È passato poco più di un mese da quanto il nuovo
cofanetto dedicato alla carriera solista di Freddie Mercury ha fatto la sua
comparsa sul mercato discografico. E’ servito a rendere omaggio al mito e a
celebrarne il compleanno.
Sui contenuti di Messenger Of The Gods c’è davvero
ben poco da dire. L’edizione in vinile (la più succulenta) ha permesso ai fan
più nostalgici di entrare in possesso delle repliche dei 45 giri pubblicati da
Freddie nel corso della sua avventura musicale extra Queen, con l’aggiunta dei
vinili colorati. È qualcosa su cui la Queen Production e la Universal hanno
dimostrato di voler puntare parecchio negli ultimi anni, complice anche il
ritorno sugli scudi del nobile vinile. Meno intrigante, invece, l’edizione
doppio cd, semplice compilation dei brani solisti usciti precedentemente come
singoli. Detto in altri termini e parafrasando un celebre romanzo: niente di
nuovo sul fronte occidentale.
Non c’è da stupirsene. Già con il The Very Best e,
ancora prima, il cofanetto The Solo Collection (e senza dimenticare le
ulteriori raccolte uscite nel frattempo), sulla carriera solista di Freddie è
stato detto (e ascoltato) già tutto e ciò che rimane sono con tutta probabilitÃ
demo poco degni di nota che peraltro saltuariamente appaiono in rete e che non
aggiungono davvero nulla a quanto conosciamo. Inevitabile quindi che questo
Messenger Of The Gods sia finito col passare praticamente inosservato. In
Italia è entrato e poi uscito rapidamente dalla top100 e la stessa sorte ha
subito in Inghilterra, dove ha raggiunto il 31esimo posto, per poi sparire dall’orizzonte
nel giro di una settimana.
È un vero peccato, perché qui si ragiona sempre da
fan e l’auspicio è che il nome di Freddie Mercury venga sempre legato ad
iniziative di successo. Questa non poteva certamente esserlo, con buona pace di
chi dovrebbe fare il possibile per non “annoiare” il pubblico. Ma
se il
materiale a disposizione è così risicato c’è ben poco da fare.
In prospettiva credo che l’unica alternativa possa
essere la messa in campo di un progetto in stile Barcelona 2012. Mr Bad Guy è
un album che risente (parecchio) del suo essere un disco immerso nelle sonoritÃ
anni ’80 e forse un restyling sonoro potrebbe essere l’operazione giusta per
offrire al pubblico (fan compresi) degli elementi di novità , magari chiamando a
raccolta artisti di fama per incidere nuove tracce sonore.
So che la logica conseguenza di questa suggestiva
ipotesi è: perché non farlo fare a Brian e Roger? In un certo senso è giÃ
accaduto in Made In Heaven, ma credo che difficilmente si presterebbero a
risuonare un disco nato per essere un lavoro extra Queen e che con il loro
apporto diventerebbe l’esatto opposto. Meglio, quindi, fantasticare (è ciò che
stiamo facendo) su un nuovo Mr Bad Guy ri-arrangiato da artisti importanti,
capaci di dare al disco una nuova veste.