmente i polsi! Ma anche
lui come Orbit ha tentato anzitutto la carriera del musicista,
soprattutto come bassista e nei primi anni '60, a causa della scarsa
inclinazione a stare su un palco e a collaborare, declina l'offerta
di entrare in una band appena formata. La proposta gli fu fatta da
due giovani musicisti di belle speranze: Mitch Mitchell e Jimi
Hendrix! Chissà se col senno di poi Thomas abbia spolpato i propri
gomiti a furia di morderli, tuttavia l'incontro con George Martin lo
porta a collaborazione per un disco niente male, il White Album dei
Beatles! Evidentemente era destino che Thomas mettesse mano a
qualcosa di leggendario. Così a soli 22 anni diventa un produttore
apprezzato a livello mondiale e verrà scelto nel 1973 dai Pink Floyd
per lavorare come tecnico del missaggio di The Dark Side Of The Moon.
In quell'occasione, raccontano le cronache, svolse anche il ruolo di
mediatore tra David Gilmour e Roger Waters, convincendo quest'ultimo
ad adottare alcuni effetti sonori inizialmente non previsti sul 33
giri che, è bene ricordarlo, è uno degli album più importanti
della storia della musica. L'ottimo lavoro svolto lo ha poi portato a
ritornare negli studi dei Pink Floyd molti anni dopo per il missaggio
di The Division Bell e per On A Island di Gilmour. L'elenco di
artisti e collaborazioni potrebbe proseguire, ma credo che quanto
detto finora possa bastare come carta d'identità e di qualità .
A conti fatti pare che Brian e Roger siano intenzionati a fare le
cose in grande stile, affiancandosi come abbiamo visto a tecnici di
grandissimo spessore, il cui contributo sarà determinante per la
buona riuscita del progetto. Del resto riproporre a distanza di 30
anni questi duetti non è impresa facile. I nastri non è detto che
siano completi e il lavoro di “taglia e cuci” è un'operazione
delicata, senza dimenticare che il tutto va realizzato con un gusto
sì moderno ma senza tradire lo stile originario. Il rischio,
insomma, è che i brani possano risultare datati o anacronistici per
il contrasto tra vecchio e nuovo. Freddie e Michael meritano
un'attenzione maniacale, la stessa che Brian e Roger stanno
certamente applicando anche grazie all'aiuto di Orbit e Thomas. Resta
da capire quando potremo ascoltare il risultato finale. Stando alle
parole di William Orbit, qualcosa potrebbe arrivare già a Natale.
Tuttavia la scoperta di nuove e inedite incisioni ha spinto i Queen a
realizzare un album vero e proprio per il quale i tempi di
lavorazione saranno più lunghi. Non resta che attendere. Si dice che
la pazienza sia la virtù dei forti ma io sento già l'adrenalina che
scorre. E voi?
@Last_Horizon