Molti artisti sostengono di possedere del talento, ma non è una
forzatura dire che il chitarrista dei Queen Brian May si avvicina più
di tutti al concetto di uomo del Rinascimento. Oltre ad essere un
musicista influente, il dottor May è un astrofisico che ha terminato
il proprio dottorato di ricerca nel 2007, ed è anche un esperto di
fotografia stereo, come dimostra il nuovo libro di cui è co-autore,
Diableries, pubblicato dopo aver meticolosamente ricercato ed
esaminato le origini sociali, politiche e culturali delle carte
stereo risalenti alla metà dell'800, epica della storia francese in
cui sono state create, con particolare attenzione agli artisti che
hanno creato queste opere d'arte macabre ma affascinanti. Poi ha
anche progettato uno stereoscopio, allegato al libro, in modo da
consentire ai lettori di ammirare le foto e le scene diaboliche in
3D.
Oltre a questo lavoro, May è venuto negli Stati Uniti per
l'inaugurazione del tour di We Will Rock You, il musical dei Queen
che vanta ormai oltre dieci anni di allestimento, aperto a Baltimora
la settimana scorsa. Nel frattempo, assieme alla stella del teatro
Kerry Ellis ha pubblicato il brano Nothing Really Has Changed al fine
di sostenere la campagna in favore della vaccinazione dei tassi nel
Regno Unito, così da evitarne l'inutile massacro.
Ho ascoltato alcune tue recenti interviste in cui hai dichiarato
che Diableries è un libro la cui realizzazione è durata 25 anni. E'
esatto?
“Beh, è difficile da spiegare. In realtà è un qualcosa che
vive con me da circa 40 anni. Ci sono cose che non hai voglia di
scrivere e comunicare per 40 anni, che è davvero un lungo periodo di
tempo. Ma noi per questo libro abbiamo lavorato sei anni in realtà .”
Che cosa ha reso difficile mettere assieme il materiale per
realizzarlo?
“Beh, una buona parte del tempo è stata assorbita dalla
ricerca, perché le cards risalgono ad un periodo molto oscuro. In
effetti non dovrebbe essere così, perché parliamo della Francia del
1860, quindi molto tempo fa. Ma è un periodo che non è mai
insegnato nei libri di storia, è l'epoca di Napoleone III. Quindi,
anche se sei un francese, corri in rischio di non sapere molto su
quel periodo. Il secondo problema è stato quello di trovare tutta la
serie completa di Diableries, una cosa davvero complessa. E ne
mancano all'appello ancora 180. Ne conosciamo i titoli ma non le
abbiamo mai realmente viste. C'è da dire poi che anche quando
riusciamo a reperire quelle mancati, di solito sono in pessimo stato.
Per la loro stessa natura, sono state graffiate e strappate e le
immagini risultano sbiadite dal tempo o magari perché chi le ha
possedute ci ha versato sopra del cibo. Inoltre, il processo
originale di creazione non era perfetto, si parla di fotografia
abbastanza antesignana qui. Lavorando a photoshop su una singola card
ho impiegato anche un mese di tempo per restaurarle, virtualmente
s'intende, perché gli originali sono troppo delicati. Quindi potete
immaginare che avendone a disposizione 180, il lavoro è stato
davvero lungo e duro. Il libro è stato realizzato cercando di
mostrare le immagini illuminate dalla parte anteriore anche quando
sono illuminate dal retro. Sono state abilmente progettate in modo
che quando sono illuminate dal retro tutti i colori vengono fuori e
gli occhi dei personaggi ritratti brillano di una luce rossa
inquietante. Quindi abbiamo cercato di catturare tutto questo e
metterlo nel libro. Credo che la cosa bella è poterle vedere dal
vero. Volevamo che le persone potessero ammirare esattamente come
accadeva nell'800.”
Quaranta anni fa, cosa ha fatto nascere in te la passione per
questo genere di cose?
“Beh, prima di tutto è la stereoscopia, e quando ero un
ragazzino restavo incantato dalla magia che accade quando si mettono
due immagini piane insieme i n qualche modo accade di guardare
un'immagine unica in 3 dimensioni e ti senti come se stessi guardando
attraverso un finestra. Si poteva camminare attraverso di esse e
toccare le persone e parlare con la gente e tutto questo sembrava una
magia per me. All'epoca mi domandavo perché ci si accontentasse
delle solite foto bidimensionali. Oggi ovviamente è diverso grazie
al cinema e a film come Avatar che ha mostrato a tutti cosa significa
l'effetto stereoscopico. Ma la versione vittoriana è in realtà il
modo più perfetto di visione in 3D, e questo è quello che voglio
dimostrare nel libro. Ho dovuto creare un mio visualizzatore, in modo
che quando si acquista il libro il lettore possa ammirarlo nel modo
migliore possibile. La lettura del libro è una cosa e vedere le foto
è grandioso, ma una volta che si utilizza il visore stereoscopico
OWL, le immagini prendono letteralmente vita.”
A colpire sono i temi trattati che stanno dietro queste immagini.
Sono molto moderni.
“E' vero. La gente dell'epoca ha lottato con le stesse cose
contro cui ci scontriamo noi oggi. Sono molto simili a noi . Erano
persone in realtà preoccupate per l'inferno. La chiesa li colpiva
duramente e diceva loro che se non si fossero comportati nel modo
giusto sarebbero finiti dritti all'inferno. Ecco, questo è il punto
di partenza, l'idea di rappresentare in queste immagini l'inferno
così come lo descriveva la Chirsa. Ma poi questi scultori e
fotografi hanno sfruttato la cosa in un senso diverso, molto
divertente e sarcastico. Hanno dato alle cards un sottofondo di
satira, perché hanno cominciato a raffigurante Napoleone III
fondamentalmente come il diavolo. Quindi, in un modo molto sottile
hanno attaccato il regime, una cosa molto illegale per la quale si
poteva certamente finire in prigione e ad alcuni autori è accaduto
davvero.”
L'idea di questo universo parallelo, di questi universi
multi-strato, è un tema comune al musical mi pare. È stata una
scelta cosciente?
“Beh , è una cosa venuta fuori grazie all'autore Ben Elton,
veramente. Si tratta di onde cerebrali di Ben che ci trasportano nel
futuro con We Will Rock You e sì, è qualcosa di simile ad un
universo parallelo, ma diventa sempre più come il mondo reale.
Perché diventiamo sempre più saturi di marketing e internet e nela
realtà diventa sempre più difficile essere un individuo senza
essere risucchiato dai social media. Quindi è questo il tema di We
Will Rock You.”
Qual è la cosa più gratificante per te? vedere come le canzoni
dei Queen hanno subito una sorta di evoluzione e cambiamento nel
contesto del musical?
“Beh, è il nostro bambino, quindi non solo lo abbiamo creato,
ma siamo anche costantemente impegnati a curarlo. Ben è stato qui
per un mese a lavore sulla versione americana. Roger Taylor è venuto
in appena un paio di giorni prima dell'apertura. Ma abbiamo parlato
per tutto il tempo e il musical non è qualcosa di scolpito nella
pietra. È qualcosa che evolve nel tempo e cambia anche a seconda di
dove è nel mondo. Così negli Stati Uniti ha un taglio leggermente
diverso, è la storia del rock'n'roll e il futuro del rock'n'roll
nelle mani dei bambini, ma da un punto di vista leggermente diverso.
Penso che Ben abbia fatto un ottimo lavoro nel trasformarlo.”
Qual è il diverso punto di vista, allora ? Quali sono le
principali differenze che si possono individuare con precisione?
“Beh, questa è una grande riscrittura e Ben ha cambiato alcune
cose delle storie. Ha anche introdotto due personaggi che poi si
fondono in uno solo, che aiuta davvero il racconto ad avvicinarsi
alla realtà . Ma anche i personaggi, tutti i personaggi sono basati
su personaggi storici che i ragazzini di oggi non conoscono per
davvero. Questo è il cuore del musical: i ragazzi di oggi sono alla
ricerca del rock e hanno i loro eroi, ma appena sentono il nome di
Elvis Presley non hanno idea di chi fosse. Quindi sono alla ricerca
di qualcosa di simile a un ago in un pagliaio, ma non sanno quello
che stanno cercando. Quindi così come in Inghilterra la storia è
basata su personaggi anglosassoni, qui si tratta di musicisti
soprattutto americani. La musica rock non sempre ha trasceso le
barriere geografiche, ma abbiamo un sacco della nostra storia in
comune, come Elvis, i Beatles e, speriamo, anche i Queen! E' tutto
intessuto in una storia che porta verso il futuro. Questi ragazzi si
domandando: 'Che cos'era? Come possiamo trovarlo? Come possiamo
trovare noi stessi? Come possiamo trovare la nostra individualitÃ
nel rock?' E' un viaggio affascinante che va avanti.”
Rispetto al teatro americano quello inglese ha una mentalitÃ
molto diverso, l'umorismo può essere molto diverso così come
l'approccio allo show. Come si potrà evolvere We Will Rock You in
America?
“E' strano perché lo spettacolo è al Dominion Theatre di
Londra da undici anni e il motivo per cui continua ad andare avanti è
perché le persone continuano a tornare e molti di loro sono
americani. Per cui non vogliamo dire che agli americani il teatro
inglese non piace. Vogliamo solo offrire la versione americana del
musical, E' stato un sogno di tutti noi per un bel po' di tempo....
beh, da quando abbiamo iniziato.”
Non sarebbe bello prendere questo percorso americano come una
sorta di ritorno a ciò che è fondamentalmente la patria del rock?
“Beh, questo è quello che stavo per dire. E' molto toccante
venire in America dove eravamo così popolari avendo adesso questo
musical con tutte queste canzoni così apprezzate dal pubblico. Ero
molto emozionato in realtà a Baltimora l'altro ieri notte, perché
mi sentivo a casa. Ben Elton fa un grande lavoro con l'umorismo e il
pubblico era disposto a ridere. A volte si vede un pubblico che si
siede lì e che pensa: 'Bene andate avanti, fateci ridere', ma il
pubblico si è divertito fin dall'inizio e c'erano un sacco di risate
in giro per il teatro. E poi una volta che la musica è iniziato la
gente ha anche cantaot. Questo è uno spettacolo che incoraggia le
persone a perdereo le inibizioni e si uniscono al cast fino al punto
di non resistere a stare seduti.”
E' diverso per voi suonare le canzoni in quel contesto rispetto a
quando lo fate come band?
“E' qualcosa cui siamo abituati. Abbiamo lavorato tanto per
adattare la nostra musica al contesto del musical. Quando abbiamo
iniziato 11 anni fa è stata una cosa piuttosto nuova per noi.
Nessuno aveva davvero esperienza e abbiamo chiesto a un sacco dei
nostri artisti di darci una mano. Ma le persone coinvolte sono grandi
attori e grandi cantanti e alcuni di loro sanno anche ballare. Ma
quello che chiediamo loro è che diventino vere rockstar. E per
riuscirci serve tutto il nostro aiuto.”
Mi piace il vostro lavoro con Adam Lambert. Sono un suo grande fan
e sono impressionato dalle sue capacità vocali e dal talento, è un
cantante carismatico. Possiamo aspettarci un tour l'anno prossimo con
lui?
“Mi piacerebbe che accadesse. Dal quando abbiamo fatto
l'iHeartRadio Festival a Las Vega c'è stato un gran parlare attorno
a questa possibilità e adesso stiamo ragionando per vedere cosa
possiamo fare . Non credo che vorremo premere il pulsante per fare
nove mesi in tour, come eravamo soliti fare, perché lo abbiamo fatto
per tanti anni, ma credo che alcune date potrebbero essere una grande
cosa. Stiamo vagliano con lui le possibilità e mi auguro che saremo
stati in grado di elaborare uno schema che funzioni. Sì, Adam ci
piace davvero. Come dici tu, lui è un cantante straordinario con una
voce straordinaria. E' un artista, è originale e anche un bravo
ragazzo. Questo è molto importante di questi tempi. Se hai
intenzione di lavorare con qualcuno, devi avere il piacere di
lavorarci assieme come persona.”
Quindi attualmente a cosa stai lavorando, alla musica o più alla
scienza?
“Io sono uno che non dorme mai. Sto lavorando a una serie di
cose che mi girano per la testa. Ho un sacco di passioni, una di loro
è stereoscopia, di cui abbiamo già parlato . Ma sono anche un
astronomo come probabilmente saprai e adesso sono un dottore in
astrofisica, quindi sto facendo un po' di ricerca con l'Imperial
College. Ma questo non occupa molto del mio tempo Ciò che in realtÃ
mi assorbe davvero è il mio ruolo di avvocato degli animali, che ho
ormai assunto a pieno titolo, e stiamo cercando di impedire al
governo di riportare la Gran Bretagna indietro nel Medioevo. Abbiamo
un governo che è in gran parte costituito da cacciatori di volpe,
persone che vogliono riportare in auge tutti questi sport sanguinari.
E, al momento , stanno uccidendo migliaia di tassi in un vano
tentativo di curare la tubercolosi bovina, nonostante gli scienziati
hanno dimostrato che non funzionerà . Quindi è una scelta brutale a
mio parere e stiamo combattendo, io e poche altre persone, un po'
come Davide contro Golia. Ma riteniamo che gli animali selvatici
abbiano un valore come ogni animale sul pianeta e non meritano di
essere spazzati via solo perché non siamo in grado di risolvere un
problema agricolo.”
Per concludere: in una tua intervista hai parlato di come il tuo
background scientifico ha influito sulla tua musica. In quale altro
modo il tuo background ha condizionato la tua musicalità e il modo
in cui ti approcci alla musica?
“Questa è una grande domanda! Credo di avere così tante
dimensioni nella mia testa che non possono sceglierne solo una da
seguire, ma devo cercare di dare un senso a tutto e provare a portare
avanti tutto insieme. Non trovo alcun conflitto tra l'essere un
artista e uno scienziato. Credo di avere un cervello vittoriana in
quel senso. Sono una persona del Rinascimento perché penso che
essendo uno scienziato questo mi è di aiuto per il mio essere
artista, proprio nel modo in cui si pensa alle cose. Qualche volta
non è molto evidente, ma la sintesi e l'analisi si applicano a
entrambi i campi, anche se in modi diversi. Così entrambi questi
mondi, la scienza e la musica, si completano a vicenda. Non so se
questo ha un senso per te, ma nel mio strano cervello febbricitante
mi fa un certo tipo di effetto. Ma per me tutto questo è meno
importante dell'essere una persona, un essere umano decente che cerca
di fare il meglio per questo pianeta.”
(Fonte:www.ultimateclassicrock.com)