Intervista a Peter Hince (ex roadie dei Queen) su Team Rock del 13 Novembre 2015


Peter Hince ha lavorato per i Queen per 12 anni come roadie e in particolare come assistente di Freddie Mercury e John Deacon. Quando Hince ha iniziato la sua avventura con la band nel 1975, i Queen erano impegnato con la registrazione dell'album A Night At The Opera. Concluse la sua collaborazione con l'ultimo grande spettacolo del Magic Tour, al Knebworth Park il 9 Agosto del 1986, quello che poi si rivelò essere l'ultimo concerto dei Queen con Freddie. Hince ha raccontato della sua carriera con la band nel libro Queen Unseen, nel quale offre una visione rivelatrice della vita del frontman e degli anni in cui i Queen sono diventati una delle più grandi band del mondo.


Conoscevi bene Freddie Mercury. Che tipo era veramente come persona?
La gente parla di Freddie e del suo ego, ma il suo ego non era così grande come la gente pensa. Freddie aveva costruito un personaggio ed era capace di prendersi gioco di se stesso, mentre gli altri ragazzi della band non poteva farlo, non allo stesso modo. Con Freddie potevi ridere e non era necessariamente la prima donna che tutti pensavano fosse.

Freddie era la più grande rock star della sua generazione?
Come frontman era imbattibile. Non era solo per la sua voce, ma anche per il modo in cui stava sul palco. Agli inizi c'erano band come i Led Zeppelin e gli Who e gente come Plant e Daltrey erano grandi frontman, ma credo che Fred fosse più grande in termini di spettacolarità e di presenza scenica. Per lui tutto ruotava attorno all'interazione con il pubblico, sapeva farli stare dalla sua parte. E ha dato tutto in ogni spettacolo.

Era lo stesso anche fuori dal palco?
Oh sì. Fred era unico. Ho lavorato anche per David Bowie, ma nessuno aveva l'aura di Fred. Forse Mick Jagger era al suo livello. Ma con Fred c'era qualcosa di unico, fin dai primi giorni. Aveva quel tipo di aura. Si sentiva che era una persona speciale.

Nonostante tutto il suo carisma, avevi la sensazione che in realtà Freddie fosse una persona insicura?
Oh, assolutamente. Ha sempre avuto un sacco di insicurezze. Non professionalmente, ma personalmente.

Quando hai incontrato per la prima volta Freddie e gli altri ragazzi dei Queen?
Nel 1973. Stavo lavorando per i Mott The Hoople e i Queen erano la loro band di supporto in un tour britannico. Il loro primo album era appena uscito.

E hai lavorato per Bowie prima di allora?
Sì. Sono stato il roadie di Mick Ronson durante il Ziggy Stardust Tour. Dopo lo spettacolo di Hammersmith, David si prese una pausa, così iniziai a lavorare per i Mott. E quando anche loro nel 1975 si fermarono, avevo bisogno di lavoro e per fortuna ottenni un posto con i Queen.

E quindi hai assistito in prima persona alla loro ascesa a superstar globali.
I Queen volevano essere la più grande band del mondo, non ne hanno mai fatto un mistero. E sì, ho visto tutto quello che è accaduto. Negli anni '70 erano un fantastico gruppo rock, e negli anni '80 sono diventati una fantastica band pop.

E sei stato testimone della registrazione di numerosi album dei Queen.
Ero lì quando è stata registrata Bohemian Rhapsody. Ricordo solo che non sapevo di che cosa diavolo si trattava! E io ero con Freddie quando scrisse Crazy Little Thing Called Love. E' stato un momento davvero speciale.

C'è una grande delusione nel tuo libro. Fai riferimento alla storia della famosa festa allestita a New Orleans nel 1978 per il lancio dall'album Jazz, di cui si è sempre detto che agli ospiti vennero serviti vassoi di cocaina trasportati da nani. Ma tu dici che non c'è niente di vero.
E' una totale assurdità. C'erano nani lì, è vero, ma erano nascosti sotto i tavoli dei salumi.

John Deacon è sempre stato l'uomo tranquillo dei Queen. In un certo senso, è il grande enigma della band.
John è praticamente un recluso ora. Vuole rimanere nel suo privato e penso che la gente dovrebbe rispettare questa sua scelta. John era sempre molto con i piedi per terra, un ragazzo normale. Aveva sei figli ed era veramente legato alla sua famiglia, ma gli è anche capitato di essere in una delle più grandi band del mondo.

Come descriveresti Brian May?
Brian è una delle persone più complesse che si possano incontrare. Ha un cuore enorme e vuole essere gentile con tutti. Era il più sensibile della band in qualche modo. Ma come la maggior parte delle persone aveva anche altri lati e poteva essere molto crudele.

E Roger Taylor?
Roger era uno che amava lo stile di vita da rock star, con tanto di passione per le auto e le case in campagna. Certamente si è goduto i suoi soldi, come ha fatto Fred, mentre Brian e John, essendo più tradizionali padri di famiglia, sono stati più tranquilli. Ma a Rog piaceva essere una rock star. A volte forse esagerva, ma penso che con gli anni si sia addolcito. Oggi è più riflessivo.

Freddie è sempre stato gay di nascosto. Era così difficile per lui vivere questa situazione durante i tempi meno illuminati sulle questioni sessuali degli anni '70 e '80?
Molto. Ovviamente dopo The Game, nel 1980, divenne più apertamente gay anche con scelte stilistiche come i baffi (che all'epoca rappresetavano un vero e proprio simbolo della comunità gay, ndt), e penso che le cose siano diventate un po' più difficili per lui allora.

Il Live Aid, nel 1985, è stato un momento decisivo nella carriera dei Queen. Cosa ricordi di più di quel giorno?
Beh, in un primo momento non volevano farlo. Ci sono stati gravi problemi all'interno della band in quel momento, penso a causa dello scarso successo di The Works in America. Inoltre Fred stava facendo la sua roba solista. Così il Live Aid è stato uno spartiacque per la band. Hanno conquistato il pubblico al momento giusto con le canzoni giuste. Forse hanno sentito che avevano qualcosa da dimostrare. Quando sono saliti sul palco, ho davvero sentito che stavano rubando lo spettacolo a tutti gli altri artisti presenti. Elton gli disse: “Voi stronzi!".

In tutti gli anni che hai lavorato per i Queen, quali sono stati i momenti migliori e quelli peggiori?
La parte migliore erano il viaggio, le esperienze, e quel tipo di gloria riflessa che proveniva dal lavorare per una band così enorme. Le parti peggiori erano quando non eri apprezzato, ti sentivi usato e abusato, come quando si trattava di fare lavori orribili e sporchi come il caricamento dei camion. Non dormivi per due giorni, ma era tutto parte del lavoro.

Quando nel 1986 hai deciso di lasciare il tuo lavoro, hai avuto notti insonni a a causa di questa decisione?
"Non proprio. Un giorno ho solo sentito qualcosa, un clic interiore che mi ha spinto a farlo. Ero ad un punto in cui non mi sentivo apprezzato, e non c'era modo per promuovere se stessi all'interno dell'organizzazione. Non volevo lavorare per un'altra band. Ho pensato di uscirne quando ero ancora al top del mio lavoro. Ho anche sentito che probabilmente non avrei potuto andare avanti ancora a lungo. Non me ne pento.

Roger ha dichiarato di aver apprezzato il tuo libro. E' una cosa che ti sorprende?
Roger non era facile alla gratitudine e ai complimenti, quindi sono contento che gli sia piaciuto. Penso che sia molto più rilassato su certe cose in questi giorni rispetto ad una volta.

Come valuti la scelta di Roger e Brian di portare avanti il nome dei Quen senza Freddie e John?
Beh, quando Fred è morto, John era dell'idea che: “Questo è tutto, i Queen non ci sono più”. Brian e Roger hanno voluto portare avanti i Queen in diverse forme, e capisco perché vogliano farlo. Non sono sicuro che sia la cosa giusta da fare. Potrebbero ancora essere musicisti senza utilizzare il nome dei Queen. Ma è il gioco della fama e le persone amano giocarlo il più a lungo possibile.

Molti fans dei Queen sarebbero d'accordo con te: no Freddie, no Queen.
"E' la cosa più toccante. Dopo che Fred è morto, si è possibile ricreare il gruppo, qualunque sia la veste adottata. Ho visto i Queen + Paul Rodgers, lui è uno dei miei cantanti preferiti, ma era una cosa completamente sbagliata. E per quanto riguarda Adam Lambert, sono sicuro che sa cantare, ma è un po' come un cabaret di Las Vegas. Sai, se non avete mai visto la band, beh, qui è la metà della band. Ma non è fa per me.






@Last_Horizon