E’ raro che Roger Taylor parli della sua vita privata o della propria famiglia. Solitamente il batterista dei Queen incarna perfettamente il ruolo della rockstar concentrata esclusivamente sulla musica. Ma per il magazine Big Issue ha risposto ad alcune domande di più ampio respiro, cui vale la pena dare un’occhiata.
Ecco le sue parole.
Quando avevo 16 anni i miei pensieri riguardavano principalmente le
ragazze e la musica, la musica e le ragazze. La scuola non mi interessava granché, ma quando avevo 12 anni
era il posto dove potevo esibirmi con la mia band dell’epoca. La mia
passione per la musica è nata grazie alle radio che trasmettevano rock'n'roll.
Per lungo tempo la radio era
stata parecchio limitata, mandava in onda cose come Doris Day e Perry Como e alla
BBC c’era la Light Orchestra, o come si chiamavano, tutte quelle stronzate. Poi
all'improvviso sono arrivati anche da noi Elvis e tutte la altre nuove voci del
rock ed è stata come una rivelazione. Ascoltare Little Richard è
stato come un raggio di sole che magicamente è entrato nella mia vita. Dopo
aver ascoltato le sue canzoni, l’unica cosa che ho desiderato è stata unirmi ad
una band.
I miei genitori ovviamente avevano altri piani per me. Desideravano
che frequentassi l’università e che facessi quelle cose che vogliono la maggior
parte dei genitori della classe media. Mia madre e mio padre si sono lasciati quando avevo otto anni e questo
ha determinato per me e mia sorella un periodo piuttosto difficile. Essere
in una band a quel punto rappresentava in parte una via di fuga da quella
situazione
Sono sempre stato molto legato a mia madre,
ma devo dire che mio padre, prima che smettesse di vivere con noi, mi ha sempre
sostenuto in quello che ho fatto. È stato lui a comprarmi il mio primo set di
tamburi di seconda mano: lo abbiamo completato un po’ per volta. All’inizio era
composto solo da un paio di tamburi e poi abbiamo aggiunto gli altri pezzi.
Suppongo che già all’epoca fossi consapevole che svoltare con la musica
fosse una cosa improbabile, ma devi comunque crederci. Quando mi guardo indietro,
sembra che le probabilità fossero impossibili, quasi insormontabili. Ma se
non hai una sorta di fiducia incrollabile in te stesso, non credo che potrai
mai farcela.
Quando ho incontrato Brian e poi alla fine
Freddie, soprattutto quest’ultimo aveva una fiducia incrollabile in noi come
band ed è ciò che mi ha fatto capire che non sarei mai diventato un dentista. Abbiamo
capito che tra noi quattro c’era una vera magia, che il tutto era
maggiore della somma delle parti.
Ci siamo sentiti più o meno allo stesso
modo per molte cose e in questo c’era un'enorme forza. Ma all’inizio l’unica
cosa che puoi fare è solo fare del tuo meglio. Sapevo che Brian era un
chitarrista incredibile e che Freddie aveva questa formidabile autostima. Solo
più tardi è uscito il suo incredibile talento nel comporre canzoni e la sua
voce è migliorata. Non era il miglior cantante quando l'ho incontrato, si
è fatto letteralmente da sé plasmandosi come fosse un pezzo di creta.
Freddie aveva una naturale esuberanza, che poi si è trasformata in
sfarzo. Averlo accanto era una boccata d'aria fresca. Ricordo che quando eravamo
tutti nello stesso appartamento e lui tornava a casa pensavo “Oh, Fred è
tornato!”. Era adorabile stare con lui. Mia madre non riusciva mai a
capire come i suoi pantaloni fossero sempre così perfetti. Poi abbiamo
scoperto che li metteva sotto il materasso ogni notte per eliminare ogni piega.
Il me più giovane sarebbe sbalordito dal livello di successo che abbiamo
ottenuto in tutto il mondo. Avevamo fede, ma non ci aspettavamo di arrivare a tanto sia in Inghilterra
che nel mondo. Ovviamente sono molto grato per questo, mi consdero molto
fortunato di aver fatto parte di una delle poche band che sembrano davvero
trascendere le generazioni. È qualcosa che non succede dall'oggi al
domani. Ci vuole un po' prima che una cosa così possa realizzarsi ma, accidenti,
ce l'abbiamo fatta davvero! Ma non è accaduto all'improvviso, ci sono
voluti anni per diventare grandi.
Non mi sono mai preoccupato dell'impatto che il successo poteva avere su
di me. Non avevo paura dell'interesse della stampa, anche se non lo
desideravo particolarmente. In realtà non abbiamo mai corteggiato la
stampa. Penso che molte persone confondano essere citati dalla stampa con l’avere
successo o il successo finanziario, ma non c'è una vera connessione tra le due
cose. Ci sono molte persone che sono sempre sulla stampa e che in realtÃ
sono al verde.
Non abbiamo mai ricercato l'attenzione
mediatica. Abbiamo sempre voluto essere grandi e avere successo. Quando
qualcuno si lamenta del successo e dice che no, è troppo, ammetto di non
considerarli credibili. Semmai per alcune persone che non sono attrezzate per
assicurarsi che il successo non influisca sulla loro personalità qualcosa può
andare storto. Penso che sia importante non lasciare che ciò accada. Devi
essere forte.
Ai tempi del Live Aid eravamo
piuttosto stanchi. Eravamo reduci da
molti tour consecutivi e direi che la nostra
energia mentale non era al massimo. E immagino che la band non fosse al
centro dell’attenzione. Quindi penso che molte persone siano rimaste
piuttosto sorprese quando gliel'abbiamo ricordato con quella performance. Molti
avranno pensato: oh guarda, sono i Queen, hanno delle belle melodie e sono
molto bravi dal vivo!
Sul palco del Live Aid penso che la
reazione iniziale del pubblico sia stata fondamentalmente. Ovviamente a
quel punto eravamo un gruppo molto professionale, eravamo abbastanza bravi nel nostro
lavoro. E anche quello che stavamo suonando era molto familiare a quel
pubblico. Quindi il Live Aid è stato come un gigantesco promemoria per
molte persone a cui abbiamo ricordato che non eravamo ancora morti.
Dopo che Freddie è morto non sapevamo se avremmo continuato. Gli abbiamo dato
tutto il supporto che potevamo e questo a sua volta ha dato a tutti noi un po'
di forza, credo. Ci siamo stretti l’uno all’altro. Ma è stato un tale
shock quando alla fine è morto. E Brian e io abbiamo pensato che la band
fosse finita. Ma lei è semplicemente rifiutata di morire.
Devo dire che ieri e Brian andiamo molto d'accordo
e siamo davvero felici di potercela ancora fare alla nostra età . È un po'
una gioia avere qualcosa da aspettarsi. Saremo in tour con Adam Lambert e
non vedo l'ora di farlo.
Abbiamo lavorato molto per il
film, Bohemian Rhapsody, con la sceneggiatura e tutto quello che serve ad un
film perché possa prendere vita. So che
la sequenza temporale è un po' incasinata, ma è intrattenimento. Ha dato molto
piacere a molte persone e penso che se riesci a farlo con un film allora hai
fatto un buon lavoro. Sono stato davvero, davvero felice che sia piaciuto
a così tante persone. E’ un film per intrattenere le persone, altrimenti avremmo
fatto meglio a fare un documentario.
Ho visto anche Rocketman. Amo Elton. Avrei preferito che ci fosse la sua voce nel
film e avrei preferito fosse incentrato più sulla sua musica che non sui suoi
problemi. Per i miei gusti è un film troppo vicino al genere musical. So che
Elton ne è stato molto contento, ma io non l'avrei fatto così.
Se potessi rivivere un momento della mia vita sarebbe il fine settimana
che ho trascorso negli studi Power Station a New York con David Bowie, quando abbiamo terminato Under Pressure. Eravamo
principalmente solo noi due. L'intero weekend è stato molto soddisfacente, ero
così felice con quella canzone. Sapevamo che stavamo facendo un buon
lavoro e con lui andavo molto d'accordo. Era così creativo e brillante in
tutti i sensi e aveva un grande senso dell'umorismo, una caratteristica che
sembra continuare ad emergere nelle persone che mi piacciono.
È stato orribile perderlo nel
2016. Che shock. Era un amico ed era un genio. Lo amavo davvero.
E se potessi avere un'ultima
conversazione con qualcuno, dovrebbe essere Freddie. Stavo letteralmente
andando a trovarlo, a meno di mezzo miglio di distanza, quando mi hanno
chiamato in macchina e mi hanno detto che se n'era andato. Ho fermato la
macchina a Kensington High Street, preda di una sorta di shock. Perché
anche quando sai che qualcuno morirà , è comunque uno shock quando accade. Avrei
voluto essere accanto a lui per dargli supporto morale. Questo è quello
che voleva. Gli piaceva avere i suoi amici attorno. Penso che l’amore
che gli è stato tributato dopo dalla gente sia stato fantastico. Ne
sarebbe stato così felice. Ma avrei voluto dargli un ultimo saluto.