Le battaglie animaliste o, se
preferite, di principio non sono facili da portare avanti. Spesso non si viene
del tutto compresi e il più delle volte si finisce con lo sbattere contro i
muri dell’indifferenze o, peggio, della derisione. Ma se si crede davvero in un’idea,
allora si è disposti a portarle avanti, costi quel che costi. Alla fine non
tutti vorranno capire, ma almeno resterà quel senso di intima coerenza che,
presto o tardi, tutti (o quasi) saranno in grado di riconoscere e magari apprezzare.
Lo sa bene Brian May, divenuto ormai da anni strenuo difensore dei diritti
degli animali e, proprio per questo, oggetto di critiche e protagonista di
iniziative capaci di suscitare attenzione.
Glastonbury è uno dei festival
rock estivi più famosi e importanti. Nel corso degli anni si è guadagnato un’autentica
aura di gloria e sono tantissimi gli artisti che ambiscono a vedere il proprio
nome inciso sui manifesti dell’evento. Anche i Queen, che da poco hanno deciso
di abbandonare (temporaneamente, si intende) le grandi arene e cimentarsi con
il mondo dei festival, hanno espresso più volte il desiderio di suonare come headliner
a Glastonbury. Se ne parla da tempo e varie volte, anche attraverso Adam
Lambert, i Queen hanno manifestato reale interesse, tanto che in un paio di
occasioni la notizia che i Q+AL potessero davvero suonarvi è apparsa qualcosa
di più di una semplice illazione. Poi sono arrivate le date del nuovo tour
estivo targato 2016 e di Glastonbury si sono perse le tracce. In tanti hanno
pensato a meri problemi organizzativi. In realtà le cose stanno diversamente e
a spiegarlo è stato proprio Brian May, qui in veste di “avvocato degli animali”
più che di musicista.
“Ho un problema con chi organizza Glastonbury e con la loro idea in
favore dello sterminio dei tassi. Non voglio averci nulla a che fare.”
Queste le parole del musicista,
dirette senza troppi complimenti al fondatore del festival, Michael Eavis che,
oltre ad essere un appassionato di rock, è anche uno dei principali allevatori
del Regno Unito. E, proprio in quanto imprenditore agricolo, Eavis è convinto
che sterminare i tassi sia la giusta soluzione al problema della tubercolosi
bovina sebbene, è utile sottolinearlo, numerosi studi abbiano già dimostrato che
eliminare i tassi non significa estinguere la grave patologia.
Brian, come si sa, ha preso a
cuore la difesa dei tassi e non per semplice presa di posizione politica o
controcorrente. Ha solo sposato l’idea che non è tollerabile affrontare un
problema attraverso la violenza perpetrata nei confronti degli animali e,
quindi, nei riguardi dell’ecosistema nel quale viviamo. E’ un punto di vista
che ricorda da vicino la lotta degli agricoltori pugliesi che da tempo si
oppongono all’abbattimento di centinai di ulivi “solo” perché qualcuno ritiene
di poter così debellare il virus della xilella. Cambiano le latitudini,
insomma, ma la mentalità distruttiva dell’uomo sembra ripetersi tutti le volte.
Certo resta comunque l’amaro in
bocca di non poter vedere i Queen + Adam Lambert su un palco così prestigioso
che avrebbe certamente dato ancora più risonanza a questa collaborazione. Ma
abdicare ai propri principi è qualcosa che avrebbe snaturato Brian May come
persona, prima ancora che come musicista. Da fan non possiamo che essere felici
di sapere che, in ogni caso, le occasioni di vedere suonare i nostri artisti
non mancheranno di certo, così Glastonbury diventa una piccola rinuncia a
favore di un bene più grande.
(Fonte: www.westerndailypress.co.uk)
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