I grandi artisti
racchiudono sempre un mistero che scienziati o semplici appassionati tentano di
svelare. Accade con i grandi pittori o per gli scienziati che hanno
rivoluzionato il mondo con le loro sorprendenti intuizioni. Ma accade anche nel
mondo della musica quando un musicista o un cantante hanno segnato in modo
indelebile la storia. E’ il caso di Freddie Mercury e delle sue capacitÃ
vocali, non ancora del tutto comprese.
Con un recente studio
pubblicato in Logopedics Phoniatrics Vocology, un team di esperti si è cimentato
nell'ambizioso compito di analizzare la voce di Freddie per meglio comprendere
come usasse la sua voce. Selezionando le registrazioni in studio tratte dalla The Solo Collection e quelle con i Queen, scienziati austriaci, cechi e svedesi ritengono di aver individuato
alcune interessanti peculiarità sulla voce dei Queen, definita una volta "una
forza della natura con la velocità di un uragano."
Ci sono state nel corso
degli anni una serie di speculazioni sulla estensione vocale di Freddie e in
molti hanno sempre ritenuto che questa potesse superare le quattro ottave, sebbene
la tesi non potesse essere dimostrata sperimentalmente.. L'autore principale
dello studio, lo scienziato austriaco Christian Herbst, ritiene invece che l’estensione
vocale di Freddie fosse "normale per un adulto sano, non di più, niente di
meno."
Contrariamente a quanto si pensa quindi, Freddie era un più probabilmente un baritono che ha cantato come un tenore con una capacità di controllo eccezionale sulla propria tecnica vocale.
Contrariamente a quanto si pensa quindi, Freddie era un più probabilmente un baritono che ha cantato come un tenore con una capacità di controllo eccezionale sulla propria tecnica vocale.
Ma l’aspetto più
interessante di questo studio è l’analisi delle particolari caratteristiche vocali
possedute da Freddie. In particolare, gli scienziati coinvolti nel progetto hanno
esaminato la distorsione intenzionale di Freddie utilizzata per produrre un
suono chiamato “rombo”. Per sondare questo aspetto, la laringe di Freddie è stata visionata con una
telecamera ad alta velocità capace di riprodurre oltre 4.000 fotogrammi al
secondo. Gli autori hanno così potuto ricostruire come Freddie Mercury, nella
sua fase più stravagante ed eccentrica, sia stato in grado di portare al limite
la propria voce.
Ciò che è stato individuato
è un fenomeno fisico chiamato “vibrazioni subarmonÃche”. E’ una peculiarità già evidenziata
nel canto etnico siberiano, nel quale non vibrano solo le corde vocali, ma
anche una coppia di strutture chiamate “pieghe ventricolari”, dei tessuti che
normalmente non sono utilizzati per parlare o per il canto classico. Inoltre
gli scienziati hanno mostrato come la maggior parte dei cantanti pop/rock hanno
vibrato regolare, mentre quello di Freddie era più irregolare e insolitamente
veloce.
Uno studio questo che
contribuisce non solo alla comprensione scientifica della voce di Freddie ma
anche a confermare una volta di più quanto fondamentale e unico sia stato il
suo ruolo nel mondo della musica.
(Fonte: www.nydailynews.com)
@Last_Horizon