Brian
May ha rilasciato una lunga intervista al
magazine Total Guitar durante la quale ha raccontato alcune curiosità legate al
processo creative di alcune delle hits più famose dei Queen. Un viaggio nel
passato della band che vale la pena di conoscere. Iniziamo con Killer Queen, il primo grande successo
firmato da Freddie Mercury al quale in chitarrista ha dato un contributo
fondamentale con la sua inimitabile Red Special.
Brian May si sente bene. “Un po’
stanco”, sorride, “ma molto felice”. In un freddo pomeriggio invernale, il
leggendario chitarrista dei Queen ha incontrato il magazine Total
Guitar nella sua casa nel Surrey per una lunga chiacchierata
all’indomani della conclusione del Rhapsody Tour USA dei Queen + Adam Lambert e
poco prima dell’inizio della breve leg in Giappone.
"Tutti negli Stati Uniti dicono che
questo show è il migliore che abbiamo mai fatto con Adam", racconta Brian. “E’
un grande risultato. Meraviglioso!" Il tour è in effetti una
produzione enorme con spettacolari effetti visivi all’avanguardia: "Ho
sempre amato trasformare uno spettacolo in un vero evento", afferma il
musicista.
Ma è la musica, ovviamente, che continua
ad attirare il pubblico in tutto il mondo, con le grandi canzoni che i Queen hanno
inciso assieme a Freddie Mercury dai primi anni '70 fino alla morte del
cantante avvenuta il 24 novembre del 1991. In questa intervista con Total
Guitar Brian ha parlato soprattutto della creazione di quelle hits e del suo
ruolo all’interno della band.
Ma torniamo indietro nel tempo, fino al
1974 quando i Queen fecero il loro primo importante passo verso il successo
internazionale con il singolo Killer Queen. Il brano scritto da Freddie Mercury
contiene un delizioso assolo di chitarra che per stile e profondità ricorda in
qualche modo il primo successo dei Beatles, Please Please Me.
Usi simili di armonizzazione si possono
trovare nel brano Pasadena del 1961 dei revivalisti trad-jazz degli anni '60
The Temperance Seven, e negli archi a cascata rappresentati dal direttore
anglo-italiano Annunzio Paolo Mantovani. Come ha notato Brian, è come se
“le tre voci delle chitarre suonassero tutte delle piccole melodie”.
KILLER
QUEEN.
Puoi parlarci del processo di scrittura e
registrazione dell'assolo
di chitarra in Killer
Queen ?
“Beh, adoro quella traccia. Penso
che sia una delle creazioni più perfette di Freddie. La storia è che ero
in ospedale. Tornavamo da un tour in America e mi sono ammalato gravemente
di epatite, così quando gli altri ragazzi sono entrati in studio per iniziare a
realizzare l' album Sheer Heart Attack io
ero ancora in ospedale. Mentre ero lì mi hanno portato una cassetta con
un demo di Killer Queen abbastanza
completo. Ho avuto un sacco di tempo per per capire dove volevo che
fosse l'assolo e sviluppare l'idea nella mia mente. E quello che abbiamo
ottenuto è un assolo che ha molte parti diverse. Quindi non è solo suonare
una strofa, ma far parte dell'intero arrangiamento e condurre ad una
strofa. Potevo sentirlo nella mia testa, e questo è sempre un buon segno
per me. Non mi piace entrare in studio senza idee. Mi piace avere le
idee chiare su dove sto andando. L'assolo principale ha tre parti, tre
chitarre. Potevo sentire quell'assolo nella mia testa e volevo fare questo
tipo di cose con le campane..."
Campane?
“Io le chiamo campane. Non so come
lo chiamerebbero gli altri, ma è quando suoni una nota su uno strumento e poi
continua, ma la nota successiva arriva da un altro strumento e crea un'armonia con
la nota precedente mentre sta ancora suonando. E poi un altro. È come
un suono di campane in cui i suoni si sommano in sequenza. L'ho capito
ascoltando cose come il pezzo di Mantovani intitolato Charmaine che conosco fin
dall’infanzia, dove avviene esattamente questo tipo di armonia
dissonante. So per certo che anche i Beatles ne furono influenzati, perché
hanno creato qualcosa di simile in Please
Please Me. Non è esattamente la stessa cosa, ma è come aggiungere
strumenti su strumenti per creare allo stesso tempo dissonanza e armonia. Ma
su questo argomento dovrei parlare anche dei Temperance Seven e di una canzone
intitolata Pasadena. I tre strumenti
principali, che penso siano tromba, clarinetto e trombone, fanno questa cosa
delle campane. E ne sono sempre stato ispirato. Ho sempre desiderato
farlo e Killer Queen è stata l'occasione perfetta. Nella terza sezione di
quell’assolo l’effetto delle campane è potenziato dall’effetto
stereo. Quindi, se ascolti con le cuffie, hai la sensazione che le cose
accadano in stereo, una tecnologia di cui siamo sempre stati
appassionati. Le nostre influenze erano i Beatles e Jimi Hendrix, che
creavano questa sorta di quadri musicali in stereo. E, naturalmente,
abbiamo potuto iniziare in un certo senso da dove i Beatles si erano
interrotti, perché avevamo attrezzature molto più moderne e molte più tracce a
disposizione su cui suonare. Quindi abbiamo seguito quelle influenze, ma
siamo stati in grado di andare molto oltre”.