Se c’è una cosa che amo
davvero è quando mondi culturali differenti si incontrano, soprattutto se a
farlo sono la musica e la letteratura. Del resto i Queen possono essere una
splendida forma di ispirazione che va ben oltre le sette note. A dimostrarlo un
messaggio che ho ricevuto pochi giorni fa.
A scrivermi è stato Andrea
Galgano, docente di Letteratura presso la Scuola di Psicoterapia Erich Fromm di
Prato. Oltre ad occuparsi di letteratura per mestiere, Andrea è anche un vero e
proprio appassionato di poesia. E dei Queen, naturalmente. Proprio da questo
doppio interesse è nata la sua partecipazione a Vinilyca, una vera e propria
festa del disco che si è svolta nello scorso fine settimana a Potenza.
Per l’occasione è stato
chiesto ad Andrea di di scrivere un testo ispirato ai Queen. La sua scelta è
caduta sulla realizzazione di un componimento poetico ispirato a Made In
Heaven, in qualche modo il disco del momento essendo appena trascorsa la
ricorrenza del 24 Novembre.
La poesia di Andrea Galgano è
stata letta dal grande attore di teatro Pino Quartana durante una tavola
rotonda con cui l’organizzazione di Vinilyca ha coinvolto esperti del mondo
musicale e di quello letterario. In più il componimento è apparso sul Quotidiano
Roma-Cronache Lucane in un articolo a cura di Leonardo Pisani.
La locandina di Vinilyca 2018 |
Come detto, l’incontro tra musica e poesia è qualcosa che non può lasciarmi
indifferente. Sono sicuro che il risultato raggiunto dalla penna e dalla
sensibilità di Andrea Galgano meriti di essere condiviso con tutti voi. A me
dunque non resta che cedere a lui questo spazio, ringraziandolo per aver scelto
anche Queen Forever Blog come punto di approdo della sua arte.
Ecco il testo completo:
Andrea
Galgano
Queen –
Made In Heaven
L'autore Andrea Galgano |
I cieli di
novembre
hanno
ascoltato scure burrasche
la musica
venuta dal cielo
nel giorno
forte dell’aria
l’indice
scritto dalle nuvole
nessuno
poteva fermare
il cuore
profondo
tremare di
siepe
era la sua
dimora
occulta di
paradisi
ferma in
quel giorno
in cui il
greco ritornava
nell’alba
schiusa
delle
stelle
la fermata
del bus
sull’anima
nell’unico
sonno di madre
quando il
cuore pesante
è un sogno di
mitre
che cerca
il porto della vita viva
lasciami
entrare
per tutto
quell’amore possibile
la vita
salvata
Dio
quale
sorriso barbaro
nasce per
amarti
potrebbe
essere il paradiso
sereno di
giugno o viaggio oro sulla notte
l’ombra
che uccide
il limite degli occhi
quando si
nasconde
il canto
che non ha inganno
è un chiaro
di baci sul volto
forse
scherza con il vento
lei che
sfugge
la grazia
adolescente
le mani
sulla lontananza
delle torbe
cieche
lei così
soffiata come
il racconto
d’inverno
lago,
cigno, colmo
lontano che
ci sogna
lingua
indicibile
di
beatitudine.
Il Quodidiano Roma |