Roger Taylor si racconta a Big Issue. Intervista del 9 Ottobre 2021


E’ raro che Roger Taylor parli della sua vita privata o della propria famiglia. Solitamente il batterista dei Queen incarna perfettamente il ruolo della rockstar concentrata esclusivamente sulla musica. Ma per il magazine Big Issue ha risposto ad alcune domande di più ampio respiro, cui vale la pena dare un’occhiata.

Ecco le sue parole.

Quando avevo 16 anni i miei pensieri riguardavano principalmente le ragazze e la musica, la musica e le ragazze. La scuola non mi interessava granché, ma quando avevo 12 anni era il posto dove potevo esibirmi con la mia band dell’epoca. La mia passione per la musica è nata grazie alle radio che trasmettevano rock'n'roll. 

Per lungo tempo la radio era stata parecchio limitata, mandava in onda cose come Doris Day e Perry Como e alla BBC c’era la Light Orchestra, o come si chiamavano, tutte quelle stronzate. Poi all'improvviso sono arrivati anche da noi Elvis e tutte la altre nuove voci del rock ed è stata come una rivelazione. Ascoltare Little Richard è stato come un raggio di sole che magicamente è entrato nella mia vita. Dopo aver ascoltato le sue canzoni, l’unica cosa che ho desiderato è stata unirmi ad una band.

I miei genitori ovviamente avevano altri piani per me. Desideravano che frequentassi l’università e che facessi quelle cose che vogliono la maggior parte dei genitori della classe media. Mia madre e mio padre si sono lasciati quando avevo otto anni e questo ha determinato per me e mia sorella un periodo piuttosto difficile. Essere in una band a quel punto rappresentava in parte una via di fuga da quella situazione

Sono sempre stato molto legato a mia madre, ma devo dire che mio padre, prima che smettesse di vivere con noi, mi ha sempre sostenuto in quello che ho fatto. È stato lui a comprarmi il mio primo set di tamburi di seconda mano: lo abbiamo completato un po’ per volta. All’inizio era composto solo da un paio di tamburi e poi abbiamo aggiunto gli altri pezzi. 

Suppongo che già all’epoca fossi consapevole che svoltare con la musica fosse una cosa improbabile, ma devi comunque crederci. Quando mi guardo indietro, sembra che le probabilità fossero impossibili, quasi insormontabili. Ma se non hai una sorta di fiducia incrollabile in te stesso, non credo che potrai mai farcela.

Quando ho incontrato Brian e poi alla fine Freddie, soprattutto quest’ultimo aveva una fiducia incrollabile in noi come band ed è ciò che mi ha fatto capire che non sarei mai diventato un dentista. Abbiamo capito che tra noi quattro c’era una vera magia, che il tutto era maggiore della somma delle parti.

Ci siamo sentiti più o meno allo stesso modo per molte cose e in questo c’era un'enorme forza. Ma all’inizio l’unica cosa che puoi fare è solo fare del tuo meglio. Sapevo che Brian era un chitarrista incredibile e che Freddie aveva questa formidabile autostima. Solo più tardi è uscito il suo incredibile talento nel comporre canzoni e la sua voce è migliorata. Non era il miglior cantante quando l'ho incontrato, si è fatto letteralmente da sé plasmandosi come fosse un pezzo di creta. 

Freddie aveva una naturale esuberanza, che poi si è trasformata in sfarzo. Averlo accanto era una boccata d'aria fresca. Ricordo che quando eravamo tutti nello stesso appartamento e lui tornava a casa pensavo “Oh, Fred è tornato!”. Era adorabile stare con lui. Mia madre non riusciva mai a capire come i suoi pantaloni fossero sempre così perfetti. Poi abbiamo scoperto che li metteva sotto il materasso ogni notte per eliminare ogni piega.

Il me più giovane sarebbe sbalordito dal livello di successo che abbiamo ottenuto in tutto il mondo. Avevamo fede, ma non ci aspettavamo di arrivare a tanto sia in Inghilterra che nel mondo. Ovviamente sono molto grato per questo, mi consdero molto fortunato di aver fatto parte di una delle poche band che sembrano davvero trascendere le generazioni. Ãˆ qualcosa che non succede dall'oggi al domani. Ci vuole un po' prima che una cosa così possa realizzarsi ma, accidenti, ce l'abbiamo fatta davvero! Ma non è accaduto all'improvviso, ci sono voluti anni per diventare grandi.

Non mi sono mai preoccupato dell'impatto che il successo poteva avere su di me. Non avevo paura dell'interesse della stampa, anche se non lo desideravo particolarmente. In realtà non abbiamo mai corteggiato la stampa. Penso che molte persone confondano essere citati dalla stampa con l’avere successo o il successo finanziario, ma non c'è una vera connessione tra le due cose. Ci sono molte persone che sono sempre sulla stampa e che in realtà sono al verde.

Non abbiamo mai ricercato l'attenzione mediatica. Abbiamo sempre voluto essere grandi e avere successo. Quando qualcuno si lamenta del successo e dice che no, è troppo, ammetto di non considerarli credibili. Semmai per alcune persone che non sono attrezzate per assicurarsi che il successo non influisca sulla loro personalità qualcosa può andare storto. Penso che sia importante non lasciare che ciò accada. Devi essere forte.

Ai tempi del Live Aid eravamo piuttosto stanchi. Eravamo reduci da molti tour consecutivi e direi che la nostra energia mentale non era al massimo. E immagino che la band non fosse al centro dell’attenzione. Quindi penso che molte persone siano rimaste piuttosto sorprese quando gliel'abbiamo ricordato con quella performance. Molti avranno pensato: oh guarda, sono i Queen, hanno delle belle melodie e sono molto bravi dal vivo!

Sul palco del Live Aid penso che la reazione iniziale del pubblico sia stata fondamentalmente. Ovviamente a quel punto eravamo un gruppo molto professionale, eravamo abbastanza bravi nel nostro lavoro. E anche quello che stavamo suonando era molto familiare a quel pubblico. Quindi il Live Aid è stato come un gigantesco promemoria per molte persone a cui abbiamo ricordato che non eravamo ancora morti. 

Dopo che Freddie è morto non sapevamo se avremmo continuato. Gli abbiamo dato tutto il supporto che potevamo e questo a sua volta ha dato a tutti noi un po' di forza, credo. Ci siamo stretti l’uno all’altro. Ma è stato un tale shock quando alla fine è morto. E Brian e io abbiamo pensato che la band fosse finita. Ma lei è semplicemente rifiutata di morire.

Devo dire che ieri e Brian andiamo molto d'accordo e siamo davvero felici di potercela ancora fare alla nostra età. Ãˆ un po' una gioia avere qualcosa da aspettarsi. Saremo in tour con Adam Lambert e non vedo l'ora di farlo.

Abbiamo lavorato molto per il film, Bohemian Rhapsody, con la sceneggiatura e tutto quello che serve ad un film perché possa prendere vita. So che la sequenza temporale è un po' incasinata, ma è intrattenimento. Ha dato molto piacere a molte persone e penso che se riesci a farlo con un film allora hai fatto un buon lavoro. Sono stato davvero, davvero felice che sia piaciuto a così tante persone. E’ un film per intrattenere le persone, altrimenti avremmo fatto meglio a fare un documentario. 

Ho visto anche Rocketman. Amo Elton. Avrei preferito che ci fosse la sua voce nel film e avrei preferito fosse incentrato più sulla sua musica che non sui suoi problemi. Per i miei gusti è un film troppo vicino al genere musical. So che Elton ne è stato molto contento, ma io non l'avrei fatto così.

Se potessi rivivere un momento della mia vita sarebbe il fine settimana che ho trascorso negli studi Power Station a New York con David Bowie, quando abbiamo terminato Under Pressure. Eravamo principalmente solo noi due. L'intero weekend è stato molto soddisfacente, ero così felice con quella canzone. Sapevamo che stavamo facendo un buon lavoro e con lui andavo molto d'accordo. Era così creativo e brillante in tutti i sensi e aveva un grande senso dell'umorismo, una caratteristica che sembra continuare ad emergere nelle persone che mi piacciono.

È stato orribile perderlo nel 2016. Che shock. Era un amico ed era un genio. Lo amavo davvero.

E se potessi avere un'ultima conversazione con qualcuno, dovrebbe essere Freddie. Stavo letteralmente andando a trovarlo, a meno di mezzo miglio di distanza, quando mi hanno chiamato in macchina e mi hanno detto che se n'era andato. Ho fermato la macchina a Kensington High Street, preda di una sorta di shock. Perché anche quando sai che qualcuno morirà, è comunque uno shock quando accade. Avrei voluto essere accanto a lui per dargli supporto morale. Questo è quello che voleva. Gli piaceva avere i suoi amici attorno. Penso che l’amore che gli è stato tributato dopo dalla gente sia stato fantastico. Ne sarebbe stato così felice. Ma avrei voluto dargli un ultimo saluto.

(FONTE: BIGISSUE.COM)