Accade sempre e non dobbiamo stupircene. Dopo l’emozione
iniziale dettata dalla diffusione del primo teaser trailer di Bohemian
Rhapsody, sono iniziate a circolare in rete anche le prime critiche. Alcune meritevoli
di considerazione. Si tratta di quelle che evidenziano le discrepanze con ciò
che sappiamo dei Queen, elementi più che altro estetici per così dire. E poi ce
ne sono altre, di dubbio gusto e che tengono conto dei 90 secondi mostrati fino
ad oggi.
“Bohemian Rhapsody non parlerà dell’aids, né dell’omosessualità
di Freddie Mercury”. È più o meno questo il senso delle critiche pubblicate da
alcuni giornali e siti che si sono voluti occupare (piuttosto malamente) della
faccenda.
È giusto quindi sgombrare il campo da qualche dubbio
di troppo.
È vero, il film racconterà le origini di Freddie
(conosciamo già il volto del giovane attore che lo interpreterà, il piccolo
Adam Rauf) fino alla memorabile esibizione dei Queen al Live Aid. Sembra quindi
si possa escludere, anche dalla lettura della sinossi ufficiale, che il biopic
si spinga oltre il 1985.
Tuttavia, il 15 Settembre il produttore Graham King
ha rilasciato al magazine Empire questa importante dichiarazione, già
pubblicata all’epoca su Queen Forever Blog:
“Nel film
sarà presente anche un lato più oscuro della sua esistenza, ma essere
equilibrato da quel tono celebrativo che vogliamo usare. Il film esplorerà la
vita sessuale di Mercury e toccherà anche il tema dell'HIV, ma finirà con la
storia del Live Aid, sei anni prima della sua morte. La cosa più importante è
comunicare il magnetismo di Mercury e raccontare la sua storia, cioè quella di
"un figlio immigrato, nato a Zanzibar e cresciuto a Mumbai, venuto in
Inghilterra per diventare questo ragazzo che indossava un cappotto di pelliccia
e unghie laccate in Top Of The Pops. E poi, al top della sua carriera, contrae
questo virus. Voglio che la gente lasci il cinema in lacrime, ma anche con un
sorriso sul viso.”
Ancora prima, l’8 settembre del 2017, Bryan Singer (che va ancora
considerato co-regista del film, tanto da aver condiviso a sua volta il
trailer), spiegava di cosa parlerà Bohemian Rhapsody. Ecco le sue parole:
"Non
voglio evitare di trattare il dilemma della salute di Freddie Mercury. L'enfasi
del film è sulla musica e sul viaggio che Freddie ha intrapreso con questi tre
altri uomini incredibilmente talentuosi. Ma non sarà solo la storia oscura di
Freddie e, anzi, saranno onorati anche gli aspetti più problematici. C'è un
modo per farlo, ma non voglio entrare nei dettagli su come lo faremo. Posso
dire che è un argomento su cui abbiamo ragionato molto e crediamo che sarà
trattato adeguatamente. Ma allo stesso tempo il film sarà basato sulla musica.
I detrattori dell’ultima ora, quelli che hanno puntato il dito sul
trailer tacciandolo di aver in qualche modo oscurato l’omosessualità di Freddie
(ma sarebbe più corretto parlare di bisessualità) hanno quindi commesso un
grossolano errore di valutazione. Del resto, giudicare un intero film sulla
scorta di poche scene appare davvero pretestuoso.
A questo possiamo anche aggiungere altre due considerazioni di cui
nessuno pare stia tenendo conto. Il cast del film contempla anche Jim Hutton,
che di Freddie fu il compagno fino agli ultimi giorni di vita, e alcuni degli
amanti che incrociarono il cammino del cantante durante la sua esistenza.
Il tema dell’infezione da HIV inoltre è stato sicuramente trattato nella
parte in cui il biopic racconta il periodo newyorkese di Freddie. Naturalmente non
sappiamo se il montaggio finale escluderà alcune cose, ma esiste certamente un
girato relativo all’argomento.
Infine il più grossolano degli errori: non conoscere la storia di Freddie
Mercury. Può sembrare incredibile che chi scrive su siti e riviste
specializzate (o comunque accreditate come giornalistiche) ignori il profondo
legame e la storia d’amore vissuta con Mary Austin. Eppure c’è stato chi si è
stupito nel vedere i riferimenti presenti nel trailer alla loro storia (Non so
voi, ma io ho preferito puntare l’attenzione sulla meravigliosa Lucy Boynton!).
Il consiglio dunque è sempre lo stesso. Massima prudenza di fronte ai
tanti commenti che stanno imperversando attorno al film e che addirittura sono
pronti ad offrire giudizi definitivi sulla scorta del primo trailer (insisto
molto nel ribadire che si tratta solo della prima clip, perché altre ne
seguiranno nei prossimi mesi). Prudenza dettata anche dal fatto che ad oggi non conosciamo tutti i
dettagli della trama.
Anche se, e questa è una nota estremamente positiva, tutto questo
dimostra che attorno a Freddie e ai Queen l’interesse è enorme. A testimoniarlo
anche il numero di visualizzazioni del trailer che ha ormai abbondantemente
superato i 20 milioni.