Freddie
Mercury una volta ha dichiarato di non essere mai stato un grande
lettore. Anzi, l’idea di passare delle ore davanti ad un libro che non fosse un
catalogo d’arte era qualcosa che gli procurava noia. Eppure nella sua casa i
libri non mancavano, così come vari riferimenti letterari sono presenti nelle
sue canzoni, specie quelle risalenti agli inizi della carriera dei Queen.
Il ciclo di Rhye
ad esempio è una chiara allusione al mondo fantasy di Tolkieniana memoria, con
brani che raccontano di regine, fate, orchi e altre creature immaginarie. E poi
c’è Bohemian Rhapsody, con quella
miriade di citazioni appartenenti al mondo dell’opera e alla cultura ancestrale
dello stesso Freddie, che nell’andamento musicale e nel testo ricorda una
grande narrazione letteraria dal profilo altamente drammatico.
Di recente il
profilo Instagram @libraccio_negozi
ha proposto un commento che mette in
parallelo il celebre singolo dei Queen con il romanzo Lo Straniero di Albert
Camus. L’autore del post ritiene (non è indicata l’eventuale fonte dell’argomentazione)
che tra le due opere vi siano delle connessioni tali da far ritenere che il libro pubblicato dallo scrittore
francese nel 1942 avrebbe ispirato Freddie per la composizione del suo brano
più famoso e che quindi il protagonista di Bohemian Rhapsody non sarebbe
altri che la versione “mercuryale” di
Meursault, il personaggio principale ideato da Camus.
Ma è tutto vero o è solo fantasia? Proviamo a considerare
le vicende narrate nelle due opere.
Al di là delle tante interpretazioni con cui in questi anni
si è tentato di leggere tra le righe del testo, Bohemian Rhapsody ha una sua
dimensione letterale che non può non essere presa in considerazione. Mettendo
da parte le possibili allusioni e riferimenti anche personali (ammesso che ve
ne siano), quella descritta da Freddie è anzitutto una storia tragica, la
vicenda di un uomo che rivolgendosi alla madre confessa un omicidio. “Mamma ho ucciso un uomo” dichiara. “Gli ho puntato una pistola alla tempia, ho
premuto il grilletto ed è morto”.
Anche
Meursault, il protagonista del romanzo di Camus, si macchia dello stesso
crimine con le medesime modalità : un colpo di pistola rivolto
ad un uomo conosciuto in spiaggia e che sospetta essere lo sfruttatore di una
donna.
A questo punto per entrambi i personaggi inizia la fuga,
non tanto nel tentativo di sfuggire alle conseguenze del delitto, quanto perché
l’omicidio ha generato l’inaspettata necessità di fare i conti con sé stessi
prima ancora che con il mondo, perché sia
il protagonista di Bohemian Rhapsody che Lo Straniero di Camus hanno vissuto
fino a quel momento lasciandosi trasportare dal vento, indolenti rispetto a
tutto e tutti. I privi versi della canzone in questo senso sono eloquenti: “Mi lascio trasportare, sono un indolente”.
Allo stesso modo Meursault è
indifferente a tutto, anche alla recente morte della madre o alla richiesta
di matrimonio da parte della donna con cui intreccia una relazione. Per entrambi non conta nulla e l’unica
regola che vale è lasciarsi trasportare dal vento, in qualunque direzione esso
soffi.
Nel
romanzo di Camus la fede
assume un ruolo rilevante, con il rifiuto di Meursault di affidarsi ad una
forma di perdono attraverso la riscoperta di Dio. Un elemento apparentemente assente in Bohemian Rhapsody, ma che nella
parte operistica trova una propria collocazione con l’invocazione “bismillah”
che nella cultura araba ha la funzione di richiedere l’aiuto del divino nel
momento del bisogno.
La
fuga di Meursault termina in breve tempo, mentre in Bohemian Rhapsody le sorti
del protagonista sono più sfumate. Il personaggio di Camus viene
catturato e processato e sarà l’avvocato assegnatogli d’ufficio l’unico a
tentare di difenderlo, più da se stesso che dal sistema giudiziario. In Bohemian Rhapsody troviamo un possibile
riferimento nella frase: “E’ solo un povero ragazzo di povera famiglia,
risparmiate la sua vita da questa mostruosità ”. Ma Meursault ritiene che
nessuno possa giudicarlo e quindi assolverlo da una colpa che in fondo non ritiene
di aver commesso. Il suo bisogno di
essere totalmente libero lo pone al di sopra dei giudizi morali, proprio come
sottolineato in questo passaggio scritto da Freddie: “Così pensate di potermi lapidare e sputarmi in un occhio. Pensate di potermi amare e lasciarmi morire. Oh tesoro non puoi farmi questo. Devo solo uscirne, devo solo andare via da qui”.
Il romanzo di Camus si chiude con una sorta di epifania che coglie il protagonista ormai sulla soglia del patibolo,
quando si rende conto che la propria indifferenza verso tutto, compresa la
propria sorte, si specchia nell’indifferenza che l’universo manifesta nei
confronti dell’umanità . È la prova che
il suo essere apatico, per certi versi amorale, non è altro che la conseguenza
della natura stessa della vita, priva di un effettivo significato. E la vicenda
cantata in Bohemian Rhapsody come si conclude? Con l’ultima invocazione del
protagonista: “Niente veramente importa, chiunque può vederlo. Niente
m’importa”.
Ho provato così a seguire l’esile traccia
lasciata su Instagram, approfondendo i significati contenuti in entrambe le
opere. Il risultato non pretende certo di essere considerato come una prova che
Lo Straniero sia stato fonte di ispirazione per la creazione di Bohemian
Rhapsody. Stabilire se le similitudini siano casuali o volute non è semplice.
Non è nemmeno da escludere che da studente il giovane Farrokh possa aver letto
il romanzo di Camus, la cui trama ha finito per sedimentare nel suo inconscio
per poi riemergere anni dopo sotto forma di canzone, magari senza che lo stesso
Freddie se ne sia reso conto. Oppure l’idea proposta da @libraccio_negozi
è solo l’ennesimo tentativo di interpretare un capolavoro che, come ogni opera
d’arte, resterà per sempre avvolta nel mistero, mutevole e ambigua,
affascinante e unica, aperta alle infinite interpretazioni degli appassionati
di musica.
Potete trovare il post originale QUI. Ringrazio @libraccio_negozi per avermi ispirato nella scrittura di questo articolo.